cop 69b - Agenda Digitale Lombarda - Regione Lombardia
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14<br />
Totale giorni<br />
con moderata<br />
criticità<br />
per temporali<br />
forti anni<br />
2009-2010<br />
Sperimentazione di nuovi servizi<br />
di allerta<br />
Un servizio sperimentato negli anni 2007-2009 da<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> è il sistema STAF (Storm Track Alert<br />
and Forecast), sviluppato da RSE-Ricerca sul Sistema<br />
Elettrico, di allerta automatico via sms sulla base di una<br />
elaborazione di dati radar e satellite. Tale sistema è in<br />
grado di avvisare tempestivamente, entro la mezz’ora<br />
precedente all’evento, in caso di previsione di un forte<br />
temporale su un’area geografica prefissata (uno o più<br />
Comuni). Un’interfaccia grafica via web permette inoltre<br />
di seguire l’evento visualizzandolo cartograficamente<br />
su un pc (o su un palmare). I destinatari di questi sistemi<br />
sono soggetti in grado di prendere decisioni sul<br />
campo in modo autonomo (ad esempio sospendere una<br />
manifestazione all’aperto o interdire al traffico un sottopasso<br />
stradale) ma potrebbe potenzialmente estendersi<br />
anche al singolo cittadino, capace di interpretare<br />
correttamente questa informazione (come avviene in<br />
Svizzera). Nell’estate 2009 questo servizio ha permesso,<br />
ad esempio, al referente del Comune di Monza, sulla<br />
base di un protocollo operativo di gestione degli avvisi<br />
di criticità, di supportare le decisioni delle autorità preposte<br />
in numerose situazioni di rischio legate a temporali.<br />
La performance di questi sistemi è in continuo<br />
miglioramento, tuttavia un limite difficilmente superabile<br />
sono i tempi di allerta estremamente ridotti. Inoltre<br />
vengono segnalati anche temporali potenzialmente<br />
intensi ma che, essendosi attenuati o avendo cambiato<br />
rotta durante il loro percorso, si manifestano nell’area<br />
monitorata con effetti meno rilevanti.<br />
Come abbiamo visto i sistemi di monitoraggio strumentale<br />
(radar, fulmini, stazioni al suolo) e le osservazioni a<br />
vista, quando disponibili, restano i principali mezzi per<br />
valutare l’entità di un evento temporalesco (densità di<br />
fulmini, pioggia oraria, raffiche di vento, grandine).<br />
Infatti, dall’analisi delle criticità segnalate, si nota che<br />
non sempre queste vengono comunicate alla Sala operativa<br />
regionale, specie nei casi in cui le problematiche<br />
connesse possono essere affrontate localmente e in<br />
modo diretto. Queste rilevazioni possono essere integrate,<br />
ad esempio con quelle della stampa locale che invece<br />
è piuttosto attenta a dare voce a quegli eventi che<br />
arrecano danni alla collettività, in particolare sotto<br />
l’aspetto produttivo. Anche il sistema di segnalazione<br />
via web “RASDA” di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong>, utilizzato per le<br />
richieste di rimborso dei danni da parte dei Comuni, può<br />
risultare utile. Informazioni preziose possono anche<br />
essere dedotte dall’operato dei volontari e dalle reti<br />
meteo amatoriali. Tuttavia il fatto che in una certa area<br />
non risultino criticità rilevanti non significa che non ci<br />
siano stati temporali forti. Il verificarsi di effetti negativi<br />
sul territorio, infatti, è strettamente correlato, oltre<br />
che alla vulnerabilità dello stesso, anche al momento in<br />
cui accade l’evento (di notte o di giorno può fare la differenza)<br />
e ad eventuali opere preventive strutturali e<br />
non strutturali messe in campo per fronteggiarlo.<br />
Le norme di prevenzione e l’autoprotezione<br />
Gli scenari di rischio associati ai temporali possono essere<br />
di vario tipo: effetti diretti generati dai fulmini oppure<br />
dall’esposizione alle raffiche di vento o alla grandine,<br />
ma anche quelli legati a esondazioni improvvise di torrenti<br />
o quelli determinati da piccole frane. Ma si può<br />
assistere anche ad effetti devastanti, rari ma non sconosciuti<br />
in <strong>Lombardia</strong>, riconducibili a tornado e trombe<br />
d’aria.<br />
Dal punto di vista normativo, in caso di avviso per temporali<br />
forti, è compito dei presidi territoriali, ovvero i<br />
Comuni, attivare con gradualità le procedure previste dal<br />
piano di emergenza, come la sorveglianza delle aree a<br />
maggior rischio (torrenti e corsi d’acqua minori, ponti,<br />
zone soggette a frane e colate di detrito) oltre a misure<br />
preventive da mettete in atto in occasione di manifestazioni<br />
di massa o di permanenza in luoghi aperti.<br />
Come noto i temporali sono talora imprevedibili, ma è<br />
possibile ovviare in parte a questo limite assumendo un<br />
ruolo attivo. Ogni cittadino, dunque, deve consultare<br />
costantemente le previsioni, specie se fornite da strutture<br />
istituzionalmente preposte. Ma anche osservare<br />
localmente i cambiamenti del tempo può rivelarsi utile a<br />
intraprendere azioni di protezione personale.<br />
Riconoscere i sintomi caratteristici di condizioni meteorologiche<br />
favorevoli allo sviluppo di temporali è relativamente<br />
semplice: il cielo tende a scurirsi; già al mattino<br />
si formano nubi cumuliformi; persiste o aumenta la<br />
foschia; si avverte la presenza di afa, specialmente in<br />
valle; si rileva un calo della pressione atmosferica; si<br />
percepisce un improvviso rinforzo del vento accompagnato<br />
da un calo di temperatura.<br />
Il possibile arrivo di un temporale si riconosce dal rapido<br />
sviluppo di cumuli, nubi di forma rigonfia e con contorni<br />
netti, che si possono trasformare in nubi tempora-<br />
Grandine<br />
di grosse dimensioni<br />
(foto P. Bonelli)