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12 Giuseppe Bentivegna<br />
losofia della storia progressiva sullo sfondo della Scienza nuova vichiana. Le<br />
riflessioni sulla storia costituiscono delle innovazioni che avvicinano gli intellettuali<br />
isolani alla contemporanea cultura italiana ed europea, non più<br />
ferma allo sterile spiritualismo dei metafisici tradizionali, ma aperta all’incisivo<br />
pensiero della filosofia civile.<br />
La ripresa dei temi vichiani (che andrebbe approfondita all’interno del<br />
vichismo risorgimentale nazionale a partire da V. Cuoco) e l’adesione alla<br />
“civile filosofia” di Romagnosi, presenti, fra gli altri, in B. Castiglia ed E.<br />
Amari, non hanno nulla di materialistico (come sostiene Gentile), tranne<br />
che per materialismo non si intenda qualsiasi impegno teorico-pratico volto<br />
all’ammodernamento della società, che in questo caso addirittura è di<br />
chiara ispirazione cattolico-liberale. Un elemento che in questi due intellettuali<br />
si ritrova immediatamente è l’adesione al cattolicesimo, che però<br />
non li porta ad una chiusura nei confronti di autori di altra ispirazione filosofica<br />
(ad es. Bentham, Romagnosi, ecc.) utilizzati come punto di riferimento<br />
per nuovi modelli di sviluppo. Gli intellettuali di cultura borghese<br />
non potevano rivolgersi al Papato, ancorato ad una visione sociale di tipo<br />
medievale, ma alle forze italiane ed europee che lottavano a fianco della<br />
borghesia più avanzata per la con<strong>qui</strong>sta del potere politico. Bisogna sottolineare<br />
però che il dibattito non vede i cattolici in un unico fronte perché<br />
la questione sociale diventa la linea di demarcazione tra cattolici liberali e<br />
cattolici sociali, riproducendo in Sicilia una questione italiana ed europea.<br />
Castiglia, ad esempio, avverte che la metafisica scolastica rappresenta politicamente<br />
un momento regressivo rispetto alle esigenze di rinnovamento.<br />
In Castiglia l’antisicilianismo è chiaro, deliberato, cosciente del valore di<br />
rottura, poiché il progresso non è possibile con l’isolazionismo e il protezionismo.<br />
Le scienze dell’umanità di cui parla Castiglia, limitando la ricerca<br />
al cerchio delle opere umane, hanno una precisa connotazione politica,<br />
poiché, affermando con Vico che il mondo storico-civile è il frutto dell’operare<br />
umano, escludono ogni intervento divino: l’uomo si riappropria del<br />
suo mondo e ne diviene l’artefice. Il ribaltamento del metodo vichiano, ritenuto<br />
aprioristico, è la prova evidente di questa nuova mentalità positiva,<br />
che vuole trarre dall’osservazione i principi che debbono regolare l’agire<br />
umano, non più determinato e guidato dalle leggi immutabili di Dio, ma<br />
frutto di ben calcolate indagini osservative e storiche. In tal senso Castiglia