Dallo scavo al Museo

Cristina Robotti
Marilena Pagliaro
RESTAURARE: dallo Scavo al Museo RESTAURARE: dallo Scavo al Museo
Il
Ritorno del
Passato
Restaurare il vetro e le ceramiche
Il vetro
Cenni sulle sue caratteristiche e sulle tecniche
di fabbricazione.
Il vetro è una materia meravigliosa che ha occupato e occupa sempre
un posto nel mondo delle arti. E’ una fusione, ad altissime temperature
(dai 1200 ai 1600 gradi) di vari elementi: i costruttori di
reticolo (per lo più costituiti da sabbia silicea); i modificatori di
reticolo (carbonato di soda o di potassio); gli stabilizzatori di reticolo
(carbonato di calcio), ai quali vengono aggiunti dei componenti
come gli affinati che migliorano la lucentezza e l’omogeneità, nonché
gli ossidi metallici che funzionano da coloranti, od anche da
decolorante nonché da opacizzanti.
I prodotti vitrei sono largamente usati in campi diversi essenzialmente
per la loro modellabilità allo stato fuso, per la trasparenza
(qualità che in alcuni tipi può anche mancare), per la durezza e la
resistenza alla corrosione.
Secondo una leggenda, tramandata da Plinio, si narrava che alcuni
mercanti Fenici, per preparare delle vivande, accesero un fuoco
sulla spiaggia del fiume Belo, in Siria, utilizzando dei blocchi di
carbonato di soda (salnitro), e notarono che la sabbia si scioglieva
in una nuova materia trasparente: il vetro. La leggenda contiene
delle verità sulla composizione del vetro e sulla diffusione di questo
materiale ad opera dei Fenici. I più antichi manufatti vitrei comparvero
in Mesopotamia, verso la metà del III millennio a.C., sotto
forma di perline per collane, sigilli, placche.
Le più antiche tecniche permettevano soltanto la produzione di
oggetti di piccole dimensioni, ed erano destinati soprattutto ad usi
rituali od ornamentali.
L’arte del vetro si diffonde rapidamente in Egitto e lungo le sponde
del Mediterraneo orientale; i centri di produzione si moltiplicano.
La prima tecnica adottata è
quella detta a colatura; questo
procedimento prevede che il
vetro fuso venga versato in uno
stampo e lasciato raffreddare,
quindi solidificare (Fig.1).
Un avvenimento decisivo, nella
storia del vetro, è costituito
dall’invenzione del metodo
della soffiatura, avvenuto alla
fine del I secolo a.C., in Siria.
Il metodo del vetro soffiato prevede
la lavorazione di una quantità
del vetro fuso, raccolto sull’estremità di un tubo metallico cavo, la
canna da soffio e il vetraio, soffiando dall’altra estremità, modella l’oggetto
che verrà poi raffreddato consolidando così la sua forma.
Durante l’Impero Romano la produzione e l’utilizzo del vetro ha un
forte sviluppo: viene ideata la tecnica della soffiatura dentro stampi,
si diffondono oggetti e contenitori decorativi e, per la prima
volta, inizia la produzione dei pannelli di vetro per le finestre.
Sono i Romani che incominciano ad introdurre il vetro nell’architettura;
gli edifici pubblici e le ville più ricche sono abbelliti e
impreziositi dall’utilizzo di questo materiale, ormai prodotto in
forme e colori diversi. I veneziani, grandi commercianti e navigatori,
appresero dalla Siria l’arte del vetro e nel X secolo sorsero a
Venezia i primi laboratori vitrei.
Murano resta ancora oggi a testimonianza di quel periodo.
Il
Ritornodel Passato
Fig.1 - Le più antiche
tecniche permettevano
soltanto la produzione
di oggetti di piccole
dimensioni, ed erano
destinati soprattutto
ad usi rituali od ornamentali.
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