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Presentazione del programma:<br />
Fra i primi Lieder che <strong>Mahler</strong> portò a termine, “Erinnerung”<br />
(Ricordo, in traduzione italiana) su testo di Richard Leander è<br />
uno fra i più struggenti. Amore e canto sono i perni della composizione<br />
poetica (E se i pensieri mirano/ a guarir dall'amore,/<br />
quel che i miei canti ispira/ è lamento d'amore!) mentre la<br />
musica disegna una linea flessuosa, quasi sussurrata. Qui, in<br />
questo giovane <strong>Mahler</strong> ventiduenne che si adatta ai versi di un<br />
medico-poeta (il cui vero nome era Richard von Volkmann) si<br />
scova già molto del suo talento immaginoso, della sua capacità<br />
analitica. E gli sta a fianco, con profumo leggero, e dello stesso<br />
poeta, “Frühlingsmorgen” (Mattino di primavera), quadro di<br />
una delicata fratellanza fra uomo e natura.<br />
Entrambe le pagine fanno parte dei “Lieder und Gesänge aus<br />
der Jugendzeit” composti fra il 1880 e il 1883: lavori brevi dove<br />
fa la sua comparsa ispiratrice anche la raccolta “Des Knaben<br />
Wunderhorn” (Il corno meraviglioso del fanciullo, o anche<br />
traducibile come La cornucopia del fanciullo), antologia di<br />
poesie popolari tedesche: storie dalla vena spesso fantastica<br />
ma mutuate da una realtà nella quale l'elemento del fato,<br />
dell'ineluttabile, si afferma con effetti di forte impatto emotivo.<br />
Non a caso la raccolta verrà da <strong>Mahler</strong> indagata ancora, in anni<br />
più maturi. A questo primo gruppo di 9 composizioni appartengono<br />
i tre altri Lieder del programma. “Aus! Aus! (Via! Via!),<br />
dove si dice di un addio in una mattina di maggio, contrasto<br />
doloroso fra vitalità primaverile e distacco. Ma ancora<br />
l'allontanamento è il tema ricorrente in “Scheiden und<br />
Meiden” (Partire è un po' morire) e “Nicht wiedersehen!”<br />
(Non vedersi mai più!), dalle scritture più ricercate. Un distanziarsi<br />
dall'altro che è destino e, nel secondo caso, visione di<br />
morte. Temi cruciali per un'anima già percorsa<br />
dall'inquietudine.<br />
“Diario tormentoso”: così Mario Bortolotto definisce lo<br />
“Schwanengesang”- Canto del cigno in traduzione italiana,<br />
ultima raccolta liederistica schubertiana, edita postuma a<br />
Vienna nel 1829 per iniziativa congiunta dell'editore Haslinger<br />
e del fratello Ferdinand (anch'egli musicista, di tre anni più<br />
anziano) del compositore.<br />
I Lieder di questa raccolta, che riflette solo in parte gli originari<br />
propositi di Schubert a partire dall'arbitrario titolo che possiede<br />
una connotazione esclusivamente sentimentale e affettiva -<br />
si svolgono su testi di tre poeti: Ludwig Rellstab, che ebbe una<br />
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