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1787: la Camera di Commercio conta le sue imprese

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SPEDIZIONIERI 8<br />

Cinque erano i fondaci e tre <strong>le</strong> botteghe. In alcuni casi l’attività <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zioniere si accompagnava<br />

ad altre: lo spe<strong>di</strong>zioniere Antonio Rossi nel<strong>la</strong> stessa sede <strong>di</strong> contrada Zuecca<br />

(ora via Ver<strong>di</strong>) gestiva anche <strong>le</strong> attività <strong>di</strong> negoziante cotoni e <strong>di</strong> navarolo (<strong>la</strong> già citata<br />

“Condotta sul Po…”). Lo spe<strong>di</strong>zioniere Luigi Tosgobi, sempre in contrada Beccherie<br />

Vecchie (ora via Solferino), negoziava in lino mentre Pietro Lucasetti, con sede in contrada<br />

Porta Margherita (ora Porta Romana), oltre che spe<strong>di</strong>zioniere era anche fi<strong>la</strong>toliere.<br />

SPADARI 2<br />

Gli unici due spadari censiti in città si chiamavano entrambi Rol<strong>la</strong>, uno Leonardo e uno<br />

Giovanni con botteghe sostanzialmente contigue, una in contrada Colonna e una in contrada<br />

Bottona (ora secondo e primo tratto <strong>di</strong> corso Campi). Nessuno dei due aveva <strong>di</strong>pendenti.<br />

STAMPATORI 2<br />

Due furono <strong>le</strong> stamperie censite e <strong>le</strong> rispettive botteghe erano assai vicine: una intestata<br />

al<strong>la</strong> “Ditta Ferrari” in contrada Maestra (ora corso Cavour) e l’altra <strong>di</strong> Lorenzo Manini<br />

in contrada Bottona (ora primo tratto <strong>di</strong> corso Campi). La prima aveva quattro <strong>la</strong>voranti<br />

e <strong>la</strong> seconda tre.<br />

SPEZIALI 8<br />

Come detto per i mercanti droghieri, al momento del censimento era già stata già resa obbligatoria<br />

<strong>la</strong> separazione fra <strong>le</strong> merci ven<strong>di</strong>bili dal<strong>le</strong> due categorie e pertanto gli otto speziali<br />

notificati erano tutti ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali. Questo non toglie che molti <strong>di</strong> essi trattassero<br />

ancora qualche genere <strong>di</strong> drogheria mentre i droghieri non avrebbero più dovuto<br />

vendere me<strong>di</strong>cinali. Nel<strong>le</strong> spezierie i <strong>di</strong>pendenti erano scarsi, al massimo una o due unità<br />

e, per una, del tutto assenti.<br />

SELLARI E BASTARI 17<br />

Quin<strong>di</strong>ci dei censiti furono definiti sel<strong>la</strong>ri e solo due bastari.Tutti avevano bottega salvo<br />

tre che <strong>la</strong>voravano in casa e uno dei sel<strong>la</strong>ri, certo Gaetano Novara, con bottega in contrada<br />

Colonna (ora secondo tratto <strong>di</strong> corso Campi), fabbricava anche carrozze.<br />

SARTI 191<br />

La maggior parte <strong>di</strong> essi (centoventidue) <strong>la</strong>vorava in casa, in sessantotto avevano bottega<br />

e uno gestiva un banco sotto il portico del Pa<strong>la</strong>zzo Pubblico. Le botteghe erano<br />

ubicate in <strong>di</strong>verse strade citta<strong>di</strong>ne, preva<strong>le</strong>ntemente nel centro città anche se ne troviamo<br />

alcune in zone più periferiche. Sui centonovantuno iscritti, in cinquantadue avevano almeno<br />

un <strong>di</strong>pendente. Prendendo in considerazione quelli che ne avevano in bottega il<br />

maggior numero, citiamo i quattor<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Giuseppe Cozzi in contrada Valverde (oggi corso<br />

Matteotti), i nove <strong>di</strong> Giacomo Manini in contrada Colonna (ora secondo tratto <strong>di</strong> corso<br />

Campi), i sette <strong>di</strong> Ignazio Miglioli in contrada Canonica (ora Largo Boccaccino<br />

prima <strong>di</strong> via XX Settembre).Anche coloro che <strong>la</strong>voravano in casa avevano <strong>di</strong>versi <strong>di</strong>pendenti<br />

come un certo A<strong>le</strong>ssandro Capelli che occupava <strong>di</strong>eci <strong>la</strong>voranti. Le donne censite<br />

come sarte erano trentacinque (tenuto conto che una <strong>di</strong> esse venne erroneamente censita<br />

due volte).Tutte, tranne due, <strong>la</strong>voravano in casa e solo una aveva un <strong>di</strong>pendente.<br />

TORNITORI 6<br />

Quattro gestivano bottega mentre due <strong>la</strong>voravano in casa. Le botteghe erano ubicate in<br />

centro città e solo uno aveva un <strong>la</strong>vorante.<br />

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