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Antonella Cirillo RESTAURARE: dallo Scavo al Museo RESTAURARE: dallo Scavo al Museo Il “Restauro” Virtuale Il restauro virtuale è caratterizzato da un insieme di interventi eseguiti tramite l’uso della grafica bidimensionale e tridimensionale attraverso l’impiego del computer. E’ necessario precisare che tale operazione non può essere considerata una vera e propria tecnica di restauro, in quanto non interviene sulla materia che costituisce l’opera d’arte, ma rappresenta per il restauratore un efficace supporto prima e durante le fasi di restauro, oltre a costituire un valido ausilio per interventi integrativi. Uno dei vantaggi del restauro virtuale è quello di consentire una previsualizzazione utile per le procedure di intervento reale sulle opere stesse. Ad esempio, dovendo integrare la lacuna di un affresco, di un manufatto ceramico, di un mosaico, di una statua in marmo ecc., l’elaborazione digitale consente di valutare in anteprima sia il ripristino cromatico, che la ricostruzione della stessa, andando a verificare la soluzione migliore, tra le infinite ipotesi di intervento virtuale sul monitor. Rappresenta un metodo non invasivo tale da consentire al restauratore un’ampia libertà di azione che altrimenti egli non avrebbe dovendo lavorare direttamente sull’opera e, dunque, preservando il manufatto da eventuali interventi traumatici. Il restauro virtuale permette inoltre di elaborare un possibile recupero di segni coperti, abrasi o cancellati ed una esaltazione di segni deboli e di informazioni non perfettamente visibili ad occhio nudo. Ripristina, infine, quelle informazioni ormai irrecuperabili con le tecniche ordinarie di restauro permettendo di intervenire laddove il restauro tradizionale non può procedere se non per interventi direttamente sulla materia. Seguono alcuni esempi di restauro virtuale: Lastra con iscrizione In questo caso si è fatto uso di tecnologie digitali per elaborare e graficizzare i caratteri del testo dell’iscrizione. A partire da una fotografia dell’immagine in digitale è stata eseguita una operazione di “lucidatura” dei segni (Fig.1). Attraverso l’uso del programma Photoshop sono stati sovrapposti due distinti layers (livelli o fogli) contenenti, l’uno la foto della lastra, e l’altro, il rilievo delle parti conservate delle lettere. Il grafico così ottenuto ha contribuito alla definizione di una base di lavoro per le successive ipotesi di completamento dei caratteri del testo. Cratere a calice con ghirlanda in oro Il secondo esempio illustrato è quello di un cratere in marmo che conserva solo l’impronta della ghirlanda in oro che in origine lo decorava. Il restauro virtuale in questo caso è stato applicato andando a formulare una ipotesi ricostruttiva della ghirlanda delineando il contorno grafico, il modellato, la materia e la cromaticità dell’oro (Fig.2). Il “Restauro” Virtuale Fig.1 - “Lucidatura” attraverso la sovrapposizione di due distinti layers Fig.2 - Ipotesi ricostruttiva della ghirlanda 76 77
Il “Restauro” Virtuale 78 RESTAURARE: dallo Scavo al Museo RESTAURARE: dallo Scavo al Museo Mosaico con fiera ed archi - Roma, loc. “Capo di bove” presso la via Appia Antica Mosaico velato costituito da sei frammenti, dopo il distacco dal pavimento originario, era necessario assemblarlo per posizionarlo su un nuovo supporto. In questo caso il restauro virtuale è intervenuto attraverso l’utilizzo di due distinti programmi di computer grafica bidimensionale. La prima fase ha riguardato la ricomposizione virtuale dei frammenti (Fig.3) e la seconda la ricostruzione grafica della composizione ad archi (Fig.4). Lavorare sui corrispettivi vir- Fig.3 - Copia virtuale dei frammenti Fig.4 - Intervento di assemblaggio virtuale dei frammenti e ricostruzione grafica delle parti mancanti del mosaico tuali ha permesso al restauratore la massima libertà di azione, e quindi di evitare traumi e perdite di tessere, molto probabili durante la ricerca degli attacchi degli originali. La tecnologia digitale ha permesso una lettura del decoro dell’opera andando a recuperare, con la grafica digitale, le parti mancanti del mosaico. Mosaico con busto di Dioniso. Per questo frammento musivo il processo di sviluppo è stato il seguente: partendo dal frammento, ovvero lacerto originale (a), sono stati creati virtualmente ulteriori frammenti (b) che riproducono gli schemi geometrici dell’immagine. In seguito le parti ricavate sono state assemblate, sempre virtualmente, per ottenere la raffigurazione globale del frammento del mosaico (c). a - Lacerto originale b - Creazione virtuale di ulteriori frammenti Il “Restauro” Virtuale c - Le parti ricavate sono state assemblate sempre virtualmente per ottenere la raffigurazione globale del frammento del mosaico 79
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