Linee guida sull'asma bronchiale - SNLG-ISS
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<strong>SNLG</strong>-Regioni – <strong>Linee</strong> <strong>guida</strong> sull’asma <strong>bronchiale</strong><br />
Sembra che un precoce riconoscimento della malattia e un tempestivo inizio della terapia permettano<br />
di ridurre il rischio di cronicizzazione (livello di prova di tipo IV) (Selroos 1995).<br />
La persistenza dell’iperreattività <strong>bronchiale</strong> può determinare sintomi di broncospasmo per fattori<br />
scatenanti non specifici, mentre la persistenza dell’ostruzione <strong>bronchiale</strong> può determinare la<br />
comparsa di sintomi cronici (come la dispnea da sforzo) e di limitazioni nella vita quotidiana,<br />
assimilando questi pazienti a quelli con bronchite cronica ed enfisema, nel capitolo della broncopneumopatia<br />
cronica ostruttiva.<br />
Verifica dei risultati ottenuti<br />
Gli obiettivi nella gestione dell’asma sono stati ben definiti e costituiscono quello che oggi viene<br />
definito «il controllo dell’asma»: il trattamento deve essere in grado di ridurre al minimo o<br />
meglio abolire del tutto i sintomi (anche quelli lievi, come la semplice costrizione toracica, i sibili<br />
e la tosse), mantenere al massimo la funzione polmonare, ridurre o meglio abolire del tutto<br />
l’uso del farmaco d’emergenza, ridurre al minimo le riacutizzazioni e permettere una vita sostanzialmente<br />
normale, compresa la possibilità di fare esercizio fisico. L’uso dei beta2-agonisti a breve<br />
durata d’azione deve essere mantenuto il più basso possibile, possibilmente assente, in quanto<br />
segnale di uno scarso controllo della malattia.<br />
Questi obiettivi sono possibili da ottenere e devono essere sempre perseguiti senza atteggiamenti<br />
rinunciatari da parte del medico o del paziente. E’ importante quindi che il medico verifichi sempre,<br />
con un’attenta e accurata anamnesi e con la misura della funzione polmonare, il loro raggiungimento.<br />
In caso negativo, vanno ricercate le cause dell’insuccesso: scarsa adesione intenzionale<br />
o meno del paziente al piano terapeutico (una delle cause più frequenti dell’insuccesso<br />
terapeutico) presenza di fattori scatenanti o aggravanti l’asma, trattamento inadeguato, in casi<br />
estremi, non correttezza della diagnosi.<br />
Riconoscimento precoce delle riacutizzazioni<br />
Le riacutizzazioni asmatiche rappresentano un evento frequente nella storia naturale dell’asma.<br />
Nei vari studi a lungo termine, la loro frequenza è stata calcolata del 0,5-1 episodi per paziente<br />
per anno. E’ interessante ricordare che non sono necessariamente i pazienti più gravi ad avere<br />
riacutizzazioni più frequenti e che studi recenti hanno dimostrato un elevato tasso di riacutizzazioni<br />
anche in pazienti con asma lieve persistente. Nei pazienti con asma grave, le riacutizzazioni<br />
sono spesso molto frequenti e ci sono pazienti che le presentano in maniera subentrante. Anche<br />
se solo una piccola parte dei pazienti asmatici, in genere identificabili per vari fattori psicopatologici<br />
e sociali, presenta crisi di asma pericolose per la vita (con necessità di trattamento d’emergenza<br />
o addirittura con necessità di ventilazione meccanica), ogni riacutizzazione di asma è potenzialmente<br />
rischiosa e va quindi prevenuta e trattata tempestivamente e adeguatamente.<br />
E’ importante che il paziente sappia riconoscere precocemente i segni di deterioramento del controllo<br />
della malattia (nella maggior parte dei casi le esacerbazioni incominciano gradualmente con<br />
un peggioramento dei sintomi, che può portare in pochi giorni a un’asma grave); il paziente<br />
dovrebbe essere istruito a monitorare l’uso del farmaco d’emergenza, la frequenza e la gravità<br />
dei sintomi e possibilmente a misurare il picco di flusso espiratorio nei periodi di peggioramento<br />
della malattia.<br />
Parte seconda<br />
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