qui - maria vita romeo

Giuseppe Pezzino
Platone in Italia
INforMaTo Da PerSoNa MoLTo aDDeNTro alle segrete cose, vado a
trovare Platone che, di ritorno dalla Germania della Reichskanzler Angela
Merkel, è di passaggio in Italia per far vela alla sua Atene devastata dalla
crisi. È stanco il sommo filosofo: stanco del viaggio e soprattutto stufo della
Merkel che, a chi le parla di dramma della Grecia, dà sulla voce perché
non esiste alcuna dracma greca, bensì l’euro. Ma la sua figura bella e nobile
mi dice che nulla, in questo vecchio dalla lunga barba bianca e dagli occhi
vivi e penetranti, è andato perduto dell’antica energia fisica e mentale. Circondato
da un gruppo di discepoli, egli avanza con quel passo maestoso
che proviene bensì da natura e non già da superbia. Infatti, senza perdere
alcunché della sua nobiltà, mi accoglie e mi libera dall’impaccio con segnali
di modestia, di quell’autentica modestia che solo gli autentici grandi possiedono.
Congedati i discepoli, mi invita a passeggiare per i viali di un giardino
di sogno mediterraneo. L’ombroso verde tenta, non sempre vittorioso, di
difenderci dalla rabbia di un sole meridionale che non vuol capacitarsi che,
a fine maggio, non si può pretendere di ruggire come il solleone. Quan -
d’ecco una panca, sotto un vecchio ed ospitale ulivo, convince Platone a
sedersi. Resto in piedi, a fissare per un interminabile attimo ora il vecchio
filosofo ora la mia paura. Poi prendo un granellino di coraggio; ed esordisco
nel peggiore dei modi:
Innanzi tutto Vi ringrazio per avermi ricevuto… ecco, non so come rivolgermi
a Voi; posso darvi del Maestro? Per me sarebbe un grande onore… mi
farebbe sentire, anche se indegno, un vostro lontanissimo allievo.
Maestro è una parola bellissima, segno di un ideale eterno che si cala
nel fiume del divenire, del tempo, del finito e del transeunte, senza perdere
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