Dallo scavo al Museo
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Ridare<br />
vita <strong>al</strong>le<br />
Sculture<br />
Fig.3 - Gradu<strong>al</strong>mente<br />
con strumenti come il<br />
bisturi, proprio quello che<br />
usa il chirurgo, pennelli<br />
e spazzolini si rimuove il<br />
grosso della terra con<br />
grande delicatezza<br />
Fig.4 - T<strong>al</strong>volta col passare<br />
degli anni sulla<br />
pietra che giace sotto<br />
terra così a lungo si può<br />
formare uno spesso strato<br />
durissimo di c<strong>al</strong>care<br />
simile per consistenza,<br />
materia e aspetto <strong>al</strong><br />
guscio delle conchiglie<br />
RESTAURARE: d<strong>al</strong>lo Scavo <strong>al</strong> <strong>Museo</strong> RESTAURARE: d<strong>al</strong>lo Scavo <strong>al</strong> <strong>Museo</strong><br />
immergendo le parti o passando il consolidante a spruzzo o a pennello.<br />
T<strong>al</strong>volta col passare degli anni sulla pietra che giace sotto terra così<br />
a lungo si può formare uno spesso strato durissimo<br />
di c<strong>al</strong>care simile per consistenza, materia e aspetto<br />
<strong>al</strong> guscio delle conchiglie (Fig.4). Allora è necessario<br />
intervenire con mezzi più energici per rimuovere<br />
questo spesso strato che non lascia vedere la<br />
superficie liscia della pietra. Con grande attenzione<br />
e delicatezza si arriva, assottigliando lo strato di<br />
c<strong>al</strong>care da rimuovere, fino ad intravedere la superficie<br />
della scultura. A questo punto si lavora con<br />
maggior lentezza e accortezza per riuscire ad ottenere una completa<br />
pulitura e <strong>al</strong> contempo la perfetta conservazione della materia<br />
costitutiva dell’opera. Per rimuovere strati di incrostazioni c<strong>al</strong>caree<br />
si utilizzano sc<strong>al</strong>pelli, trapani a percussione, microtrapani abrasivi<br />
e quando lo strato è più sottile ablatori ad ultrasuoni ... lo strumento<br />
del dentista!, ed ancora microsabbiatrici di precisione, ossia piccoli<br />
puntatori che emettono a pressione sabbie finissime colpendo<br />
la superficie e sbriciolandola (Fig.5).<br />
E’ molto importante che il restauratore sappia quando fermarsi con<br />
la pulitura perché se pure è necessario restituire <strong>al</strong>la piena visibilità<br />
le superfici della scultura è pure molto apprezzabile che sappia<br />
conservare la “patina” antica della pietra cioè quel leggerissimo<br />
velo che copre le superfici ed è testimone della sua storia.<br />
Quando le parti sono pulite e perciò ben leggibili si pone il<br />
problema di ricomporre la scultura (Fig.6).<br />
Si deve decidere se è sufficiente rincollare semplicemente<br />
i frammenti oppure inserire dei<br />
perni in acciaio per rinforzare gli incollaggi.<br />
Questo dipende ovviamente d<strong>al</strong>la grandezza dei<br />
pezzi , d<strong>al</strong> loro peso, d<strong>al</strong>la forma. Come adesivo<br />
vengono utilizzate colle molto forti come le<br />
resine epossidiche poiché un frammento di<br />
pietra per quanto piccolo ha sempre un certo peso. Nell’incollare il<br />
restauratore si preoccupa sempre di pensare <strong>al</strong> giorno in cui qu<strong>al</strong>-<br />
cun <strong>al</strong>tro avesse necessità di rimuovere quell’incollaggio perciò,<br />
preventivamente, stende a pennello una sostanza che isola la pietra<br />
d<strong>al</strong>la resina; così facendo, in futuro, con poco sforzo e senza rovinare<br />
la pietra le parti potranno essere nuovamente separate. Gli interventi<br />
del restauratore devono essere sempre<br />
reversibili.<br />
Nel caso in cui si debbano assemblare<br />
parti grandi o braccia sporgenti o teste si<br />
inseriscono <strong>al</strong>l’interno della pietra dei<br />
perni in acciaio. Si sceglie proprio l’acciaio<br />
poiché è un materi<strong>al</strong>e molto “simile” <strong>al</strong>la<br />
pietra. Sappiamo infatti che ogni materi<strong>al</strong>e<br />
per quanto appaia privo di vita in re<strong>al</strong>tà reagisce<br />
a stimoli esterni come il forte c<strong>al</strong>ore in<br />
qu<strong>al</strong>che modo, per esempio espandosi o contraendosi e aumentando<br />
o riducendo il suo volume. In questo caso sappiamo ancora<br />
che l’acciaio sottoposto <strong>al</strong> forte c<strong>al</strong>ore si dilata in modo simile<br />
<strong>al</strong>la pietra, ed inoltre non si corrode come il ferro che forma la ruggine<br />
e si gonfia. La nostra scultura non rischierà così di spaccarsi<br />
nel tempo come succedeva quando si inserivano grossi perni in<br />
ferro o di <strong>al</strong>tri materi<strong>al</strong>i come bronzo od ottone. Questa fase del<br />
restauro è molto delicata, richiede grande precisione ed un progetto<br />
dettagliato. Si scelgono i punti precisi da forare e la grandezza e<br />
Ridare<br />
vita <strong>al</strong>le<br />
Sculture<br />
Fig.5 - Per rimuovere<br />
strati di incrostazioni c<strong>al</strong>caree<br />
si utilizzano sc<strong>al</strong>pelli,<br />
trapani a percussione,<br />
microtrapani abrasivi e<br />
quando lo strato è più<br />
sottile ablatori ad ultrasuoni<br />
Fig.6 - Quando le<br />
parti sono pulite e<br />
perciò ben leggibili si<br />
pone il problema di<br />
ricomporre la scultura<br />
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