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40 MODULO 5 Il sistema tributario italiano opere di altro genere (ad esempio, i chioschi, le baracche, i recinti, ecc.) purché esse siano stabilmente fissate o assicurate al suolo e suscettibili di produrre autonomo reddito. La determinazione del reddito dei fabbricati avviene mediante l’applicazione delle tariffe d’estimo catastale. Le rendite attualmente in vigore devono essere rivalutate nella misura del 5% al fine di compensare, seppure parzialmente, i ritardi con i quali il catasto aggiorna i valori dei fabbricati. 9. I redditi di capitale REDDITI DI CAPITALE Art. 44 D.P.R. 917/1986 Redditi di capitale. ◆ Per i fabbricati adibiti ad abitazione principale il contribuente ha diritto a una deduzione pari alla rendita catastale dell’immobile e delle sue pertinenze. ◆ Per le altre abitazioni tenute a disposizione del contribuente – le cosiddette seconde case – è prevista una maggiorazione pari a un terzo, introdotta al fine di scoraggiare i contribuenti a tenere sfitte abitazioni che potrebbero essere locate. ◆ Per gli immobili non locati, diversi dalle abitazioni, il reddito è costituito dalla rendita catastale. ◆ Per gli immobili dati in locazione la determinazione avviene in base al reddito effettivo netto, qualora sia superiore alla rendita catastale. Tale reddito effettivo netto si calcola detraendo dalla somma dei canoni di locazione dovuti nel periodo d’imposta una quota forfettaria del 15% dei canoni stessi, per le spese di manutenzione. Il Testo unico, agli artt. 44 e seguenti, non fornisce una definizione unitaria dei redditi di capitale, ma elenca una serie di fattispecie. Sono considerati redditi di capitale: ◆ gli interessi e gli altri proventi derivanti da mutui, depositi, conti correnti, obbligazioni e titoli similari; ◆ gli utili distribuiti da società di capitali ed enti commerciali, o derivanti da associazione in partecipazione in cui l’apporto dell’associato non sia costituito esclusivamente da prestazioni di lavoro, o distribuiti da società che gestiscono masse patrimoniali affidate da terzi (società fiduciarie); ◆ le rendite perpetue, i compensi per prestazioni di garanzia, i proventi derivanti da movimenti su titoli o valute, i capitali corrisposti in dipendenza di contratti di assicurazione sulla vita; ◆ gli interessi e gli altri proventi derivanti da altri rapporti aventi per oggetto l’impiego del capitale, esclusi espressamente i rapporti attraverso cui possono essere realizzati differenziali positivi e negativi in dipendenza di un evento incerto. Tuttavia, se i proventi indicati all’art. 44 sono conseguiti nell’esercizio d’imprese commerciali o società, essi costituiscono componenti positivi del reddito d’impresa. Per questa categoria di redditi l’applicazione dell’imposta avviene di norma con la ritenuta alla fonte: ◆ a titolo d’imposta definitiva – e quindi con esclusione dalla base imponibile ai fini dell’Irpef –, se i redditi vengono percepiti da persone fisiche al di fuori dell’esercizio d’impresa; ◆ a titolo d’acconto, se i redditi sono percepiti da società in nome collettivo o in accomandita semplice: il reddito concorre a formare la base imponibile per i singoli soci; ◆ a titolo d’acconto anche per le società ed enti commerciali soggetti a Ires.
10. Le imposte dirette 10. I redditi di lavoro dipendente REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE Art. 2094 Codice civile È prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell’impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore. Art. 49 D.P.R. 917/1986 Redditi di lavoro dipendente. Art. 50 D.P.R. 917/1986 Redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente. Tutti i compensi percepiti dal contribuente nel periodo di imposta in qualità di lavoratore subordinato rientrano nei redditi di lavoro dipendente. I redditi di lavoro dipendente derivano da rapporti aventi per oggetto la prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione di altri, ai sensi dell’art. 2094 C.c. Pertanto costituiscono redditi di lavoro dipendente: ◆ i compensi che si ricollegano direttamente alla prestazione di lavoro; ◆ le indennità spettanti al lavoratore a vario titolo (assegno di maternità, indennità di disoccupazione, cassa integrazione guadagni, ecc.); ◆ il trattamento di fine rapporto di lavoro e le indennità analoghe, quando le stesse non siano assoggettate a tassazione separata; ◆ le pensioni di ogni genere. Ai redditi di lavoro dipendente sono assimilati altri proventi, fra loro piuttosto eterogenei. Da un lato, le loro caratteristiche, dall’altro, ragioni di opportunità politica hanno indotto il legislatore ad assoggettarli allo stesso trattamento fiscale. Ad esempio, sono assimilati ai redditi di lavoro dipendente, fra gli altri: ◆ i redditi derivanti dai rapporti di collaborazione con compensi prestabiliti; ◆ i compensi percepiti dai soci lavoratori delle cooperative; ◆ i compensi percepiti per incarichi svolti presso terzi da lavoratori dipendenti; ◆ le borse di studio, gli assegni e i sussidi per fini di studio. Il reddito di lavoro dipendente è determinato, sulla base dell’art. 51 del Tuir, tenendo conto di tutte le somme e i valori a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro. Risulta evidente, nella norma, la preoccupazione di comprendere nella base imponibile qualsiasi erogazione o prestazione dei datori di lavoro, al fine di prevenire forme di evasione e di elusione che, considerata la grande diffusione di questo tipo di reddito, comporterebbero pesanti ripercussioni sul gettito dell’imposta. Pertanto la normativa entra nel dettaglio anche dei compensi in natura, mentre per alcune specifiche prestazioni, quali l’uso dell’autovettura, il godimento di alloggi, la concessione di prestiti, il legislatore ha previsto norme specifiche. Non concorrono invece a formare il reddito di lavoro dipendente una serie di voci quali, ad esempio, i contributi previdenziali e assistenziali versati dal datore di lavoro in ottemperanza a disposizioni di legge; le somme erogate dal datore di lavoro alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti per frequenza di asili nido e di colonie climatiche da parte di quei familiari per i quali spettano le detrazioni d’imposta, nonché per borse di studio a favore dei medesimi familiari; le prestazioni delle mense aziendali; i servizi di trasporto collettivo al luogo di lavoro; il valore delle azioni emesse dalla società datrice di lavoro o da società controllate o collegate e offerte alla generalità dei dipendenti fino a un limite di legge, a condizione che non siano riacquistate dal datore di lavoro o dalla società emittente, o che non siano cedute ad altri prima di 3 anni. 41
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