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Finestre Homepage Politica Cronaca Economia Esteri Sport Scienza & Tecnologia Il vero miracolo italiano Un sistema fiscale moderno teso alla crescita deve consentire ai contribuenti (e soprattutto alle imprese) di compiere il proprio dovere fiscale con semplicità. L’impatto del sistema fiscale sulle imprese italiane, stando a un report redatto nel novembre 2006 dalla World Bank, sarebbe sconfortante. Perché è importante che un sistema fiscale semplifichi l’adempimento tributario? Immaginiamo una situazione in cui il cittadino e l’impresa si trovino di fronte a 20 imposte diverse, ciascuna con base imponibile e criteri di esenzione diversi, con un gran numero di pagamenti da effettuare con diversa cadenza periodica e magari a un diverso sportello. Che cosa accadrebbe? Prima di tutto, sarebbe necessario dedicare molto tempo al calcolo e al pagamento delle imposte sottraendolo ad attività più produttive, a scapito dell’efficienza. In secondo luogo, l’impresa dovrebbe valersi di tributaristi: è impossibile per l’imprenditore conoscere tutta la normativa e tenersi aggiornato. Ciò implica un incremento dei costi. Inoltre la complessità del sistema facilita l’elusione e incentiva l’evasione. Infatti, se i costi totali del pagamento delle imposte (importo del tributo, parcelle dei tributaristi e tempo perso agli sportelli delle agenzie esattrici) sono eccessivi, potrebbe essere conveniente non pagare e rischiare la multa. E c’è di più: in caso di controllo fiscale, per l’impresa è difficile trovarsi in regola con tutti gli adempimenti richiesti. Il adempimento tributario liberamente tratto da ANTONIO MELE, Il vero miracolo italiano, apparso il 16 gennaio 2007 su un sito Internet specializzato in studi economici e politici elusione, evasione, economia sommersa 9 UNITÀ Anagrafe tributaria, sanzioni e uffici del fisco Spettacoli & Cultura che incoraggia pratiche di corruzione e concussione dei pubblici ufficiali preposti ai controlli. Infine, da parte dello Stato, il problema della riscossione del gettito risulta particolarmente oneroso: un maggior numero di tasse e di pagamenti implica maggiori costi amministrativi per la raccolta a livello sia locale sia centrale. Secondo il report, l’economia sommersa diminuisce quando è più facile pagare le imposte, come dimostra la storia recente delle riforme fiscali nei Paesi dell’Est europeo dove lo snellimento del sistema ha portato a una notevole riduzione dell’evasione fiscale e a un aumento del gettito (anche con aliquote fortemente ridotte). Il report mostra inoltre come, in Paesi in cui la difficoltà nel pagare le imposte è maggiore, il rischio per le imprese di essere coinvolte in pratiche di corruzione o concussione sia doppio rispetto a quello di Paesi classificati migliori dal punto di vista della semplicità degli adempimenti tributari. Per quanto concerne il carico fiscale complessivo, un livello contenuto di tassazione è importante per garantire i giusti incentivi verso lo sviluppo economico; una bassa tassazione dei profitti incoraggia le imprese a investire, mentre elevati livelli di tassazione del lavoro e di contribuzione sociale aumentano il cuneo fiscale, rendendo poco conveniente per l’impresa assumere nuovi lavoratori. Forse è questo il vero miracolo italiano: che ci siano ancora imprese attive, nonostante questo sistema fiscale. controllo fiscale cuneo fiscale
9. Anagrafe tributaria, sanzioni e uffici del fisco 1. L’anagrafe tributaria IL SISTEMA TRIBUTARIO L’ANAGRAFE TRIBUTARIA Un sistema tributario è un complesso di regole e di strumenti organizzativi finalizzati alla determinazione e alla riscossione dei tributi, presenti in uno Stato in un preciso momento. Il sistema tributario italiano è composto da un numero elevato di tributi e da complicate procedure, mentre dovrebbe ispirarsi ad alcuni principi generali contenuti nella nostra Costituzione. I principi costituzionali trovarono parziale applicazione con la riforma Vanoni del 1951, che istituiva la dichiarazione dei redditi annuale, riduceva le aliquote e introduceva il minimo imponibile e le detrazioni per i familiari a carico. Il sistema tributario si rivelava però ancora inefficace, scarsamente flessibile e poco equo. Nel 1962 venne istituita una commissione di studio presso il Ministero delle Finanze per elaborare la riforma poi avviata nel 1971. Si doveva ottenere una maggiore equità anche con l’adozione di nuove tecniche e mezzi, come l’istituzione di un centro elettronico di raccolta di tutti i dati fiscali dei contribuenti. Le numerose imposte vennero raggruppate in pochi grandi tributi, fra cui i più noti sono l’imposta diretta Irpef e quella indiretta Iva. Ancora una volta la riforma ha ottenuto risultati parziali sia per lo scarso funzionamento delle amministrazioni, sia per la criticità del rapporto fra il fisco e i contribuenti. L’eccessiva crescita del numero dei tributi, la frequenza e la frammentarietà delle modifiche compromettono tanto l’organicità del sistema quanto la sua chiarezza. L’efficienza del sistema e l’equità della ripartizione effettiva dell’onere dei tributi dipendono da un’ampia e complessa serie di atti, che vanno dalla produzione di norme chiare alle indagini per stabilire se ogni contribuente ha effettivamente pagato il dovuto. In sintesi, l’accertamento non è altro che la determinazione dell’imposta dovuta dal soggetto passivo. L’esatto pagamento dell’imposta è ottenuto soltanto quando sono accertati sia la base imponibile sia il contribuente che ne dispone. Per determinare l’imposta è quindi indispensabile appurare l’esistenza e l’ammontare dell’imponibile, come pure l’esistenza e le condizioni del contribuente. Può sembrare curioso affermare che è necessario “appurare l’esistenza del contribuente”. Di regola tutte le nascite vengono spontaneamente denunciate agli uffici dei Comuni: è noto che l’iscrizione all’anagrafe è indispensabile per poter condurre una vita normale. Non è altrettanto indispensabile avere rapporti col fisco... tanto che i mezzi d’informazione riportano con una certa frequenza che sono stati trovati evasori totali, ovvero soggetti che non hanno versato una sola imposta, e risultano quindi sconosciuti all’erario. È vero, peraltro, che in alcuni casi l’accertamento richiede indagini complesse e delicate, che possono coinvolgere anche ambiti protetti da diritti fondamentali della persona, come quello alla riservatezza. Nel contrasto fra questi diritti e l’esigenza di accertare il rispetto del dovere tributario, sembra prevalere la salvaguardia dell’interesse della collettività, tanto che, grazie a una sentenza della Corte costituzionale (n. 51 del 1992), gli accertamenti non sono più bloccati dal segreto bancario, ma è autorizzata l’acquisizione dalle banche di informazioni sulla situazione finanziaria dei contribuenti. È soltanto dal 1973 (D.P.R. 605, Disposizioni relative all’anagrafe tributaria e al codice fiscale dei contribuenti) che in Italia è previsto uno strumento per censire i soggetti passivi e organizzare le informazioni raccolte. L’anagrafe tributaria è definita dal primo comma dell’art. 1 del D.P.R. 605/1973. L’anagrafe tributaria raccoglie e ordina su scala nazionale i dati e le notizie risultanti dalle dichiarazioni e dalle denunce presentate agli uffici dell’Amministrazione finanziaria e dai relativi accertamenti, nonché i dati e le notizie che possono comunque assumere rilevanza ai fini tributari. 5
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