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indice cronologico maggio 2001 - Swif - Università degli Studi di Bari

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Pettit, Il repubblicanesimo<br />

stretta <strong>di</strong>pendenza, una relazione forte tra in<strong>di</strong>vidui e istituzioni, che non può in alcun modo<br />

essere trascurata e che incide profondamente nei processi <strong>di</strong> costruzione dei vincoli e delle<br />

virtù civiche. E tutto questo influisce sul peso specifico dello Stato e sulla sua capacità <strong>di</strong><br />

promuovere la libertà in tutte le sue forme.<br />

È evidente che tale prospettiva solleva alcuni interrogativi in merito alla compatibilità tra<br />

l'or<strong>di</strong>namento repubblicano e le leggi che regolano il libero mercato. Va innanzitutto<br />

sottolineato come le istituzioni repubblicane mal si conciliano con qualsivoglia forma <strong>di</strong><br />

pluralismo dei gruppi <strong>di</strong> interesse. In altre parole, entro la <strong>di</strong>mensione politica tracciata dalla<br />

teoria repubblicana l'atteggiamento della cosiddetta mano invisibile non può trovare alcuna<br />

applicazione. Ciò è del tutto comprensibile alla luce sia dell'ideale <strong>di</strong> libertà che fa da cornice<br />

alla tesi repubblicana che del ruolo prioritario svolto dalla concezione <strong>di</strong> bene comune<br />

con<strong>di</strong>visa da ciascun membro della comunità. In altre parole, e contrariamente a quanto<br />

sostenuto dai <strong>di</strong>fensori del modello pluralista (Hayek, Mandeville), il fine comune non<br />

costituisce il risultato inintenzionale <strong>di</strong> scelte egoistiche, o comunque soggettivamente<br />

accettabili, piuttosto, rappresenta la premessa fondamentale <strong>di</strong> ogni deliberazione. Sino a<br />

che punto, però, tale atteggiamento è compatibile con le esigenze <strong>di</strong> un mercato aperto e<br />

libero? Sino a che punto lo Stato repubblicano è in grado <strong>di</strong> incentivare l'iniziativa<br />

economica? Pettit a tal proposito <strong>di</strong>fende in modo deciso la bontà della proposta<br />

repubblicana. È sicuramente vero che nel contesto delle istituzioni repubblicane, la priorità<br />

attribuita alle virtù civiche, tende a subor<strong>di</strong>nare gli interessi economici e ad influenzare la<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> oneri e <strong>di</strong> risorse; ed è altrettanto vero che lo stato repubblicano si oppone<br />

fermamente ad un modello politico organizzato e <strong>di</strong>retto sulla base delle <strong>di</strong>namiche e delle<br />

esigenze del mercato. Tuttavia, la tesi repubblicana, pur essendo caratterizzata da una<br />

visione critica e ra<strong>di</strong>cale della democrazia, e delle istituzioni poste a sua <strong>di</strong>fesa, lascia un<br />

margine più che sod<strong>di</strong>sfacente al libero scambio e al confronto tra le nude preferenze dei<br />

soggetti. Infatti, il vincolo istituzionale posto dall'idea <strong>di</strong> libertà come non dominio, secondo<br />

Pettit, è del tutto compatibile con forme <strong>di</strong> contrattazione e <strong>di</strong> scambio tendenti a far<br />

emergere ed a sod<strong>di</strong>sfare gli interessi particolari e legittimi <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui. Il fatto che nel<br />

contesto della contrattazione economica, ciascun partecipante abbia un <strong>di</strong>verso potere <strong>di</strong><br />

negoziazione, una <strong>di</strong>versa capacità <strong>di</strong> acquisto, non implica, necessariamente, che vi siano<br />

forme <strong>di</strong> interferenza arbitraria, forme <strong>di</strong> dominio tendenti a falsare l'esito dello scambio. Ciò<br />

che un'istituzione democratica, aperta alla contestazione, inclusiva e ricettiva, ha però<br />

l'obbligo <strong>di</strong> garantire ed assicurare a ciascun membro della comunità politica è<br />

l'in<strong>di</strong>pendenza delle procedure istituzionali dagli interessi e dagli eventuali atti d'interferenza<br />

arbitraria e dominante posti in essere da soggetti o da gran<strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> pressione. In altre<br />

parole, la trasparenza delle decisioni politiche, garanzia della natura democratica dello<br />

Stato, non può essere offuscata da alcuna forma <strong>di</strong> conflitto d'interessi.<br />

Liberalismo e Comunitarismo.<br />

Vi è infine un ultimo aspetto della tesi repubblicana sostenuta da Pettit che deve essere<br />

preso in considerazione. Esso concerne il ruolo che tale prospettiva si propone <strong>di</strong><br />

interpretare nel contesto dell'attuale <strong>di</strong>battito filosofico-politico. Un <strong>di</strong>battito che negli ultimi<br />

anni è stato caratterizzato dalla contrapposizione tra due particolari visioni della società, e<br />

precisamente, tra quella liberale e quella comunitarista. Alla base <strong>di</strong> tale confronto, come è<br />

noto, vi è una <strong>di</strong>fferente interpretazione della funzione delle istituzioni, ma soprattutto, una<br />

http://lgxserve.ciseca.uniba.it/lei/recensioni/crono/<strong>2001</strong>-05/pettit.htm (9 of 12) [09/11/2005 21.25.45]

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