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indice cronologico maggio 2001 - Swif - Università degli Studi di Bari

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Pettit, Il repubblicanesimo<br />

libertà repubblicana intesa come libertà dal dominio. Lo scopo precipuo <strong>di</strong> questa analisi è<br />

quello <strong>di</strong> connotare e rendere manifesti, in maniera chiara, gli elementi che <strong>di</strong>stinguono e<br />

<strong>di</strong>fferenziano l'approccio repubblicano rispetto a quello centrato sull'eliminazione <strong>di</strong> ogni<br />

forma <strong>di</strong> interferenza, tipico della tra<strong>di</strong>zione liberale. È un processo analitico che occupa<br />

l'intera prima parte del volume e che rappresenta un presupposto irrinunciabile nel contesto<br />

della tesi proposta da Pettit. La definizione delle coor<strong>di</strong>nate essenziali della libertà come non<br />

dominio consente una più precisa valutazione dell'efficacia istituzionale delle politiche<br />

repubblicane. Tali politiche devono essere intese quali opzioni pubblicamente con<strong>di</strong>visibili da<br />

ciascuno in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio riflessivo: opzioni che costituiscono una filosofia con cui<br />

sia possibile vivere e agire. Il perseguimento <strong>di</strong> tale scopo richiede, in via preliminare, la<br />

comprensione <strong>di</strong> quale sia la nozione <strong>di</strong> non dominio ed in che modo essa incida sulla<br />

descrizione della libertà repubblicana. "L'ideale del non dominio, per come è concepito nella<br />

tra<strong>di</strong>zione repubblicana, significa l'assenza <strong>di</strong> dominio in presenza <strong>di</strong> altri in<strong>di</strong>vidui, non<br />

l'assenza <strong>di</strong> dominio conseguita isolandosi. Quella del non dominio è la con<strong>di</strong>zione associata<br />

al ruolo civile del liber; come <strong>di</strong>cevano i romani: libertas è civitas; per usare l'i<strong>di</strong>oma corrente<br />

nel xviii secolo: la libertà è civile in quanto è <strong>di</strong>stinta dalla libertà naturale. Si tratta <strong>di</strong> un<br />

ideale sociale la cui realizzazione presuppone la presenza <strong>di</strong> un certo numero <strong>di</strong> agenti che<br />

interagiscono l'un l'altro" (p. 85).<br />

Chiarendo meglio la sua posizione, Pettit sottolinea incisivamente la <strong>di</strong>stanza che separa la<br />

prospettiva repubblicana da quella liberale. Secondo l'autore, infatti, l'idea liberale è<br />

strettamente connessa ad una concezione della libertà fondata sulla non interferenza,<br />

ovvero, sull'annullamento <strong>di</strong> tutti quei vincoli e quegli ostacoli che si frappongono al libero<br />

esercizio dell'azione in<strong>di</strong>viduale. Tale legame riporta l'in<strong>di</strong>viduo ad una <strong>di</strong>mensione naturale,<br />

sganciando il soggetto da ogni possibile legame sociale. Viceversa, la libertà repubblicana,<br />

la libertà come non dominio, si impone all'attenzione del soggetto come una virtù civica<br />

essenziale per la composizione dei conflitti intersoggettivi. La libertà repubblicana, dunque, è<br />

connessa alla <strong>di</strong>mensione politica delle relazioni in<strong>di</strong>viduali. Essa nasce dal mutuo<br />

riconoscimento dei legami istituzionali, dall'adesione a quei criteri che regolano le scelte e<br />

che vincolano le azioni <strong>di</strong> ciascuno al rispetto dei valori che sono alla base della democrazia<br />

e della civile convivenza.<br />

"Mentre la libertà intesa come non dominio rappresenta la libertà della città, la libertà come<br />

non interferenza rappresenta tendenzialmente la libertà della brughiera: il comune <strong>di</strong>ritto su<br />

una terra incolta, per usare una bella espressione <strong>di</strong> Paley" (p. 85).<br />

Dominio e interferenza.<br />

Ora, per meglio definire i termini della questione è necessario aggiungere alcune<br />

precisazioni in merito alla natura dei legami collettivi e al ruolo da essi svolto nel comporre i<br />

conflitti entro il contesto repubblicano. Si tratta, cioè <strong>di</strong> comprendere quale sia il rapporto che<br />

intercorre tra non dominio e interferenza e se tale relazione costituisca una garanzia<br />

accettabile per la libertà <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui e per la stabilità delle istituzioni. Detto altrimenti, sulla<br />

base <strong>di</strong> quali argomentazioni è possibile giustificare la compresenza, la pacifica convivenza,<br />

<strong>di</strong> vincoli e <strong>di</strong> libertà?<br />

Il ra<strong>di</strong>calismo liberale, infatti, ha più volte sottolineato come, <strong>di</strong> per sé, ogni forma <strong>di</strong> vincolo<br />

http://lgxserve.ciseca.uniba.it/lei/recensioni/crono/<strong>2001</strong>-05/pettit.htm (3 of 12) [09/11/2005 21.25.45]

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