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DIALOGO SULLA LETTERATURA - Comune di Livorno

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6<br />

iii sezione<br />

Genova è legata alla mia storia <strong>di</strong> uomo. Questo e soltanto questo, forse,<br />

è il motivo del mio amore per Genova, assolutamente in<strong>di</strong>pendente dai<br />

pregi in sé della città. Ed è per questo che da Genova, preferibilmente, i<br />

miei versi traggono i loro laterizi. <strong>Livorno</strong> per me è l’infanzia: è Annina,<br />

è la madre. Genova, invece, è mézigue.<br />

Con Roma, anche se ci vivo da anni e non so staccarmene, non lego molto:<br />

non è il mio ambiente, manca il paesaggio industriale a me tanto caro,<br />

manca il porto, mancano le navi, anche se ci sono in compenso tutte le<br />

cose stupende che ognun sa. Ma amo molto, egualmente, questa città,<br />

anche se mi sa un poco <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>o Oriente, forse per il clima, forse perché<br />

è la città santa, che induce ad aspettarsi, in certi tramonti al Gianicolo,<br />

a due passi <strong>di</strong> casa mia, <strong>di</strong> veder apparire fra le palme i cammelli.<br />

Comunque, ripeto, non lascerei Roma, forse nemmeno per Genova. Genova,<br />

forse, <strong>di</strong>ventata ormai in me pura città dell’anima, mi piace sospirarla.<br />

In nessun’altra città d’Italia, e forse del mondo, credo che si possa<br />

godere la libertà che si gode a Roma.<br />

Camon E in questa Roma, oggi, come vive? Non è un ambiente fatto <strong>di</strong><br />

intrighi e <strong>di</strong> rapporti sotterranei?<br />

Caproni Vivo a Roma come vivrei in qualsiasi altra città dove si vive per<br />

ragioni <strong>di</strong> lavoro. Frequento poco l’ambiente letterario, non per sciocca<br />

superbia, ma perché lavoro moltissimo (non come “poeta”, si ba<strong>di</strong>) e perché<br />

le <strong>di</strong>stanze sono immense. Fra gli scrittori “romani”, cioè residenti<br />

a Roma, ho infatti amici carissimi, a cominciare da Libero Bigiaretti,<br />

che mi ha aiutato in tutti i sensi, materialmente e moralmente. E potrei<br />

poi nominare Libero de Libero, Gianna Manzini, Enrico Falqui, Attilio<br />

Bertolucci, Alfonso Gatto e ... (inutile far l’elenco <strong>di</strong> tutti gli scrittori e<br />

artisti <strong>di</strong> qui, che, a parte i loro meriti, ho sempre trovato cor<strong>di</strong>alissimi<br />

e pieni <strong>di</strong> bontà per me, tutti quanti, a <strong>di</strong>spetto del mio starmene rintanato.<br />

Del loro sincero affetto per me ho avuto più d’una prova durante<br />

la mia recente degenza in clinica).<br />

Troppi pensano che l’ambiente romano sia pieno <strong>di</strong> camarille e <strong>di</strong> chiesuole.<br />

Non è vero. Io, fin da quand’ero assolutamente sconosciuto, ho<br />

sempre trovato le strade aperte, e non ho mai avuto bisogno <strong>di</strong> raccomandazioni<br />

o baratti.<br />

A Roma poi ho la mia scuola, i miei bambini, che amo molto. Vorrei insomma<br />

sfatare la leggenda, che presso alcuni corre, <strong>di</strong> un povero Caproni<br />

pittorescamente sperduto ai Quattro venti. (Del resto, ho una casa a Ge-

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