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La Biodiversità del Terminillo - Lynx - Natura & Ambiente

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teriali, la montagna diviene luogo di ardimento, di svago, di studio e di<br />

contemplazione, inizia l’epoca <strong>del</strong>le salite alpinistiche, una forma di conoscenza<br />

e di cultura <strong>del</strong>lo stare in montagna incomprensibile per chi viveva<br />

di montagna. Per i montanari era già talmente dura la vita che non vi era<br />

motivazione di prendere altri rischi e fatiche, tuttavia i più validi e intraprendenti<br />

trasformarono in un lavoro extra quello di fare da guida a chi<br />

veniva dalla città offrendogli riparo, cibo e indicazioni per esplorare quelle<br />

valli e crinali che loro già conoscevano bene. Nel paese di Lisciano, la guida<br />

Giuseppe Munalli era una <strong>del</strong>le più rinomate. Questa attrazione per le<br />

vette e la voglia di conquista provenivano da chi le montagne le guardava<br />

da lontano, come sfida, gioco, rigenerazione per la stanca routine <strong>del</strong>la città,<br />

certamente un altro percorso culturale. (R. Marinelli, <strong>Terminillo</strong>. Storia<br />

di una montagna, cit.).<br />

Dal dopoguerra inzia un rapporto con la montagna sempre più funzionale<br />

al divertimento, inizia il turismo di massa. <strong>La</strong> montagna viene spogliata<br />

dei molti valori culturali e ambientali e viene allegerita la sua severità semplicemente<br />

ricostruendo un parco giochi cittadino sulla neve. Tutto inizia<br />

con una gita di Benito Mussolini che, aiutato dai valligiani, a dorso di mulo,<br />

giunse fino all’attuale Pian de Valli. Era il 22 gennaio 1933, una salita invernale<br />

che cambiò la storia <strong>del</strong> <strong>Terminillo</strong>. Il Duce alla fine <strong>del</strong>l’escursione<br />

pronunciò la famosa frase: “<strong>La</strong> prossima volta tornerò in automobile”.<br />

Da quel momento nascono i progetti di urbanizzazione <strong>del</strong> <strong>Terminillo</strong>; i<br />

reatini si sforzano di dare un nuovo volto alla montagna, di farla conoscere<br />

a coloro che avrebbero talmente fuorviato la cultura di quei luoghi da farla<br />

chiamare “Montagna di Roma”. Di seguito, la costruzione di alberghi e piste<br />

da sci ha dato il via al turismo, prima borghese, poi di massa <strong>del</strong>la Capitale.<br />

Probabilmente la montagna non è dei Romani ed è poco dei Reatini, da<br />

sempre legati più alla nebbiosa pianura che alle cime assolate <strong>del</strong> <strong>Terminillo</strong>.<br />

Per questo hanno imparato a conoscere questa montagna insieme ai<br />

turisti romani e riconducono la sua storia principalmente agli eventi che<br />

hanno portato alla costituzione <strong>del</strong>la stazione sciistica e al conseguente svi-<br />

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