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1787: la Camera di Commercio conta le sue imprese

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LE ATTIVITÀ DI SERVIZIO<br />

Usiamo questa definizione, <strong>di</strong> carattere prettamente attua<strong>le</strong>, per in<strong>di</strong>care<br />

quel<strong>le</strong> attività che non producevano merci ma servizi e che ritroviamo in gran<br />

parte prese in considerazione dal nostro Registro sotto <strong>la</strong> voce “Artisti”.<br />

Il trasporto <strong>di</strong> merci e persone<br />

Per questo settore furono censiti in città venti carradori, <strong>di</strong>ciotto barozzieri,<br />

otto carrettieri da dogana, otto spe<strong>di</strong>zionieri, sei navaroli, cinque vetturali.<br />

Ad essi possiamo anche aggiungere gli ottantotto brentadori che erano addetti<br />

sia al trasporto del vino in città sia, grazie al<strong>le</strong> grosse brente del<strong>le</strong> quali erano dotati,<br />

anche allo spegnimento degli incen<strong>di</strong> (A. CAVALCABÒ, I brentadori precursori dei nostri<br />

pompieri,Cremona 1940).<br />

Per quanto riguarda i navaroli, tenuta presente <strong>la</strong> collocazione del<strong>la</strong> città sul<strong>la</strong><br />

sponda del Po, non stupisce che si trovasse a <strong>di</strong>sposizione dei cremonesi una vera<br />

picco<strong>la</strong> flotta composta da cinque battelli e sette barche, il tutto da no<strong>le</strong>ggio.<br />

Venne inoltre registrato anche un “barcarolo” senza però fare cenno se <strong>di</strong>sponeva<br />

<strong>di</strong> un mezzo o se era un semplice prestatore d’opera.<br />

Se consideriamo che <strong>la</strong> gestione del<strong>le</strong> imbarcazioni doveva comportare il<br />

<strong>di</strong>sbrigo <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse mansioni anche manuali, appare veramente strana <strong>la</strong> scarsità dei<br />

<strong>di</strong>pendenti denunciati visto che, sui sei navaroli censiti, solo due <strong>di</strong>chiaravano <strong>di</strong><br />

avere a <strong>di</strong>sposizione un garzone ed uno, proprietario <strong>di</strong> ben cinque imbarcazioni,<br />

ne occupava due. Resta comunque <strong>la</strong> possibilità che i ‘paroni’ si avva<strong>le</strong>ssero o<br />

<strong>di</strong> familiari o <strong>di</strong> persona<strong>le</strong> preso a titolo avventizio, <strong>di</strong> volta in volta, al bisogno.<br />

Fra i navaroli ricor<strong>di</strong>amo partico<strong>la</strong>rmente un certo Antonio Rossi, proprietario<br />

<strong>di</strong> una picco<strong>la</strong> flotta composta da tre barche e due battelli, definito nel<strong>la</strong><br />

notificazione censuaria “condottiere sul Po”.<br />

Il Rossi, peraltro, fosse perché <strong>la</strong> condotta sul fiume non lo impegnava personalmente<br />

più <strong>di</strong> tanto, fosse che <strong>la</strong> <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi mezzi <strong>di</strong> trasporto lo<br />

favorisse nello svolgimento <strong>di</strong> attività col<strong>la</strong>terali, lo troviamo censito anche nel<strong>la</strong><br />

categoria degli spe<strong>di</strong>zionieri con fondaco in contrada Zuecca (ora via Ver<strong>di</strong>),<br />

nonché in quel<strong>la</strong> dei negozianti <strong>di</strong> cotoni ed altre merci all’ingrosso con magazzino<br />

in Dogana. La sua abitazione era sempre segnata in contrada Zuecca.<br />

53<br />

La cura del<strong>la</strong> persona<br />

Per como<strong>di</strong>tà abbiamo raggruppato sotto questa voce – del tutto attua<strong>le</strong> e<br />

certamente sconosciuta al linguaggio del secolo XVIII – coloro che esercitavano<br />

attività <strong>le</strong>gate al<strong>la</strong> ‘persona’ del cliente come i “barbieri e parrucchieri”, censiti<br />

a Cremona in ragione <strong>di</strong> ottantasei unità ai quali, sia pure in senso <strong>la</strong>to, accostiamo<br />

gli speziali che il Registro annotava in numero <strong>di</strong> otto.<br />

I barbieri (censiti col modulo degli “Artisti”) esercitavano <strong>la</strong> loro attività<br />

preva<strong>le</strong>ntemente in botteghe (erano sessantuno i tito<strong>la</strong>ri <strong>di</strong> bottega ed uno ne<br />

gestiva due nel<strong>la</strong> stessa contrada) <strong>di</strong>stribuite per lo più nel<strong>le</strong> zone del centro e re<strong>la</strong>tive<br />

a<strong>di</strong>acenze, mentre gli altri venticinque <strong>di</strong>chiaravano <strong>di</strong> <strong>la</strong>vorare presso il<br />

proprio domicilio.Abbastanza costante <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti in misura <strong>di</strong>

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