Scuola e Cultura - Ottobre 2007 - scuola e cultura - rivista
Scuola e Cultura - Ottobre 2007 - scuola e cultura - rivista
Scuola e Cultura - Ottobre 2007 - scuola e cultura - rivista
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>Ottobre</strong> – Novembre - Dicembre <strong>2007</strong> 45<br />
I DOCUMENTI CHE CAMBIANO LA STORIA<br />
No alle annessioni, Sì all’Unità<br />
Il grido del popolo dell’Italia meridionale<br />
“Annessione immediata non significa unità ma separazione; non significa<br />
l’unirsi di tutte le provincie in una Italia, ma quello di una provincia ad un’altra<br />
provincia; non Venezia libera ma derelitto all’Austriaco; non Roma per capitale,<br />
ma Torino”<br />
Liberi a dispetto del ministero, torinese, che si<br />
oppose per quanto seppe all’intrapresa di<br />
Sicilia e allo sbarco di Garibaldi sul continente;<br />
liberi non per opera del conte Cavour, ma del<br />
Dittatore e col sangue de’ suoi volontari; surti noi tutti<br />
a rivoluzione per l’appello e colla scorta del Generale,<br />
protestiamo contro le mene di alcuni, che trascinando<br />
qua e là una dichiarazione, ingannando gli uomini di<br />
buona fede, soffiando nelle basse passioni,<br />
dimenticando, sprezzando i voti delle provincie,<br />
benemerite della rivoluzione quando la capitale,<br />
s’ingegnano di precipitare l’annessione col regno<br />
sardo, senza guarentigia di sorta.<br />
Sulla bandiera del Dittatore è scritto Unità nazionale,<br />
e il ministero nel suo manifesto del 12 settembre la<br />
niega.<br />
Il Dittatore vuol atterrato in Roma il governo<br />
ecclesiastico; e il ministero torinese si propone di<br />
conservarlo e difenderlo contro chiunque.<br />
Nel programma del Dittatore è la liberazione della<br />
Venezia; e il ministero torinese non vuole saperne.<br />
Il Dittatore combatte per far l’Italia colle braccia degli<br />
Italiani; e il ministero Cavour acciabatta un regno<br />
sardo ingrandito; e negozia per dividerne i frutti con<br />
Napoleone.<br />
L’annessione dell’Italia centrale ha già costato Nizza<br />
all’Italia.<br />
L’annessione dell’Italia meridionale forse costerà la<br />
Sardegna od altra provincia. E noi, che siamo Italiani<br />
ed unitari, protestiamo contro la vendita di Nizza,<br />
perché non vogliamo nuove vendite e nuovi baratti.<br />
Annessione immediata non significa unità ma<br />
separazione; non significa l’unirsi di tutte le provincie<br />
in una Italia, ma quello di una provincia ad un’altra<br />
provincia; non Venezia libera, ma derelitto<br />
all’Austriaco; non Roma per capitale, ma Torino.[…].<br />
Il paese del resto conosce quelli che vogliono<br />
l’annessione immediata, e il perché del volerla, ei<br />
conosce i vecchi magistrati corrotti, che operano in<br />
questo modo per conservare i loro posti, ei conosce i<br />
tristi cortigiani, che anelano d’aggraziarsi un nuovo<br />
padrone; ei conosce i liberali di sembiante e non di<br />
cuore, che nelle stalle del pubblico servizio cercano<br />
soppiantare gli antichi.<br />
In nome d’Italia, di Napoli e delle provincie, noi perciò<br />
dichiariamo:<br />
La nostra rivoluzione fu fatta a conquista dell’Unità<br />
nazionale; e ripudiamo il sistema delle annessioni;<br />
Il nostro programma è quello del generale Garibaldi;<br />
esso forma la nostra legge;<br />
Alcune petizioni della capitale non possono<br />
menomamente decidere della sorte delle provincie e<br />
del regno;<br />
Tocca deciderle ai nostri rappresentanti nel primo<br />
parlamento italiano, congregato a Roma. In Roma e<br />
non altrove vogliam proclamato Vittorio Emmanuele<br />
Re d’Italia.<br />
“Il Garibaldi”, Napoli 26 settembre 1860<br />
Osservi, l’uomo, la legge morale<br />
STORIA<br />
Ashurst Venturi Emile,<br />
Giuseppe Mazzini nel 1846<br />
La sovranità è in Dio, nella legge morale, nel<br />
disegno provvidenziale che governa il mondo e<br />
ch’è via via rivelato dalle ispirazioni del genio<br />
virtuoso e dalle tendenze dell’Umanità nelle<br />
epoche diverse della sua vita; e nello scopo che<br />
bisogna raggiungere nella missione che bisogna<br />
compire. Non è sovranità nell’individuo, non è<br />
nella società se non in quanto l’uno e l’altro<br />
s’uniformino a quel disegno, a quella legge, e si<br />
dirigano a quello scopo. Un individuo o è il<br />
migliore interprete della Legge morale e governa<br />
in suo nome, o è un usurpatore da rovesciarsi. Il<br />
semplice voto d’una maggioranza non costituisce<br />
sovranità se avversi evidentemente alle norme<br />
morali supreme, o chiuda deliberatamente le vie<br />
al Progresso futuro. Bene sociale, Libertà,<br />
Progresso: al di fuori di questi tre termini non può<br />
esistere Sovranità.<br />
Giuseppe Mazzini