Edizione del 07/04/2013 - Corriere
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La presentazione <strong>del</strong> libro<br />
di Acocella a Napoli<br />
GiovanniAcocella<br />
non<br />
necessita<br />
di alcuna particolare<br />
presentazione<br />
né per le giovani generazioni<br />
di studenti liceali, che ne<br />
hanno apprezzato le doti innate <strong>del</strong>la<br />
chiarezza espositiva né per quelle<br />
più datate, che lo ricordano soprattutto<br />
come un esponente di spicco<br />
di quella classe di politici, di cui la<br />
nostra provincia è stata generosa e<br />
prolifica madre. Salvo poi a rivelarsi<br />
matrigna e amara esigendo dolorose<br />
rinunce e privazioni, come quella di<br />
una carriera universitaria, forse più<br />
confacente alla sua indole di studioso<br />
metodico e geniale.<br />
Quando, preso dagli impegni alla Regione,<br />
fu costretto a lasciare il dipartimento<br />
di fisica, il suo maestro Antonio<br />
Carrelli, allora anche Presidente<br />
<strong>del</strong>l’Accademia dei Lincei, lo salutò<br />
con un malinconico: “Acocè la politica<br />
ci ha divisi”.<br />
Giovanni è figlio di Calitri, terra nobile<br />
patria di artisti ceramisti e anche<br />
di scienziati come Alfonso Del Re e<br />
Angelo Maria Maffucci, è sede<br />
di un laboratorio di strumentazioni di<br />
Fisica, apprezzate per l’abilità artigianale<br />
con cui sono stati realizzati, importanti<br />
strumenti didattici,<br />
Da persona schiva Giovanni Acocella<br />
non ama esibire i suoi successi politici,<br />
quando ricoprire incarichi importanti<br />
come Assessore provinciale<br />
e regionale, Presidente <strong>del</strong>la Camera<br />
di commercio di Avellino e, successivamente,<br />
<strong>del</strong> Consiglio Regionale <strong>del</strong>la<br />
Campania. Con il progressivo allontanamento<br />
dagli incarichi istituzionali,<br />
pur serbando il costante interesse<br />
per le questioni regionali e meridionale,<br />
sul terreno <strong>del</strong>lo sviluppo,<br />
ha svolto intensa attività pubblicistica<br />
pubblicistica. Da un paio di decenni<br />
si è occupato di storia <strong>del</strong>le<br />
scienze, facendo parte di un gruppo<br />
di lavoro per la storia <strong>del</strong>la fisica presso<br />
l’Università di Napoli, partecipando<br />
attivamente a vari congressi nazionali<br />
e internazionali di storia <strong>del</strong>la<br />
fisica e <strong>del</strong>la matematica. Abitiamo<br />
sulla stessa strada e conosco i suoi<br />
orari. Ci conosciamo da vecchia data<br />
e non può sottrarsi alla mia richiesta<br />
di parlare un po’ <strong>del</strong> suo ultimo libro<br />
dal titolo “Senza fiato” edito da Guida<br />
con il sotto titolo “Cavalcata di mezzo<br />
secolo nell'Italia Repubblicana.”<br />
La copertina <strong>del</strong> suo libro raffigura<br />
un treno veloce e, su una collinetta<br />
verde, due cavalli che brucano felici.<br />
Il messaggio è esplicito e chiaro.<br />
Meno immediato è capire chi e perché<br />
rimane senza fiato…<br />
«Confesso di aver giocato sull’equivoco,<br />
in omaggio alla tecnica pubblicitaria<br />
di oggi. Si resta senza fiato dopo<br />
una corsa veloce, quando<br />
si esplorano in apnea i fondali marini<br />
sconosciuti. Si resta senza fiato quando<br />
si osservano i radicali mutamenti,<br />
di dimensione epocale, intervenuti<br />
nella vita sociale e collettiva dopo ap-<br />
pena mezzo secolo. Mi scuso se procedo<br />
a ritroso ma la struttura <strong>del</strong> libro<br />
lo consente, nel<br />
capitolo dedicato alla crescita economica<br />
e sociale lei assegna un ruolo determinante<br />
al settore educativo, che<br />
nella nostra città godeva di<br />
un certo prestigio e considerazione ma<br />
che ora non trova adeguati riscontri».<br />
E’ vero che ci sono facoltà universitarie<br />
barattate per qualche chilometro<br />
di autostrada?<br />
«Basta farsi un giro per Benevento per<br />
rendersi conto di chi ci ha guadagnato<br />
e chi ci ha perso».<br />
A chi bisogna addebitare la responsabilità<br />
storica di queste scelte sbagliate?<br />
«Queste opinioni diffuse e discutibili<br />
mi offrono l’opportunità per chiarire<br />
alcune circostanze integrandole con<br />
alcuni passaggi <strong>del</strong> libro.<br />
All’epoca non ero stato eletto alla Regione.<br />
Non vi fu alcun baratto tra Km<br />
di autostrade e sedi universitarie. Per<br />
la semplice circostanza che la rete super<br />
e autostradale fu decisa anni prima<br />
<strong>del</strong>la scelta <strong>del</strong>la sede di Salerno.<br />
Sul percorso <strong>del</strong>l’autostrada Napoli -<br />
Bari vi fu una vivace dialettica con i<br />
beneventani. I sostenitori <strong>del</strong>l’Università<br />
di Salerno fondarono la loro richiesta<br />
sulla preesistenza <strong>del</strong>la Scuola<br />
di Magistero. Vi furono iniziative<br />
platoniche nella città di Avellino, offrendo,<br />
ad esempio la disponibilità degli<br />
spazi <strong>del</strong> disciolto Convitto” Colletta”.<br />
Fummo in tanti a sostenerlo, ma<br />
non nutrivamo illusioni. La partita,<br />
più che in mano ai politici, restava<br />
nelle mani dei “baroni”. I vari Perlingieri<br />
e Buonocore contavano più dei<br />
ministri irpini.<br />
La partita fu definitivamente chiusa<br />
quando la sede <strong>del</strong>l’ateneo salernitano<br />
fu ubicata nei nuovi ampi e moderni<br />
edifici di Fisciano e Lancusi,<br />
quasi a metà strada tra i due capoluoghi.<br />
Si tentò anche di raccordarli all’area<br />
circostante, ma i continui ricambi<br />
istituzionali non consentirono<br />
di portare avanti un’azione coerente.<br />
In ogni caso il problema non è tanto<br />
quello di avere una università sotto casa<br />
ma una buona università, facilmente<br />
raggiungibile. Alla questione<br />
ho dedicato la parte finale <strong>del</strong> capitolo<br />
su Napoli.<br />
La cosa che preoccupa di più è costituita<br />
dalla scelta degli universitari irpini<br />
di sedi universitarie fuori regione,<br />
soprattutto al Centro Nord. Sono fatte<br />
da appartenenti a famiglie anche non<br />
facoltose, soprattutto perché sono stati<br />
risolti alcuni problemi dei fuori sede<br />
con pensionati gratuiti. Da questo<br />
punto di vista debbo ricordare che ai<br />
primi anni Cinquanta io e alcuni coetanei<br />
<strong>del</strong>la provincia, dopo regolare<br />
concorso, godemmo <strong>del</strong> vitto e <strong>del</strong>l’alloggio<br />
gratuito presso collegi universitari<br />
a Napoli. Si migliorò lungo questa<br />
strada con la costruzione <strong>del</strong> modernissimo<br />
collegio <strong>del</strong>la Veterinaria.<br />
Fu occupato dagli sfollati <strong>del</strong> terremoto<br />
<strong>del</strong>l’Ottanta e non se ne è più parlato.<br />
All’istruzione ho dedicato vari<br />
passaggi. In linguaggio matematico<br />
ho detto che è una condizione necessaria<br />
ma non sufficiente per l’attività<br />
lavorativa. E’ <strong>del</strong>ittuoso alimentare<br />
l’illusione che c’è una scrivania bella e<br />
pronta che ci aspetta dopo la laurea o<br />
il diploma. Un percorso di studi illimitato<br />
come quello italiano è indicato<br />
soltanto per studiosi e ricercatori.<br />
Diploma. Laurea breve(senza sbocchi),<br />
laurea specialistica( di nome),<br />
dottorato, master a catena. Si va così<br />
fuori mercato. L’età più Fertile per l’esercizio<br />
di una professione non dovrebbe<br />
superare i vent’anni. Galilei fece<br />
le sue scoperte più importanti a sedici<br />
anni. Mozart componeva a dodici-<br />
Questa età si abbassa nell’era <strong>del</strong>l’informatica.<br />
Un minimo di praticità<br />
nel sistema scolastico rivolto alle professioni<br />
non guasterebbe».<br />
Il terremoto <strong>del</strong>l’ ottanta è stato un<br />
durissimo banco di prova per la<br />
classe politica avellinese. Quale era<br />
la sua principale preoccupazione<br />
<strong>del</strong> momento?<br />
«L’ondata sismica fu veramente eccezionale<br />
anche rispetto a fatti ana<br />
loghi avvenuti in Italia. Debbo dire<br />
che in quel momento le convergenze<br />
unitarie prevalsero su tutta una serie<br />
di questioni particolari. Vi fu certamente<br />
una presa di coscienza <strong>del</strong>la<br />
gravità <strong>del</strong>l’accaduto».<br />
Un’altra bella soddisfazione fu l’accettazione<br />
<strong>del</strong> Piano territoriale di<br />
sviluppo per l’epicentro e l’area metropolitana<br />
quando si stava per annientare<br />
anni e anni di storia dei<br />
nostri comuni con folli <strong>del</strong>ocalizzazioni<br />
dei centri storici. Ci può raccontare<br />
questi convulsi momenti<br />
quando i sindaci si strappavano la<br />
fascia tricolore e pretendevano una<br />
ciminiera accanto ad ogni campanile<br />
?<br />
«Debbo dire che un accordo quasi<br />
unanime fu raggiunto su due linee di<br />
fondo: ricostruire i centri abitati dove<br />
essi erano e <strong>del</strong>egare la ricostruzione<br />
privata ai Comuni. La polemica contro<br />
i presepi fu unanimemente fronteggiata<br />
e i centri abitati tornarono a<br />
sorridere, con abitazioni più confortevoli<br />
e, in molti casi, con la valorizzazione<br />
di tanti beni artistici e monumentali(castelli,<br />
chiese, conventi, vecchi<br />
edifici) che li ha resi più attraenti.<br />
Vi sono stati alcuni casi giustificati di<br />
spostamenti e alcune cose discutibili.<br />
L’attribuzione<br />
<strong>del</strong>le competenze ai comuni ha mostrato<br />
luci ed ombre. Comunque gli<br />
amministratori li scelgono i cittadini<br />
e il potere burocratico, lontano dai<br />
controlli, non si era rivelato migliore.<br />
Si tenne conto <strong>del</strong>l’esperienza friulana».<br />
Allora si parlava di scippo <strong>del</strong> terremoto<br />
e di spreco di danaro pubblico.<br />
Cosa c’era di vero e cosa di<br />
falso?<br />
«Chi geme sotto le macerie non ha<br />
nemmeno la forza di lamentarsi. E’<br />
risaputo che ci sono sempre gli eroi<br />
<strong>del</strong>la sesta giornata e che gli avvoltoi<br />
i avventano si avventano sui pasti<br />
pronti: Napoli, con qualche ferita<br />
aperta pensò di ipotecare i fondi destinati<br />
alla ricostruzione per risolvere<br />
i problemi secolari degli alloggi. Si istituì<br />
allo scopo un capitolo separato per<br />
i famosi ventimila alloggi con la gestione<br />
di Commissari all’uopo designati.<br />
Alla generalizzazione degli interventi<br />
si ovviò con la <strong>del</strong>imitazione<br />
<strong>del</strong>le fasce <strong>del</strong> danno e la distribuzione<br />
proporzionale <strong>del</strong>le risorse. La Regione<br />
fu molto scrupolosa».<br />
Ci sono stati interventi di ampio respiro<br />
per contrastare la speculazione<br />
e l’abusivismo edilizio <strong>del</strong> dopo<br />
sisma?<br />
«Ci fu una scelta urbanistica molto<br />
chiara <strong>del</strong> legislatore nazionale e <strong>del</strong>la<br />
Regione: quella di avviare la ricostruzione,<br />
soprattutto nelle aree più<br />
danneggiate, dopo l’approvazione degli<br />
strumenti urbanistici. Ciò ha prodotto<br />
naturalmente ritardi fisiologici<br />
nelle aree più colpite. Naturalmente<br />
una legge da sola non mette al riparo<br />
da abusi e da sprechi».<br />
In quel periodo fu progettata anche<br />
la famigerata Ofantina bis. Si disse<br />
allora che era stata costruita per abbreviare<br />
il percorso Avellino –Nusco.<br />
Solo ieri ha mietuto le ultime<br />
due vittime. Progettazione o esecuzione<br />
sbagliata?<br />
«Per la cronaca la costruzione <strong>del</strong>l’Ofantina<br />
bis fu decisa anni prima <strong>del</strong><br />
terremoto con alcune perplessità non<br />
giustificate di alcuni settori. Le distanza<br />
tra Nusco e Avellino sono accorciate<br />
di pochi minuti. Tra Avellino,<br />
Bagnoli, Volturara e Montella molto<br />
di più. Quando guidavo giungevo a<br />
Calitri venti minuti prima <strong>del</strong> solito.<br />
L’utilità di questa strada l’ha fatta preferire<br />
alla superstrada di Salerno nel<br />
periodi intasamento estivo <strong>del</strong>la Sa<br />
Reggio C. raccordandosi alla Lioni<br />
Contursi. Se si viaggia sotto l’effetto di<br />
alcoolici e altro e se si corre troppo(vi<br />
sono i segnali) la colpa non è <strong>del</strong>la<br />
strada».<br />
Si sarà certamente posta la domanda<br />
<strong>del</strong> motivo <strong>del</strong> suo esautoramento<br />
<strong>del</strong> tutto ingiusto. Chi erano<br />
i fratelli <strong>del</strong>la costa?<br />
«La ricostruzione e i programmi di sviluppo<br />
furono impostati con larghe<br />
convergenze e con l’ausilio di professionisti<br />
e studiosi qualificati, chiamati<br />
dalle Giunta regionale a comporre un<br />
Comitato tecnico scientifico. Fu impostata<br />
la localizzazione <strong>del</strong>le aree di industrializzazione<br />
nelle aree <strong>del</strong> cosiddetto”cratere”<br />
e furono disegnate grandi<br />
reti di collegamento, in direzione<br />
meridiana, tra il Tirreno e l’Adriatico.<br />
Con il tempo la carica iniziale si è affievolita<br />
per vari motivi. La Contursi-<br />
Grottaminarda si è arrestata a Lioni.<br />
La Pianodardine – Valle Caudina non<br />
è decollata. Il grande problema irrisolto<br />
<strong>del</strong> nostro paese è quello <strong>del</strong>le<br />
modalità di esecuzione <strong>del</strong>le opere<br />
pubbliche: costano dieci volte la media<br />
dei paesi europei e la loro realizzazione<br />
avviene in tempi biblici e<br />
qualche volta si perdono sul Sinai.<br />
Venti anni per realizzare il tratto Parolise<br />
– Lioni <strong>del</strong>la Ofantina bis. Altrettanti<br />
per la Contursi – Lioni. La logica<br />
era dettata appunto dai fratelli<br />
<strong>del</strong>la costa (pool di esponenti napoletani).<br />
Eppure proprio nella fase <strong>del</strong>la<br />
ricostruzione sono venuti esempi di<br />
opere realizzate in poco tempo e con<br />
costi non eccessivi: gli edifici scolastici<br />
donati dagli Stati Uniti e i Centri sociali<br />
sponsorizzati da i sindacati.<br />
E’ proprio impossibile imitarli?<br />
Penso di avere riportato nel volume<br />
anche i dati conclusivi sulle aziende<br />
situate nelle aree di industrializzazione.<br />
E’ solo una parte dei problemi<br />
nuovi affacciatisi già alla metà degli<br />
anni Novanta e, purtroppo, tremendamente<br />
attuali. L’elemento più deprimente<br />
per tutti coloro che si sono<br />
impegnati anche contro le forze <strong>del</strong>la<br />
natura, è constatare che oggi è neces-<br />
CORRI R<br />
Domenica 7 aprile <strong>2013</strong><br />
Dal sisma <strong>del</strong>l’80 allo sviluppo fallito<br />
Nel libro di Giovanni Acocella, lo studioso e politico calitrano ripercorre gli eventi che hanno<br />
segnato la stagione repubblicana, con un attento sguardo rivolto a Napoli e all’Irpinia<br />
ROBERTO BARBATO<br />
1984- l’incontro tra Giovanni Acocella e la<br />
Presidente <strong>del</strong>la Camera Nilde Iotti<br />
LA DOMENICA DEL CORRIERE<br />
LIBRI<br />
28 dicembre 1984 - le massime istituzioni<br />
<strong>del</strong>la Campania manifestano<br />
contro gli autori <strong>del</strong>la strage <strong>del</strong> treno<br />
di Natale. In alto il Presidente Acocella<br />
In basso, in primo piano il Presidente<br />
<strong>del</strong> Consiglio Bettino Craxi<br />
LA PRESENTAZIONE<br />
AL COLLETTA<br />
22<br />
Sarà presentato il 12 aprile, alle 16.30, al<br />
Convitto Colletta di Avellino, il libro di<br />
Giovanni Acocella "Senza fiato. Cavalcata<br />
di mezzo secolo nell'Italia Repubblicana",<br />
edito da Guida. A portare i propri<br />
saluti il presidente <strong>del</strong>l'Arec Enzo Cappello.<br />
Discuteranno con l'autore il prof.<br />
Francesco Barra <strong>del</strong>l'Università di Salerno,<br />
i senatori Modestino Acone e Nicola<br />
Mancino e il giornalista Generoso Picone.<br />
Coordinerà il dibattito il giornalista<br />
Gianni Festa.<br />
L'iniziativa è promossa da Guida editori,<br />
A.R.E.C. Campania e Università <strong>del</strong> tempo<br />
libero-Associazione <strong>del</strong>la terza età.<br />
sario uno scossone più forte <strong>del</strong>l’onda<br />
sismica per scongiurare l’abbandono<br />
dei nostri ridenti paesini».<br />
Nel suo avvincente racconto in presa<br />
diretta, un capitolo a parte è stato<br />
dedicato al fenomeno <strong>del</strong> terrorismo<br />
che lei analizza nelle sue motivazioni<br />
più profonde. C’è il pericolo<br />
che possa ripresentarsi sotto<br />
mutate spoglie?<br />
«Quando i meccanismi democratici<br />
non funzionano e crescono il populismo<br />
e l’antipolitica si creano gli spazi<br />
perché nuclei ristretti con fini<br />
precisi, molto spesso estranei al paese<br />
possano insinuarsi».<br />
L’editore ha scelto, non so se provocatoriamente<br />
o meno, il momento<br />
meno opportuno per presentare un<br />
libro di politica in una condizione<br />
di precarietà generale senza che si<br />
intraveda alcuna via di uscita percorribile.<br />
Non è d’accordo?<br />
«L’editore Guida si è reso sempre disponibile,<br />
al di là <strong>del</strong>l’interesse materiale,<br />
alla pubblicazione di libri che<br />
spaziano nel tempo alla ricerca dei<br />
dati di fondo su cui poggia la nostra<br />
realtà».<br />
Professore, mi permetta di chiudere<br />
questa intervista così come è incominciata<br />
con una citazione di un autore<br />
che ha fatto scandalo come CE-<br />
LINE: “Nell’avventura <strong>del</strong>la mia vita<br />
l’unica colpa che riconosco è quella<br />
di aver sempre detto la verità senza<br />
mai barare”. Oggi la politica si fa gridando<br />
e scambiando insulti dettati<br />
non dalla passione ma solo dalla cialtrona<br />
di chi vuole mettersi in vetrina.<br />
Acocella, in questo suo libro dimostra<br />
che la passione autentica si esprime<br />
attraverso atti concreti e non strombazzati.<br />
Le sue due anime di politico<br />
e storico si incontrano in una felice<br />
sintesi. Sono 50 anni di storia importanti<br />
per i mutamenti che si sono verificati<br />
trasformando la nostra economia,<br />
le nostre tradizioni in una concezione<br />
<strong>del</strong>la vita meno arcaica e pastorale.<br />
Un cammino compiuto a passi<br />
veloci che ha richiesto un cambiamento<br />
e un’ integrazione <strong>del</strong> vocabolario<br />
con l’ integrazione di centinaia<br />
di termini stranieri.<br />
Un mondo in cui le problematiche<br />
più avvertite sono quelle relative alla<br />
globalizzazione <strong>del</strong>l’economia, <strong>del</strong>l’informazione<br />
e <strong>del</strong>l’educazione.<br />
L’occupazione, lo smaltimento dei rifiuti,la<br />
droga il razzismo la pedofilia<br />
entrano in ogni programma elettorale<br />
ma sono tutte problematiche troppo<br />
presto abbandonate e dimenticate.<br />
L’autore riserva la sua attenzione alla<br />
politica <strong>del</strong> territorio e al ruolo che<br />
può e deve ancora esercitare un Istituto<br />
che si vorrebbe eliminare. “Manca<br />
il lavoro e bisogna cercarlo. Nuove<br />
attività e nuove imprese dovranno<br />
nascere”: questo è la prospettiva obbligata<br />
degli anni a venire e tutti, politici,<br />
uomini di cultura ma anche<br />
semplici cittadini dotati di buona volontà<br />
debbono tendere a questo<br />
obiettivo.Nelle riunioni di partito degli<br />
anni 50 prevalevano i professori di<br />
lettere e di filosofia bravissimi nell’affrontare<br />
le questioni ideologiche. Poi<br />
sono venuti gli avvocati con la loro<br />
dialettica ed infine gli economisti. Chi<br />
ci salverà ?