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indice cronologico maggio 2001 - Swif - Università degli Studi di Bari

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Jaegwon Kim, La mente e il mondo fisico<br />

Prima <strong>di</strong> tentare una soluzione non definitiva del problema Kim pone attenzione ad una serie<br />

<strong>di</strong> osservazioni riguardanti la generalizzazione del problema della causazione, ivi compresa<br />

quella mentale. Se ammettiamo solo la causazione fisica non scompare solo la causazione<br />

mentale, ma a livello macroscopico scompaiono tutte le causazioni descritte dalle altre<br />

scienze particolari. Nonostante nessuno abbia bisogno <strong>di</strong> una tale spiegazione, ciò<br />

non<strong>di</strong>meno dal punto <strong>di</strong> vista filosofico il problema non è irrilevante.<br />

Sempre in quest'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> problemi sempre Burge e altri autori ritengono che l'assunzione <strong>di</strong><br />

un orizzonte fisico causale chiuso dovrebbe <strong>di</strong> per sé escludere ogni possibile causazione<br />

esterna, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> nuovo delle scienze particolari. Questo genere <strong>di</strong> minacce svaniscono se<br />

si considera più da presso il sistema gerarchico micro-macro che tacitamente è stato<br />

supposto essere alla base del sistema delle scienze. Se infatti ogni livello superiore va<br />

ricondotto al livello inferiore è chiaro che i livelli superiori non possono presentare alcuna<br />

genuina causalità propria. Pren<strong>di</strong>amo per esempio il caso del sonnifero: una pillola contiene<br />

in sé la proprietà della dormitività, e anche la componente chimica specifica; entrambe sono<br />

proprietà allo steso livello, senza nessuna <strong>di</strong>rezione verso l'alto o verso il basso. Kim<br />

suggerisce a questo proposito <strong>di</strong> assumere lo schema <strong>di</strong> Armstrong per cui P è una<br />

proprietà basata a livello microfisico se e solo se P è scomponibile in elementi basilari non<br />

coincidenti. Alla luce <strong>di</strong> questa osservazione l'argomento della generalità perde la sua forza.<br />

Il mio tavolo - ci <strong>di</strong>ce Kim - ha una massa <strong>di</strong> 10 kg e un potere causale <strong>di</strong>rettamente<br />

<strong>di</strong>pendente da ciò, ma nessuno dei suoi microcostituenti <strong>di</strong>mostra la stessa proprietà o lo<br />

stesso potere causale. "Un insieme neurale che consista <strong>di</strong> molte migliaia <strong>di</strong> neuroni avrà<br />

proprietà i cui poteri causali vanno oltre i poteri causali delle proprietà dei suoi neuroni<br />

costituenti o dei subinsiemi e gli esseri umani possiedono poteri causali che nessuno dei<br />

nostri singoli organi possiede" (p. 93-94). La sopravvenienza micro-macro non va dunque<br />

pensata come uno svuotamento <strong>di</strong> potenzialità causali dei livelli superiori a favore esclusivo<br />

dei livelli inferiori.<br />

Kim sostanzialmente si proporne <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere un autentico riduzionismo nei rapporti mentecorpo<br />

senza avvalersi del metodo riduzionistico <strong>di</strong> Nagel e proponendo al suo posto, come<br />

abbiamo visto, il modello funzionale.<br />

Il punto debole del modello riduzionista <strong>di</strong> Nagel sono le "leggi ponte". Le leggi ponte<br />

costituiscono una sorta <strong>di</strong> "passaggio" tra la legge "basilare" e quella sovraor<strong>di</strong>nata. In linea<br />

<strong>di</strong> principio comunque qualsiasi riduzionismo deve fare i conti con leggi che stabiliscono<br />

proprietà coestensive tra le leggi da ridurre e quelle <strong>di</strong> base. Le leggi ponte <strong>di</strong> Nagel non<br />

sono dotate <strong>di</strong> sufficiente generalità, visto che queste <strong>di</strong>pendono ogni volta dalle coppie <strong>di</strong><br />

teorie in considerazione, a meno che, ma questo non è il caso della psicologia e della<br />

neurobiologia per il rapporto mente-corpo, non <strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong> due leggi rigide e complete.<br />

A questo punto è particolarmente utile considerare le leggi ponte come bicon<strong>di</strong>zionali e<br />

stabilire pertanto una coestensione P tra le proprietà M della teoria da ridurre e il dominio <strong>di</strong><br />

base. Ora se l'insieme <strong>di</strong> leggi da ridurre L non è derivabile dal dominio <strong>di</strong> base è sufficiente<br />

riscrivere queste leggi nel dominio <strong>di</strong> base servendosi delle leggi ponte come definizioni. In<br />

questa maniera si aumenta la teoria <strong>di</strong> base senza mo<strong>di</strong>ficarne l'ontologia e senza<br />

compromettere la sensatezza della riduzione. Ora abbiamo leggi ponte della forma MP<br />

http://lgxserve.ciseca.uniba.it/lei/recensioni/crono/<strong>2001</strong>-05/kim.htm (8 of 11) [09/11/2005 21.25.47]

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