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Dallo scavo al Museo

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Il<br />

Ritornodel Passato<br />

Fig.5 - Vetro durante la<br />

ricerca degli attacchi<br />

Fig.6 - Alcuni momenti<br />

della ricomposizione<br />

RESTAURARE: d<strong>al</strong>lo Scavo <strong>al</strong> <strong>Museo</strong> RESTAURARE: d<strong>al</strong>lo Scavo <strong>al</strong> <strong>Museo</strong><br />

Integrazione: se <strong>al</strong>l’oggetto mancano dei frammenti,<br />

si può procedere <strong>al</strong>l’integrazione. E’ un’operazione<br />

un po’ complessa a seconda delle dimensioni<br />

delle lacune, della posizione di queste e della<br />

forma dell’oggetto da integrare. Nei casi più semplici<br />

basta colare la stessa resina usata per l’incollaggio<br />

su di un supporto (in genere re<strong>al</strong>izzato in cera)<br />

che ha la stessa sagoma della parte mancante,<br />

applicato ad un solo lato della medesima e si attende<br />

l’indurimento della resina a seguito del processo<br />

di cat<strong>al</strong>izzazione. La resina deve essere isolata d<strong>al</strong><br />

supporto e non deve aderire a questo; in genere per<br />

questo scopo viene utilizzata cera per dentisti di<br />

facile lavorabilità e di adeguata impermeabilità.<br />

Nei casi più complessi, si modellano - sempre con cera per dentisti -<br />

due v<strong>al</strong>ve-paratie che seguono le forme della parte mancante, una<br />

di queste si posiziona nell’area interna della lacuna, l’<strong>al</strong>tra<br />

<strong>al</strong>l’esterno. Lo spazio della mancanza presente tra le due v<strong>al</strong>veparatie<br />

viene poi colmato con una colata di resina molto fluida la<br />

qu<strong>al</strong>e, con aggiunta di un’appropriata dose di cat<strong>al</strong>izzatore, indurisce<br />

in circa 24 ore. Viene così ricostruita l’area mancante.<br />

La resina usata per le integrazioni è, in genere, trasparente; se l’oggetto<br />

da completare presenta una colorazione, si aggiungono <strong>al</strong>la<br />

resina dei pigmenti (colori),<br />

per adattarsi meglio <strong>al</strong> tono del<br />

vetro antico. Infine, le superfici<br />

delle parti mancanti così<br />

ricostruite - una volta liberate<br />

d<strong>al</strong>le v<strong>al</strong>ve-paratie in<br />

cera - possono essere ulteriormente<br />

rifinite<br />

mediante l’impiego di trapani<br />

e carte abrasive sino ad<br />

ottenere l’effetto di lucentezza<br />

e di trasparenza desiderati.<br />

La ceramica<br />

L’argilla è la materia prima della ceramica, composta da vari<br />

miner<strong>al</strong>i che si trovano sulla superficie terrestre e che durante la<br />

loro evoluzione hanno subito delle trasformazioni a causa di<br />

aumenti di temperatura, pressioni nelle profondità della crosta<br />

terrestre, e dando luogo a diverse classificazioni a seconda del<br />

materi<strong>al</strong>e che hanno inglobato. Queste sostanze acquisite sono<br />

importanti perché caratterizzano le argille; a questo, vanno<br />

aggiunte le modifiche che il vasaio apporta durante la lavorazione<br />

e le ulteriori trasformazioni che avvengono nell’argilla durante<br />

la cottura.<br />

Ricapitolando per “argilla” possiamo intendere una sostanza dotata<br />

di plasticità che sotto l’azione delle mani può assumere forme<br />

diverse e che si compatta fortemente per azione del c<strong>al</strong>ore. Durante<br />

la cottura avvengono, infatti, trasformazioni di natura chimica e fisica,<br />

tutti i miner<strong>al</strong>i contenuti nell’impasto si am<strong>al</strong>gamano tra loro<br />

dando luogo a colorazioni differenziate (ciò anche per l’azione dell’ambiente<br />

di cottura).<br />

Nell’antichità l’argilla veniva modellata soprattutto a mano; la tec-<br />

Il<br />

Ritornodel Passato<br />

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