Marzo - Aprile - Maggio 2012 - Costa Etrusca
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portabile. «Non avevo previsto<br />
di andare a pesca – racconta<br />
– ma d’un tratto mi sono tirato<br />
su dal letto, ho caricato sul motorino<br />
la mia attrezzatura e<br />
ho raggiunto il porto. Quando<br />
sono arrivato sul molo Trieste<br />
era piuttosto tardi, tanto che sono<br />
partiti gli sfottò dei presenti,<br />
ma poi un pescatore mi ha<br />
ceduto una postazione in un<br />
buon punto e da un altro ho ottenuto<br />
persino l’esca, che non<br />
avevo con me, una salacca».<br />
Il caso si è trasformato in buona<br />
sorte quel giorno, per l’operario<br />
quarantenne, originario<br />
di Carrara, trasferito a<br />
Piombino da un anno e pescatore<br />
per passione da piccino.<br />
La fortuna ha regalato ad Andrea<br />
una cattura impensabile.<br />
Dalla sua il ragazzo aveva<br />
un’attrezzatura di tutto rispetto,<br />
canna Italcanna, amo<br />
“sette zeri” e filo 0,80. «Quando<br />
il pesce ha abboccato –<br />
spiega Andrea – ho pensato che<br />
fosse grosso, ma non certo<br />
un esemplare da oltre mezzo<br />
quintale. Mi sono reso conto<br />
di avere preso all’amo una<br />
preda eccezionale solo quando,<br />
dopo un’ora di tira e molla,<br />
la ricciola ha cominciato ad<br />
affiorare».<br />
L’aiuto di altri pescatori è stato<br />
indispensabile, per riuscire<br />
a non farsi sfuggire il bestione,<br />
specie quando Andrea<br />
ha ceduto la canna a uno di loro,<br />
è sceso sugli scogli e ha agganciato<br />
il pesce con un raffio.<br />
A quel punto, tutti sono rimasti<br />
a bocca aperta: perché<br />
con grande fatica il giovane pescatore<br />
e un amico hanno tirato<br />
fuori dall’acqua l’immenso<br />
esemplare. «Cinquantacinque<br />
chili – dice con orgoglio<br />
inossidabile Andrea –<br />
come è risultato quando è stato<br />
messo sulla bilancia, all’asta<br />
del pesce». Un macigno, entrato<br />
a stento nel baule della<br />
macchina della mamma, sopraggiunta<br />
al molo Trieste<br />
per dare una mano al figlio a<br />
portar via una preda da sogno.<br />
L’abbraccio con la preda<br />
ora anche pizza!<br />
55<br />
Luca Signorini, 43 anni, operaio alla Magona, ha catturato<br />
una leccia di 23 chili e 800 grammi, gettando l’amo dal molo<br />
Trieste, al porto di Piombino, lo scorso ottobre. Oltre un’ora<br />
di lotta con l’esemplare è servita per segnare il destino<br />
del pesce, che fino all’ultimo si è battuto per la libertà: la<br />
tenacia di Luca e un raffio di 4 metri hanno avuto la meglio<br />
sulla grossa leccia, finita arrosto in un banchetto da<br />
veri buongustai.<br />
Il racconto di questa straordinaria impresa, sul numero scorso<br />
di <strong>Costa</strong> <strong>Etrusca</strong>, ha riportato alla memoria un precedente<br />
primato: quello di Andrea Bellocchio, che, nell’89,<br />
dallo stesso molo, pescò una ricciola di 55 chili. Noi diamo<br />
a Cesare quel che è di Cesare: il record della leccia, dunque,<br />
spetta a Signorini, quello della ricciola a Bellocchio.