Linee guida sull'asma bronchiale - SNLG-ISS
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<strong>SNLG</strong>-Regioni – <strong>Linee</strong> <strong>guida</strong> sull’asma <strong>bronchiale</strong><br />
dosi, empiricamente effettuata da molti medici, non sembra giustificata dai dati di letteratura.<br />
L’educazione del paziente alla comprensione del piano terapeutico, all’uso dei vari erogatori<br />
e alla gestione della malattia è essenziale e richiede tempo che il medico deve dedicare al colloquio.<br />
La scelta tra i vari erogatori (spray dosati o erogatori di polveri secche o nebulizzatori)<br />
dipende dal tipo di farmaco consigliato e dalle caratteristiche del paziente. Gli erogatori di<br />
polveri sono facili da usare e quindi possono migliorare, con l’aderenza al trattamento, l’efficacia<br />
della terapia; gli spray dosati, specialmente se associati a distanziatori, permettono tuttavia<br />
di migliorare la deposizione periferica degli aerosol, riducendo la deposizione orofaringea;<br />
sono perciò utili con le alte dosi di corticosteroidi inalatori (livello di prova di tipo V).<br />
L’uso dei nebulizzatori è consigliabile solo per brevi periodi e in fase acuta di malattia (come<br />
durante le riacutizzazioni asmatiche); infatti questa modalità permette la somministrazione di<br />
dosi elevate di farmaci, ma determina anche una grande dispersione dei farmaci nel cavo orale,<br />
con maggiori effetti collaterali (micosi).<br />
Infine è da ricordare che la terapia ideale dovrebbe impiegare un solo prodotto (o al massimo<br />
due), possibilmente in una o due somministrazioni giornaliere.<br />
Valutazione dell’andamento della malattia a lungo termine<br />
L’asma è per definizione una malattia cronica, che nella maggior parte dei casi non guarisce,<br />
anche se esistono soggetti che hanno avuto sintomi asmatici solo in alcuni periodi della loro<br />
vita e non più successivamente. L’asma, specialmente se non controllata per lunghi periodi di<br />
tempo e specialmente in alcune fasi della vita, può portare a danno cronico permanente delle<br />
vie aeree, che si può manifestare con ostruzione <strong>bronchiale</strong> persistente e non più completamente<br />
reversibile e persistente iperreattività <strong>bronchiale</strong>. Entrambe queste conseguenze sono<br />
dovute ad alterazioni strutturali (il cosiddetto rimodellamento) (Bousquet 2000). Non è noto<br />
quanto il trattamento farmacologico e più in generale un buon controllo della malattia possano<br />
impedire tale evoluzione negativa.<br />
E’ comunque buona norma valutare periodicamente il paziente, sia clinicamente sia con esame<br />
spirometrico (meglio se dopo broncodilatatore) e con test di iperreattività <strong>bronchiale</strong> almeno<br />
annuale: il monitoraggio a lungo termine può permettere di cogliere l’evoluzione della<br />
malattia verso una condizione di danno cronico permanente (tabella 2.15). In alcuni soggetti,<br />
il trattamento farmacologico determina una normalizzazione della reattività <strong>bronchiale</strong> e della<br />
funzione respiratoria, ma nella maggior parte dei casi esse migliorano, ma non si normalizzano<br />
del tutto.<br />
Tabella 2.15. Verifiche periodiche<br />
• frequenza e gravità dei sintomi diurni<br />
• frequenza e gravità dei sintomi notturni<br />
• numero medio giornaliero di inalazioni del farmaco al bisogno<br />
• entità delle limitazioni nella vita quotidiana<br />
• numero e gravità delle riacutizzazioni (se trattate a domicilio dal paziente o dal medico<br />
o se trattate attraverso accesso al P.S. o ricovero in ospedale)<br />
• livello della funzione polmonare (rispetto ai valori migliori di quel paziente)<br />
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Parte seconda