La Biodiversità del Terminillo - Lynx - Natura & Ambiente
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<strong>La</strong> Coturnice<br />
<strong>La</strong> Coturnice è un Galliforme <strong>del</strong>la famiglia dei Fasianidi appartenente al<br />
gruppo <strong>del</strong>le “pernici dalle zampe rosse”. Nidifica nei soli paesi <strong>del</strong> Mediterraneo<br />
centrale e orientale, con popolazioni cospicue in Italia. Nel <strong>La</strong>zio<br />
alla specie è stato dedicato un Piano di Azione (Sorace et al., 2011) che<br />
ha consentito di fare chiarezza sul suo stato di conservazione: sono state<br />
stimate 171-342 coppie e sui Monti Reatini sono state registrate le densità<br />
più elevate <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio (2,53 cp/km 2 ). L’altitudine media <strong>del</strong>le osservazioni<br />
è risultata di 1.663 m con solo l’11,1% <strong>del</strong>le osservazioni sotto i 1.300 m<br />
s.l.m. Si alimenta principalmente di parti vegetali (foglie, germogli, semi e<br />
frutti) e di invertebrati, in particolare insetti.<br />
Le attività territoriali <strong>del</strong>la Coturnice iniziano già alla fine <strong>del</strong>l’inverno;<br />
per esempio, il 10 marzo 2008 nelle Mainarde, due maschi hanno risposto<br />
all’emissione <strong>del</strong> canto territoriale mentre sui Monti Reatini, il canto<br />
territoriale <strong>del</strong>la specie era udibile già il 6 febbraio <strong>del</strong>lo stesso anno. Specie<br />
monogama, con alcune coppie che formano legami di lunga durata,<br />
occasionalmente bigama. Il nido, costituito da un’incavatura naturale <strong>del</strong><br />
suolo viene rivestito con materiale vegetale, Il periodo <strong>del</strong>la deposizione<br />
<strong>del</strong>le uova è compreso tra aprile e giugno e viene effettuata una sola covata<br />
annua (8-14 uova), con eventuale covata di sostituzione.<br />
<strong>La</strong> cova inizia dalla deposizione <strong>del</strong>l’ultimo uovo ed è effettuata dalla sola<br />
femmina per 24-26 giorni. I pulli sono nidifughi e vengono accuditi<br />
da entrambi i genitori. L’involo avviene a circa 21 giorni e le dimensioni<br />
<strong>del</strong>l’adulto vengono raggiunte a 50-60 giorni. I giovani sono in grado di<br />
riprodursi a un anno di età.<br />
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Picchio dalmatino o dorsobianco<br />
Nonostante il nome, la sottospecie lilfordi non presenta il dorso bianco ma<br />
fittamente barrato. Il becco è lungo e scuro, il vertice è rosso nel maschio e<br />
nero nella femmina, la parte ventrale è bianca finemente barrata di scuro. I<br />
principali caratteri diagnostici sono quindi costituiti dalla barratura bianca<br />
e nera <strong>del</strong> dorso e dal vertice rosso <strong>del</strong> maschio. In considerazione <strong>del</strong>la<br />
frequenza <strong>del</strong>la specie, il principale rischio di confusione è con il comune<br />
Picchio rosso maggiore Dendrocopos major, frequente in tutti i tipi di bosco,<br />
ma leggermente più piccolo, provvisto di due ampie spalline bianche<br />
facilmente visibili anche in volo. Il tipico tambureggiare con la fase finale<br />
accelerata ed il verso, simile a quello di un Merlo, costituiscono utili caratteri<br />
di riconoscimento, dal momento che le osservazioni nel bosco risultano<br />
spesso difficoltose. Si tratta di una specie strettamente associata alle<br />
foreste mature di latifoglie montane dove si riproduce, scavando il nido<br />
nel tronco di piante di grandi dimensioni, solitamente morte od in forte<br />
stato di deperimento; in tal senso assume molta importanza la gestione<br />
<strong>del</strong> legno morto nell’ambito <strong>del</strong>le pratiche forestali. <strong>La</strong> distribuzione <strong>del</strong>la<br />
specie riguarda due ambiti geografici principali: l’area dei Monti Ernici-<br />
Simbruini-P.N. d’Abruzzo, <strong>La</strong>zio e Molise, che costituisce il più importante<br />
settore occupato dalla specie in Italia ed è collocato soprattutto in Abruzzo<br />
e l’area <strong>del</strong> Monte <strong>Terminillo</strong>-Monte Nuria-Monte Giano. Queste due aree<br />
rappresentano i soli territori sicuramente occupati dalla specie in Italia,<br />
dove complessivamente sono stimate 240-300 coppie nidificanti, 60-80<br />
<strong>del</strong>le quali nella regione <strong>La</strong>zio (Bernoni & De Sanctis, 2011) ed una decina<br />
nei Monti Reatini (Bernoni, 2004). In questo comprensorio montano occupa<br />
esclusivamente le faggete, tra i 1000 ed 1800 metri di quota.