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Dallo scavo al Museo

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Il<br />

Restauro<br />

dei Mosaici<br />

Fig.3 - Stratigrafia del<br />

mosaico pariet<strong>al</strong>e<br />

Fig.4 - Deterioramento:<br />

<strong>al</strong>veolizzazione,<br />

fessurazione e<br />

fratturazione di tessere<br />

in pasta vitrea<br />

RESTAURARE: d<strong>al</strong>lo Scavo <strong>al</strong> <strong>Museo</strong> RESTAURARE: d<strong>al</strong>lo Scavo <strong>al</strong> <strong>Museo</strong><br />

• La tecnica del mosaico era <strong>al</strong>tresì impiegata per l’ornamento di<br />

pareti e volte: anche in questo caso la superficie destinata a ricevere<br />

la decorazione veniva preparata con due o più strati di m<strong>al</strong>ta, in<br />

genere di spessore inferiore a quello dei mosaici<br />

paviment<strong>al</strong>i (Fig.3). A volte il primo strato veniva<br />

arricchito con l’aggiunta di fibre veget<strong>al</strong>i, che conferivano<br />

una sorta di elasticità <strong>al</strong>l’impasto.<br />

L’adesione di questo primo strato <strong>al</strong>la cortina<br />

muraria era t<strong>al</strong>ora assicurata anche da grappe o<br />

chiodi a testa larga (come è stato documentato, ad<br />

esempio, nella volta della basilica di S.Marco a<br />

Venezia, dove si sono contati fino a 37 chiodi <strong>al</strong><br />

m 2 ). Come per i mosaici paviment<strong>al</strong>i, sull’ultimo<br />

strato preparatorio veniva riportato il disegno<br />

della composizione e su questo veniva applicato lo<br />

strato di <strong>al</strong>lettamento e le tessere del mosaico.<br />

Conservazione e restauro<br />

Abbiamo visto, quindi, come il mosaico sia costituito da materi<strong>al</strong>i<br />

differenti, ciascuno dei qu<strong>al</strong>i dotato<br />

di proprie particolari caratteristiche<br />

che ne determinano la resistenza:<br />

sebbene queste opere possano essere<br />

considerate piuttosto durevoli, tuttavia<br />

non possono sottrarsi ai processi<br />

natur<strong>al</strong>i di invecchiamento e deterioramento<br />

(Fig.4). In un antico mosaico<br />

paviment<strong>al</strong>e gener<strong>al</strong>mente si<br />

riscontrano i danni provocati d<strong>al</strong> c<strong>al</strong>pestio:<br />

tessere consumate ed assottigliate,<br />

staccate o decoese, cioè indebolite struttur<strong>al</strong>mente per<br />

l’esposizione <strong>al</strong>le intemperie ed agli agenti inquinanti dell’atmosfera.<br />

Il deterioramento può interessare tutti gli elementi che com-<br />

pongono l’opera: la m<strong>al</strong>ta degli strati preparatori può perdere coesione<br />

fino a disgregarsi o addirittura polverizzarsi; il terreno può<br />

cedere, causando così avv<strong>al</strong>lamenti o spaccature<br />

nella “trama” della decorazione, o<br />

può trasmettere <strong>al</strong>l’opera<br />

microrganismi e sostanze<br />

dannose per la sua conservazione…<br />

per non<br />

citare gli innumerevoli<br />

tipi di danni che<br />

possono essere<br />

provocati d<strong>al</strong>l’uomo,accident<strong>al</strong>mente<br />

o volontariamente.<br />

I mosaici pariet<strong>al</strong>i sono ancor più esposti<br />

<strong>al</strong>le ingiurie del tempo, perché più facilmente<br />

soggetti a crolli e demolizioni ed è, difatti, molto raro<br />

il ritrovamento di mosaici archeologici di<br />

questo tipo ancora “in piedi”.<br />

Vediamo dunque qu<strong>al</strong>i sono gli strumenti<br />

dei qu<strong>al</strong>i il restauratore può disporre per<br />

favorire la migliore conservazione delle<br />

opere musive, nel rispetto delle più gener<strong>al</strong>i<br />

norme di etica del restauro: il principio<br />

del “minor intervento” e l’uso di materi<strong>al</strong>i<br />

compatibili, reversibili e riconoscibili.<br />

Allo scopo di limitare gli interventi <strong>al</strong> minimo<br />

necessario, è indispensabile poter dedicare grande cura <strong>al</strong>la<br />

manutenzione ordinaria delle opere ed <strong>al</strong> loro monitoraggio. In t<strong>al</strong><br />

modo, infatti, si potrà intervenire tempestivamente sui fenomeni di<br />

degrado, per bloccarli <strong>al</strong> loro insorgere. Sia nel caso di un restauro<br />

“in situ”, sia riguardo un intervento in laboratorio, il primo passo<br />

da compiere è quello di raccogliere tutta la documentazione esi-<br />

Il<br />

Restauro<br />

dei Mosaici<br />

Fig.5 - Mosaici con settori<br />

in cui sono state<br />

eseguite operazioni di<br />

consolidamento, eliminzione<br />

degli eventu<strong>al</strong>i<br />

“attacchi” di microrganismi,<br />

pulitura per la<br />

rimozione delle sostanze<br />

estranee o dannose<br />

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