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Settimane Musicali <strong>Gustav</strong> <strong>Mahler</strong><br />
Berlioz scrisse la « Symphonie funèbre et triomphale » rispondendo<br />
all'invito di celebrare degnamente, con una grande<br />
cerimonia pubblica, il decimo anniversario della Rivoluzione<br />
dell'estate 1830, destinata a scongiurare il tentativo di Carlo X<br />
di riaffermare l'assolutismo. Erano i tempi del re Luigi Filippo<br />
d'Orléans – che sarebbe rimasto sovrano fino alla rivoluzione<br />
del 1848, con la quale si riaffermò la repubblica – ed il lavoro<br />
venne concepito “per la traslazione dei resti delle Vittime di<br />
Luglio e l'inaugurazione della Colonna della Bastiglia”, venendo<br />
dunque eseguito da una massa di strumentisti in marcia, sotto<br />
la guida del compositore, nei colori della Guardia Nazionale.<br />
La prima stesura fu per banda militare con aggiunta di percussioni,<br />
ed abbisognò di un organico sterminato (furono richiesti<br />
ad esempio ben 31 clarinetti, e 10 tromboni divisi in tre gruppi);<br />
successivamente Berlioz aggiunse “ad libitum” le parti per<br />
un arricchimento di archi e per l'intervento conclusivo del coro<br />
dal tono evidentemente celebrativo su testo di Antony<br />
Deschamps.<br />
Suddivisa in tre parti (Marcia funebre, Orazione funebre –<br />
richiedente un lungo solo di trombone tenore – e Apoteosi) la<br />
monumentale Sinfonia rivela tutte le originalità di Berlioz<br />
orchestratore ed abilissimo evocatore di immagini ed atmosfere,<br />
che riesce ovunque ad evitare luoghi comuni. Qualità già<br />
osservate nella celebre “Sinfonia fantastica” da un critico<br />
sensibile come Schumann, allorquando nel 1835 scriveva: “si<br />
provi soltanto a mutare o a migliorare un po' qualche punto<br />
(…) e si vedrà come al confronto tutto apparirà smorto!”.<br />
In sintesi, la “Sinfonia funebre e trionfale” rappresenta Berlioz<br />
tanto quanto altri suoi anche più celebri lavori, tra gli eccessi e<br />
la disinvoltura che lo contraddistinguono. Sia come sia, Wagner<br />
la intese “grande dalla prima all'ultima nota”, rimanendone<br />
fortemente impressionato. (a.z.)<br />
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