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34 MODULO 5 Il sistema tributario italiano ALCUNI ESEMPI DELLE DETRAZIONI PER ONERI Spese mediche, chirurgiche, farmaceutiche, specialistiche o per protesi Spese per l’accompagnamento, per gli autoveicoli e per i mezzi tecnici e informatici necessari a facilitare il movimento, l’autosufficienza e l’integrazione dei portatori di handicap Spese funebri per la morte dei familiari Spese per l’istruzione Premi per le assicurazioni sulla vita di durata non inferiore a cinque anni, stipulate fino al 31 dicembre 2000 – Premi per le assicurazioni contro gli infortuni Interessi passivi su mutui ipotecari per l’acquisto della prima abitazione Erogazioni a favore dello Stato o di enti senza scopo di lucro che operano per la conservazione di beni culturali Reddito complessivo Oneri deducibili Reddito imponibile Imposta lorda Detrazione per coniuge a carico Detrazione per figli a carico Detrazione da lavoro dipendente Detrazione per oneri Imposta netta Ammontare eccedente un limite prestabilito Intero ammontare Fino a un limite massimo per ogni decesso In misura non superiore a quella delle tasse e contributi degli istituti statali Importo complessivo non superiore a un limite prestabilito Fino a un limite prestabilito Intero ammontare Proponiamo di seguito un esempio pratico di determinazione dell’Irpef. Un contribuente, con a carico moglie e un figlio minore di tre anni, presenta un reddito complessivo pari a € 36.000,00 così composto: ◆ da reddito di fabbricati per € 10.000,00; ◆ da reddito di lavoro dipendente per € 26.000,00. Presenta inoltre oneri deducibili pari a € 3.000,00 e oneri detraibili pari a € 356,00. Determiniamo l’imposta dovuta. REGOLE IN VIGORE AL 1° GENNAIO 2010 € 26.000,00 + € 10.000,00 = € 3.000,00 € 36.000,00 − € 3.000,00 = € 15.000,00 × 23% = € 3.450,00 + € 13.000,00 × 27% = € 3.510,00 + € 5.000,00 × 38% = € 1.900,00 = € 8.860,00 € 690,00 € 95.000,00 − € 36.000,00 = 0,6211 € 95.000,00 0,6211 × € 900,00 = € 558,99 € 55.000,00 − € 36.000,00 = 0,475 € 40.000,00 0,475 × € 1.338,00 = € 635,55 € 356,00 € 8.860,00 − € 690,00 − € 558,99 − € 635,55 − € 356,00 = € 36.000,00 − € 3.000,00 − € 33.000,00 − € 8.860,00 − € 690,00 − € 558,99 − € 635,55 − € 356,00 = € 6.619,46 −
APPROFONDIMENTO 10. Le imposte dirette Perché no alla flat tax La flat tax è adottata soprattutto dai Paesi ex comunisti. Ma gli argomenti contro sono molto più numerosi di quelli a favore. E non è vero che sarebbe più semplice. In questi ultimi anni si è andato sviluppando un acceso dibattito sulla cosiddetta flat tax, un’imposta sui redditi personali caratterizzata da una sola aliquota. Il dibattito è acceso in molti dei Paesi occidentali, sviluppati o meno: si va dagli USA, dove tradizionalmente c’è maggiore disponibilità verso una competizione e uno sviluppo che lascino in secondo piano i temi del welfare e della coesione sociale, alla Germania, dove di recente la flat tax è stata proposta come uno dei possibili obiettivi di legislatura da parte dello schieramento conservatore, ai Paesi dell’Est europeo post comunista, che massicciamente hanno adottato la flat tax (come si vede dalla tabella a lato). Aliquote flat tax sui redditi da persone fisiche Stato Aliquota % Anno d’introduzione Estonia 26 1994 Lituania 33 1994 Lettonia 25 1995 Russia 13 2001 Serbia 14 2003 Ucraina 13 2004 Slovacchia 19 2004 Georgia 12 2005 Romania 16 2005 da “The Economist”, 14 aprile 2005 Chi la sostiene In Italia non sono moltissimi gli aperti sostenitori di una flat tax, ma va pur considerato che la legge delega di riforma dell’Irpef, approvata dal Parlamento nel 2003 e decaduta senza una sostanziale attuazione, prevedeva due sole aliquote (23% e 33%), di cui però quella maggiore si applicava solo a meno dello 0,5% dei contribuenti e per la sola parte del reddito eccedente gli € 100.000. Dunque, la maggioranza del Parlamento aveva approvato per uno dei grandi Paesi dell’Europa un’imposta personale estremamente vicina a una flat tax. Vediamo allora quali sono in sintesi le argomentazioni pro e contro questa struttura d’imposta così lontana dalle molteplici aliquote e scaglioni vigenti da sempre nell’Europa occidentale. Gli argomenti a favore e contro I sostenitori della flat tax la considerano auspicabile per due ordini di motivi. 1. La capacità di un’imposta a una sola aliquota possibilmente bassa, di stimolare l’offerta di lavoro e l’iniziativa d’impresa, e per questa via lo sviluppo economico e il benessere (medio) della popolazione. 2. La semplicità e la percepibilità sarebbero accompagnate dalla riduzione dei costi di gestione e controllo, da parte dello Stato, e dei costi di elusione/evasione, da parte dei cittadini. A corredo di questi due vantaggi, i cultori della flat tax “senza correttivi” solitamente non si soffermano sugli impatti redistributivi (se non per affermare che lo sviluppo economico alla lunga premia anche i ceti economicamente più deboli) e considerano modeste le perdite di gettito nel lungo periodo, proprio in virtù delle citate positive reazioni di comportamento degli agenti economici (lavoro e impresa). Gli oppositori della flat tax, per contro, si basano principalmente su due aspetti. 1. Una sola aliquota annulla, o riduce fortemente, l’azione redistributiva dell’Irpef, essenziale per la coesione sociale e il “patto di cittadinanza”. 2. Le consistenti perdite di gettito che accompagnano l’introduzione di una flat tax portano inevitabilmente a una più o meno marcata riduzione dello stato sociale, a un aumento di altre tasse più regressive, a un aumento del deficit e del debito. Commentando le argomentazioni a favore o contro, è ragionevole pensare a un effetto positivo di un’imposta molto semplificata e con aliquota bassa sulla produzione e sui costi di gestione. Tuttavia è oggetto di controversia la determinazione di quanto consistenti siano tali effetti. Un’aliquota unica attorno al 30%, ad esempio, costituirebbe un incentivo tangibile solo per i redditi medio/alti, la cui significativa reattività positiva è tutta da dimostrare. Quanto ai costi di gestione, si tratta di un argomento quasi irrilevante, considerato che i costi di amministrazione di un’imposta come l’Ir- → 35
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