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42 MODULO 5 Il sistema tributario italiano
11. I redditi di lavoro autonomo
REDDITI DI LAVORO
AUTONOMO
Art. 53 D.P.R. 917/1986
Redditi di lavoro autonomo.
Tutti i compensi percepiti dal contribuente nel periodo d’imposta per lo svolgimento
di un’attività personale senza vincolo di subordinazione rientrano nei redditi di
lavoro autonomo, ai sensi dell’art. 53 del Tuir.
I redditi di lavoro autonomo derivano dall’esercizio di arti e professioni, vale a dire dall’esercizio
per professione abituale, ancorché non esclusivo, compreso l’esercizio in forma
associata.
Il secondo comma dell’art. 53 qualifica inoltre come redditi di lavoro autonomo anche
altri proventi quali quelli derivanti dall’utilizzazione economica delle opere dell’ingegno
se percepiti da parte dello stesso autore o inventore, le indennità per la cessazione di rapporti
di agenzia ricevute da persone fisiche, i compensi spettanti all’associato in partecipazione,
se l’apporto è costituito esclusivamente da prestazioni lavorative.
Il reddito di lavoro autonomo derivante dall’esercizio di arti e professioni è determinato
dalla differenza fra l’ammontare dei compensi (in denaro o in natura)
percepiti nel periodo d’imposta e quello delle spese sostenute nel medesimo periodo,
a condizione che le stesse siano inerenti all’esercizio dell’arte o professione.
La deduzione delle spese è pertanto ammessa soltanto nel periodo d’imposta in
cui queste vengono effettivamente pagate, nel rispetto del criterio di cassa.
12. I redditi d’impresa
ESERCIZIO D’IMPRESA
COMMERCIALE
Per alcuni costi è tuttavia ammessa la deduzione delle quote maturate anno per anno, secondo
il criterio di competenza:
◆ quote di ammortamento di beni mobili strumentali;
◆ quote delle indennità di quiescenza e previdenza maturate nel periodo d’imposta;
◆ quote dei canoni di leasing relativi a beni mobili strumentali.
Sono redditi d’impresa tutti i compensi percepiti nel periodo d’imposta che
derivano dall’esercizio d’impresa commerciale.
Per esercizio d’impresa commerciale si intende lo svolgimento per professione abituale,
ancorché non esclusiva, delle attività indicate nell’articolo 2195 C.c., anche quando non
sono organizzate in forma d’impresa.
Il concetto d’impresa commerciale del Testo unico delle imposte sui redditi è più
ampio rispetto a quello accolto dal Codice civile.
Ai sensi delle norme civilistiche si ha impresa commerciale quando sussistono
contemporaneamente due elementi: l’organizzazione imprenditoriale e l’esercizio di
una delle attività indicate nell’art. 2195 C.c.
In base alle norme fiscali, invece, basta che sia presente uno soltanto fra questi
due elementi.
Inoltre l’attività delle società (a esclusione delle società semplici) e quella degli
enti commerciali sono in ogni caso considerate esercizio d’impresa commerciale,
qualunque ne sia l’oggetto.
Il reddito d’impresa deve essere dichiarato dal titolare dell’attività nel caso in cui
sia svolta da una persona fisica o da una persona giuridica. Il reddito d’impresa