1787: la Camera di Commercio conta le sue imprese
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una o due unità.Assenti del tutto <strong>le</strong> donne.<br />
Degli ottantasei iscritti, ve<strong>di</strong>amo che quin<strong>di</strong>ci precisavano <strong>di</strong> essere so<strong>la</strong>mente<br />
barbieri e, fra essi, do<strong>di</strong>ci avevano bottega, tre <strong>la</strong>voravano in casa e so<strong>la</strong>mente<br />
due avevano un <strong>la</strong>vorante.<br />
Come è noto, dal Me<strong>di</strong>oevo e fino circa al<strong>la</strong> metà del ’700 era appannaggio<br />
dei barbieri anche l’esercizio <strong>di</strong> quell’attività… parame<strong>di</strong>ca definita, in senso <strong>la</strong>to,<br />
chirurgia e, <strong>di</strong> conseguenza, abbiamo cercato qualche traccia <strong>di</strong> questo rapporto<br />
negli statuti dell’Arte dei barbieri <strong>di</strong> Cremona del 1583 ma inutilmente.<br />
(ACCCr, Corp.A 15, Matrico<strong>la</strong> e Statuti dell’Arte dei Barbieri, 1583).<br />
Osserviamo, tuttavia, che l’Arte cremonese aveva in<strong>di</strong>viduato come suoi patroni<br />
i santi Cosma e Damiano, tra<strong>di</strong>zionali protettori dei me<strong>di</strong>ci, e questo potrebbe<br />
in<strong>di</strong>care una scelta del tutto casua<strong>le</strong> ma anche, al contrario, segnare un<br />
certo qual <strong>le</strong>game privi<strong>le</strong>giato fra i barbieri e i me<strong>di</strong>ci che potremmo forse<br />
cercare nel<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> quei quin<strong>di</strong>ci nominativi censiti solo come barbieri (e<br />
non come parrucchieri), ipotizzando, sia pur sommessamente, che proprio in essi<br />
si identificassero coloro che, nell’ambito del<strong>la</strong> categoria, erano de<strong>di</strong>ti - in<br />
parte o in toto - a queste partico<strong>la</strong>ri mansioni <strong>di</strong> carattere professiona<strong>le</strong>-sanitario.<br />
Infine ancora ad una matrice <strong>di</strong> natura sanitaria si rapportavano gli speziali (fino<br />
agli inizi del secolo XV in<strong>di</strong>cati come “aromatari”) che, se da un <strong>la</strong>to assunsero<br />
caratteristiche più ‘professionali’ con <strong>la</strong> trasformazione dell’Arte in<br />
Col<strong>le</strong>gio avvenuta agli inizi del ’600, dall’altro non rinunciarono a trattare anche<br />
prodotti cosiddetti <strong>di</strong> drogheria, senza quin<strong>di</strong> perdere quel carattere impren<strong>di</strong>toria<strong>le</strong><br />
che li porterà, nel <strong>1787</strong>, ad essere compresi nel censimento del<strong>la</strong><br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> (Aromatari, Speziali e… Fondegheri cit.).<br />
55<br />
Alloggiare in città<br />
Per una valutazione del<strong>la</strong> ricettività logistica citta<strong>di</strong>na l’aiuto offertoci dal<br />
nostro Registro è risultato del tutto <strong>la</strong>cunoso in quanto mancano, fra <strong>le</strong> categorie<br />
censite, <strong>le</strong> voci “alberghi e locande” e vi trovano posto so<strong>la</strong>mente gli “osti”<br />
nel<strong>la</strong> ragguardevo<strong>le</strong> misura <strong>di</strong> ottantaquattro presenze.<br />
Da altre fonti sappiamo che Cremona non mancava né <strong>di</strong> alberghi né <strong>di</strong> locande<br />
e, dovendo escludere che gli stessi fossero considerati come attività non<br />
censibili, possiamo solo ipotizzare che gli addetti al censimento abbiano ritenuto<br />
giusto inglobarli nel<strong>le</strong> osterie.<br />
Questo pure se, in effetti, vi furono due esercizi, schedati fra gli osti, che<br />
denunciarono anche l’attività <strong>di</strong> locanda e, precisamente, i Fratelli Bellini, cremonesi,<br />
che in contrada del<strong>la</strong> Montata al numero 2465 (l’attua<strong>le</strong> via Sicardo) occupavano<br />
tre camerieri e due garzoni ed il lo<strong>di</strong>giano Vignati Giacinto che, in<br />
contrada Zuecca (oggi via Ver<strong>di</strong>), aveva nove garzoni. Nel comp<strong>le</strong>sso gli osti occupavano<br />
in città ventidue camerieri e trentuno garzoni.Aggiungiamo che sul<br />
tota<strong>le</strong> <strong>di</strong> ottantaquattro osti iscritti, cinquantacinque risultano tito<strong>la</strong>ri <strong>di</strong> fondaci<br />
e ventinove tito<strong>la</strong>ri <strong>di</strong> botteghe.<br />
Non è semplice dare una precisa definizione del termine “fondaco” in quanto<br />
lo si trova <strong>di</strong> frequente usato con significati non univoci: a volte per in<strong>di</strong>care<br />
un magazzino privato, a volte una struttura simi<strong>le</strong> agli attuali ‘magazzini generali’<br />
e spesso, semplicemente, come sinonimo <strong>di</strong> bottega, senza però sottova-