La Biodiversità del Terminillo - Lynx - Natura & Ambiente
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Balia dal collare<br />
E’ un piccolo Passeriforme migratore, nidificante nei boschi di caducifoglie<br />
(principalmente faggete), con predilezione per quelli in buono stato di conservazione,<br />
maturi e ricchi di cavità naturali. Nel <strong>La</strong>zio la specie presenta<br />
una distribuzione ristretta al piano montano; nidifica lungo l’Appennino,<br />
nel settore nord-orientale e meridionale, e su parte <strong>del</strong>le dorsali <strong>del</strong>l’Antiappennino<br />
(Monti Lepini), tra i 1100 ed i 1800 metri di quota.<br />
Nel corso degli studi effettuati per la redazione <strong>del</strong> Piano di Gestione <strong>del</strong><br />
SIC “Bosco di Vallonina IT6020009” sono state effettuate <strong>del</strong>le stime <strong>del</strong>la<br />
specie nel sito che hanno consentito di valutare la consistenza <strong>del</strong>la popolazione<br />
nidificante tra le 157 e le 219 coppie, con densità di 0,28-0,30 coppie<br />
per ettaro (Sarrocco e Calvario, 2004).<br />
Nel <strong>La</strong>zio la popolazione nidificante è probabile che superi le 1.000 coppie<br />
riproduttive (Brunelli et al., 2011). <strong>La</strong> ridotta disponibilità di cavità naturali<br />
può rappresentare un fattore limitante per la specie; a tal riguardo la<br />
Regione <strong>La</strong>zio ha finanziato al Comune di Leonessa uno specifico progetto<br />
finalizzato all’installazione di nidi artificiali con l’obiettivo di rendere disponibili<br />
<strong>del</strong>le cavità artificiali in particelle forestali da sottoporre a tagli di<br />
utilizzo, quale misura di conservazione attiva prevista nel Piano di Gestione<br />
<strong>del</strong> sito. Nel corso <strong>del</strong> mese di novembre 2008 nella faggeta <strong>del</strong> SIC “Bosco<br />
Vallonina ” sono stati installati 300 nidi artificiali, collocati tra 1.100 e<br />
1.600 m di quota, ad una altezza di 3-5 metri dal suolo. Il controllo dei nidi<br />
ha evidenziato l’occupazione <strong>del</strong> 12,5% dei nidi. Le covate controllate erano<br />
costituite da un numero medio di 5,9 uova ed hanno prodotto una media<br />
di 4,6 giovani all’involo(Sarrocco et al., 2009).<br />
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Gracchio corallino<br />
È il più raro Corvide europeo ed è in declino in buona parte <strong>del</strong> suo areale<br />
ove il decremento interessa circa il 90% <strong>del</strong>le popolazioni europee conosciute.<br />
È una specie tipica d’alta montagna che occupa le praterie montane<br />
e d’altitudine, utilizzate per la ricerca <strong>del</strong> cibo e le pareti rocciose sulle<br />
quali nidifica, in anfratti o cenge.<br />
È una specie dal comportamento gregario e, dove numerosa, tende a nidificare<br />
in forma coloniale. Nel <strong>La</strong>zio è nidificante, con una distribuzione<br />
ristretta, concentrata esclusivamente lungo l’Appennino. Frequenta le praterie<br />
montane e d’altitudine, dai 1000 m s.l.m. sino alle massime quote.<br />
<strong>La</strong> specie è sedentaria, con erratismi durante il periodo invernale che la<br />
portano a frequentare le pianure intramontane ed anche i gruppi montuosi<br />
più costieri (Antiappennino) dove non nidifica. Attualmente nel <strong>La</strong>zio<br />
la specie nidifica lungo la dorsale appenninica, occupando i monti <strong>del</strong>la<br />
<strong>La</strong>ga e i Reatini, la Duchessa, i monti Simbruini, Ernici e <strong>del</strong>la Meta e le<br />
Mainarde. In un recente lavoro sono state censite nella regione 65 coppie<br />
di cui 34 nidificanti certe e 31 probabili, 18 <strong>del</strong>le 65 coppie sono state rinvenute<br />
entro una fascia di 2 km dal confine regionale. Sui Monti Reatini<br />
sono state stimate dalle 11 alle 24 coppie nidificanti (Bernoni et al., 2009).<br />
Oltre a cause di livello globale (cambiamenti climatici), la specie potrebbe<br />
essere sottoposta anche a fattori limitanti di scala regionale, come la riforestazione<br />
naturale dei pascoli montani, in corso nelle aree sommatali<br />
<strong>del</strong>le montagne appenniniche e la diminuzione <strong>del</strong>l’intensità di pascolamento<br />
che sembra interferire con l’alimentazione <strong>del</strong>la specie.