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Vol 1 - N° 3 - AIDA

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L'ACIDO RETINOICO<br />

TOPICO COME<br />

DERMOCOSMETICO<br />

POLIVALENTE<br />

M. Monti<br />

Clinica Dermatologica, Università di Milano<br />

Dir.: Prof. R. Caputo<br />

L.:acido retinoico<br />

(tretinoina) per<br />

via topica è<br />

entrato nel<br />

bagaglio<br />

terapeutico del<br />

dermatologo<br />

da più di 10<br />

anni ed è<br />

largamente<br />

impiegato<br />

per il trattamento<br />

dell'acne e<br />

del<br />

fotodanneggiamento<br />

cronico.<br />

L.:acido retinoico agisce da ormone<br />

f)1orfogenico in grado di regolare la<br />

proliferazione/differenzazione del cheratinocita ma anche il<br />

fibroblasto, l'endoteliocita ed il sebocita risentono dello<br />

stimolo dell'acido retinoico, così all'applicazione del farmaco<br />

seguono cambiamenti dell'intera cute e non solo<br />

dell'epidermide.<br />

Molte di queste modificazioni possono essere sfruttate a<br />

scopo dermocosmetologico. L.:assottigliamento dello strato<br />

corneo, l'iperdesquamazione, l'ispessimento<br />

dell'epidermide, la neocollagenogenesi, la vasodilatazione,<br />

la neoangiogenesi, la iposecrezione sebacea dovute alla<br />

azione dell'acido retinoico possono essere sfruttate per<br />

trattare problemi dermocosmetologici come ispessimento<br />

cutaneo, «carnosità» cutanea, forfora, iperseborrea,<br />

cheratosi follicolare, distrofia dermica, melanosi ecc .; inoltre<br />

l'acido retinoico come incrementante dell'assorbimento<br />

transcutaneo può utilmente essere impiegato in<br />

associazione con altri farmaci svolgenti azioni<br />

dermocosmetiche quali l'acido azelaico o il minoxidil.<br />

DIAGNOSTICA STRUMENTALE<br />

NON INVASIVA<br />

IN DERMATOLOGIA<br />

M. Lomuto<br />

Divisione di Dermatologia<br />

dell'Istituto di Ricovero e Cura<br />

a Carattere Scientifico «Casa Sollievo della Sofferenza»<br />

San Giovanni Rotondo (FG)<br />

L.:avanzare delle<br />

conoscenze in<br />

campo<br />

biotecnologico<br />

mette<br />

quotidianamente<br />

a<br />

disposizione<br />

del medico<br />

sempre<br />

nuove e<br />

sofisticate<br />

apparecchiature<br />

di<br />

indagine<br />

che<br />

\'II. l o(11\l\O permettono<br />

un<br />

sempre<br />

maggiore affinamento<br />

diagnostico con , a volte, una significativa riduzione<br />

del disagio per il paziente in accertamento. Tali tecnologie<br />

trovano, purtroppo, ostacoli sostanziali al loro impiego da<br />

parte dei dermatologici, ancora troppo spesso ancorati al<br />

concetto che l'occhio, supportato da un buon bagaglio<br />

culturale, sia il più antico, economico e perfetto strumento di<br />

diagnostica non invasiva. In realtà è ormai ampiamente<br />

dimostrato dalla letteratura internazionale, come attraverso<br />

l'uso integrato di diverse tecniche (epiluminescenza,<br />

ecografia cutanea, elastometria, TEWL, termometria,<br />

capillaroscopia computerizzata e non, spettrometria di<br />

superficie, ecc.) sia spesso possibile ridurre drasticamente<br />

l'indice di errore diagnostico (come con l'uso<br />

dell'epiluminescenza nella diagnostica preoperatoria del<br />

melanoma), avvicinandosi in maniera significativa alla<br />

certezza. Nell'impossibilità materiale di esaminare e<br />

discutere tutte le metodiche non invasive utilizzabili in<br />

campo dermatologico, vengono passati in rassegna i<br />

vantaggi derivanti nella pratica ambulatoriale quotidiana<br />

dall'uso integrato di alcune di esse, con particolare riguardo<br />

per la patologia oncologica di interesse dermatologico.<br />

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