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22 <strong>Panorama</strong><br />

Arte<br />

La messa in funzione all’ex Benčić era stata garantita con tanto di<br />

Il Museo d’Arte Moderna colpevolme<br />

di Erna Toncinich<br />

Questa è la storia di uno di noi...<br />

Canta così il molleggiato più<br />

celebre d’Italia, ma la storia<br />

che qui raccontiamo è quella di un edificio.<br />

Vecchio, malandato, come gli altri<br />

intorno ad esso, il quale, una dozzina<br />

d’anni fa, era stato scelto come futuro<br />

contenitore di opere d’arte. Di diventare<br />

cioè un museo, il Museo d’Arte Moderna<br />

e Contemporanea di Fiume. È diventato<br />

invece il protagonista di una storia<br />

lunga, complessa, infinita. Eccola.<br />

Con lo smembramento della RSFJ<br />

Tito, al principio socialista secondo cui<br />

le fabbriche sono di esclusiva proprietà<br />

dei lavoratori, subentra quel capitalismo<br />

selvaggio che via via prospera e<br />

annienta, ad una ad una, tutte (o quasi)<br />

le vecchie collaudate industrie fiumane.<br />

Chiuse le vecchie gloriose fabbriche<br />

carta, Torpedo, cordami, oggi siti<br />

archeologici industriali, come la Rikard<br />

Benčić, ex manifattura tabacchi e prima<br />

ancora raffineria di zucchero, tra le<br />

prime (se non la prima) per produzione<br />

nell’intero impero austro-ungarico, ed<br />

è proprio nel complesso di questo stabilimento<br />

che si trova l’edificio in questione.<br />

L’attuale Museo di Arte Moderna e<br />

Contemporanea di Fiume, già da parecchi<br />

decenni occupa l’intero secondo piano<br />

di un edificio scolastico di fine Ottocento,<br />

uno spazio tutt’altro che idoneo<br />

La soluzione urbanistica dell’intero complesso dell’architetto Dario Gabrić<br />

ad accogliere il grande numero di opere<br />

che l’istituzione possiede (solo del fiumano<br />

Romolo Venucci ne ha quasi cinquecento)<br />

e che continua ad acquistare.<br />

La Città, a conoscenza del problema<br />

e disposta a risolverlo, punta gli occhi<br />

su uno dei vari edifici del settecentesco<br />

complesso industriale, su quello più<br />

grande, la cui pianta è a lettera T, che<br />

con la sua mole chiude la parte settentrionale<br />

del complesso, quindi bandisce<br />

un concorso per il progetto di riadattamento<br />

dello stabile come per lo spazio<br />

antistante l’edificio, possibile area per<br />

l’esposizione di opere di scultura. Tra i<br />

progetti sottoposti al giudizio della giuria<br />

viene data la preferenza a quello dello<br />

studio fiumano Randić-Turato; per la<br />

soluzione urbanistica dell’intero complesso<br />

il primo premio viene assegnato<br />

all’architetto Dario Gabrić.<br />

Osservazioni, critiche<br />

suggerimenti...<br />

Nel 2002 in città si parla molto del<br />

futuro museo, ne parlano soprattutto<br />

architetti e storici dell’arte e già prima<br />

di conoscere la soluzione architettonica<br />

del progetto vincente. Innanzi-

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