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8 <strong>Panorama</strong><br />
Attualità<br />
cuperare lo spirito dei padri fondatori<br />
della Comunità Europea e la loro visione<br />
ambiziosa e di alto profilo e operare<br />
perché - come diceva Jean Monnet -<br />
“gli Stati Uniti di Europa siano l’eredità<br />
che possiamo lasciare ai nostri figli” -<br />
ha detto Napolitano.<br />
Il Capo dello Stato italiano ha reso<br />
omaggio al Presidente Türk, all’Assemblea<br />
Nazionale e al governo sloveno<br />
ricordando che la Slovenia si sia<br />
presentata agli appuntamenti cruciali<br />
per il futuro dell’Europa con credenziali<br />
economico-finanziarie impeccabili,<br />
frutto di politiche di pareggio dei<br />
conti pubblici e di altri provvedimenti<br />
di grande respiro riuscendo a coniugare<br />
la disciplina fiscale con la politica di<br />
sviluppo e di incentivi alla crescita.<br />
Completare il processo<br />
di allargamento<br />
Il presidente italiano ha parlato di<br />
allargamento e dell’importanza di coinvolgere<br />
quanto prima i paesi Balcanici.<br />
“La comune appartenenza all’Unione<br />
Europea apre ai nostri due Paesi nuove<br />
straordinarie opportunità di cooperazione.<br />
Italia e Slovenia sostengono la<br />
prospettiva europea di tutti i Paesi balcanici:<br />
non vi sarà piena stabilità in Europa<br />
senza successo completo del processo<br />
di allargamento. L’adesione della<br />
Croazia, la concessione dello status di<br />
candidato alla Serbia, i positivi sviluppi<br />
nelle relazioni dell’Unione Europea<br />
con il Kosovo sono segnali favorevoli.<br />
Ma la famiglia europea deve tenere<br />
aperte le porte anche a montenegrini,<br />
macedoni, bosniaci e albanesi. Gli<br />
enormi progressi compiuti dopo le tragedie<br />
degli anni ‘90 vanno consolidati.<br />
L’Italia e l’Europa non possono concepire<br />
un riaprirsi, che sarebbe fatale, delle<br />
ferite e della conflittualità tra Stati e<br />
all’interno degli Stati della regione”.<br />
Crisi economica<br />
come sfida<br />
“Italia e Slovenia si affacciano<br />
sull’Adriatico - luogo naturale di collaborazione<br />
tra Paesi rivieraschi e loro<br />
popolazioni - e condividono fortemente<br />
l’impegno a favore della Strategia<br />
dell’Unione Europea per la macro-regione<br />
Adriatico Ionica quale strumento<br />
per un forte impulso di sviluppo e<br />
benessere. Vi sono tutte le premesse<br />
di crescita e di rinnovata prosperità di<br />
un’area che troppo a lungo ha pagato<br />
le conseguenze della Guerra Fredda,<br />
ma ora è saldamente incardinata nel<br />
più ampio progetto democratico europeo.<br />
La proficua collaborazione fra<br />
i nostri due Paesi, e con altri partner<br />
che condividono l’interesse geo-politico<br />
ad una prospettiva euro-atlantica<br />
della regione balcanica e adriatica, è<br />
alla base di una convergenza regionale<br />
impensabile soltanto qualche anno<br />
fa, lasciando alle spalle sterili nazionalismi,<br />
rivalità etniche e rivendicazioni<br />
territoriali prive di fondamento<br />
(...) Da questa città, retroterra naturale<br />
di una regione italo-balcanica, unita<br />
dall’Adriatico e dallo Ionio, crocevia<br />
delle grandi correnti europee di storia,<br />
di politica e di cultura, è facile cedere<br />
fin troppo alla suggestione di guardare<br />
oltre gli orizzonti nazionali. Ma sono<br />
lieto di averlo fatto. Il legame che unisce<br />
le nostre forti e ricche identità nazionali,<br />
il riconoscere il nostro futuro<br />
in un’Europa unita, la comune appartenenza<br />
atlantica sono oggi, per l’Italia<br />
come per la Slovenia, i pilastri della<br />
nostra partecipazione ad una comunità<br />
internazionale più ampia, universale<br />
e interdipendente. In questa vasta<br />
e diversificata comunità, i nostri Paesi<br />
sono vicini per geografia, amici per<br />
scelta. Abbiamo bisogno di continuare<br />
insieme nel cammino bilaterale, regionale<br />
e europeo, intrapreso con successo<br />
in questo ventennio di indipendenza<br />
slovena. Abbiamo bisogno di rafforzare<br />
le relazioni fra i nostri sistemi<br />
produttivi e fra le nostre società civili.<br />
Abbiamo bisogno di voltare le spalle a<br />
ogni condizionamento del passato, per<br />
offrire un futuro promettente ai nostri<br />
figli. Possiamo ben dire di essere sulla<br />
strada giusta”.<br />
Attenti ai diritti<br />
delle minoranze<br />
La presenza della comunità italiana<br />
in Slovenia e della comunità slovena<br />
in Italia “costituisce un vero serbatoio<br />
di ricchezza e un prezioso fattore di dinamismo,<br />
non solo sotto il profilo culturale,<br />
ma anche in campo economico<br />
e commerciale, in una fase in cui chiediamo<br />
ai nostri sistemi produttivi di sviluppare<br />
maggiore competitività su scala<br />
globale”. Così il presidente della Repubblica,<br />
Giorgio Napolitano, nel corso<br />
del brindisi al pranzo di Stato offerto<br />
dal presidente della Repubblica di Slovenia,<br />
Danilo Turk.<br />
Napolitano e Türk hanno affermato<br />
“la disponibilità a rivisitare le problematiche<br />
delle minoranze nazionali, affinché<br />
si faccia tutto il necessario per migliorarne<br />
le condizioni e per assicurarne la<br />
piena integrazione nel Paesi in cui vivono,<br />
nel rispetto della loro identità e delle<br />
loro tradizioni”. Si tratta dell’ennesima<br />
“conferma delle relazioni fitte e cordiali<br />
esistenti tra i nostri due Paesi”.<br />
“Corrono ormai le lancette dell’orologio<br />
del mio ultimo anno di mandato”,<br />
ha ricordato Napolitano. “L’essere riuscito<br />
a rinnovare lo spirito che anima<br />
il rapporto fra i nostri due popoli, liberandolo<br />
dalla schiavitù del passato per<br />
nutrirlo di fiducia nel futuro, un risultato<br />
del quale sono particolarmente orgoglioso.<br />
Abbiamo raggiunto insieme -<br />
e insieme al presidente croato Josipovic