Iprogressi nella qualità dell'uva e del vino in ... - Ermes Agricoltura

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sulla suscettibilità alle malattie e l’equilibrio vegeto-produttivo delle viti. In viticoltura è ampiamente diffusa la pratica del diserbo della zona sottostante il filare con glifosate.Tale impiego può provocare effetti collaterali anche sulle colture non bersaglio, in particolare carenze nutrizionali e maggiore suscettibilità ai patogeni. Questo diserbante inibisce l’enzima 5-enolpiruvilscichimato-3-fosfato sintasi (EPSPs) che svolge un ruolo chiave nella via metabolica dell’acido scichimico e,di conseguenza,ostacola anche la sintesi dei polifenoli.Il glifosate, particolarmente stabile all’interno dei tessuti vegetali, può anche essere trasferito da una pianta all’altra a seguito di interazioni tra apparati radicali. Per valutare l’effetto del diserbante su vite è stato condotto, durante la stagione vegetativa 2008, un esperimento in condizioni di campo sulla cultivar Ancellotta (innestata su Kober 5BB) coltivata con due modalità di gestione del suolo lungo il filare: lavorazione superficiale e diserbo con glifosate.È stato monitorato il decorso della maturazione dell’uva, in particolare solidi solubili, pH e acidità totale delle bacche;alla vendemmia è stato determinato il livello di antociani nelle bucce e sono stati microvinificati campioni di uva per verificare la concentrazione dei fenoli nel vino. La concentrazione degli antociani nelle bacche provenienti dalle parcelle diserbate è risultata inferiore del 20% rispetto alle parcelle sottoposte a lavorazione superficiale (tabella 1). Le indagini condotte non hanno evidenziato effetti del glifosate sulla crescita, la concentrazione in solidi solubili e l’acidità totale, mentre il pH delle bacche alla raccolta è risultato inferiore nelle uve provenienti dalle parcelle diserbate. I risultati evidenziano le possibili ripercussioni del glifosate sulla qualità delle uve, mentre rimangono da valutare ulteriormente le eventuali implicazioni sulla composizione fenolica del vino, non emerse nella sperimentazione. L’inerbimento controllato del vigneto, in alcuni casi esteso anche al filare, rappresenta una pratica colturale consolidata in condizioni eco-pedologiche favorevoli, mentre nelle aree caratterizzate da scarsa disponibilità idrica l’introduzione di tale tecnica necessita di un’attenta valutazione, legata alla I PROGRESSI NELLA QUALITÀ DELL’UVA E DEL VINO IN EMILIA-ROMAGNA Tab. 1 - Effetto dei trattamenti sulla concentrazione degli antociani (espressi in mg/g buccia) nell’uva (cv Ancellotta) prelevata alla raccolta. Trattamento Lavorazione superficiale Glifosate Significatività Delfinidina 3,2 a 2,4 b * possibile competizione idrica con le piante di vite.Gli studi condotti in Emilia-Romagna hanno scarsamente considerato l’impatto delle specie impiegate nell’inerbimento sullo stato nutrizionale delle viti. Esperimenti in corso indicano la possibilità di migliorare la nutrizione ferrica della vite mediante l’inerbimento con alcune specie graminacee (foto 3). CONTROLLO DELLA MATURAZIONE: UTILE LA CIMATURA TARDIVA Recentemente, in particolare negli areali collinari dell’Emilia-Romagna e di altre importanti regioni viticole, caratterizzati da scarsa disponibilità idrica, sono stati riscontrati fenomeni di sfasamento tra maturità tecnologica e fenolica ascrivibili alle interazioni tra i cambiamenti climatici in atto ed alle mutate tecniche di gestione della chioma,come la defogliazione e il diradamento. Tali condizioni comportano un’accelerazione dell’accumulo di solidi solubili nelle bacche, le quali raggiungono gradazioni zuccherine corrispondenti a livelli ottimali di al- Foto Arch. Dca-Unibo Cianidina Petudinina Peonidina Malvidina Totali 0,5 0,5 0,7 a 4,4 11,0 a 0,3 1,7 0,6 b 3,8 8,8 b n.s n.s * n.s * * significativo per P = 0,05; n.s.: non significativo (P=0,05). cool potenziale, non associati ad un’opportuna maturità fenolica.Di conseguenza, i viticoltori tendono spesso a posticipare il momento della vendemmia con il risultato di incrementare ulteriormente il grado zuccherino, ottenendo un prodotto finale non sempre gradito al consumatore. L’elevato titolo alcolometrico volumico dei vini è una problematica enologica attuale: il legislatore, per assecondare le esigenze dei produttori, ha ammesso il ricorso alla dealcolizzazione (Reg. CE 606/2009), una pratica che incide pesantemente sul costo di produzione. Gli interventi agronomici che possono essere adottati per prevenire o attenuare lo sfasamento tra maturità tecnologica e fenolica sono diversi (ad esempio la potatura invernale).Tuttavia, il tentativo di prevenire gli squilibri di composizione della bacca durante le operazioni di potatura invernale incrementando il numero Foto 3. Prove in vaso sulla gestione del suolo e della fertilizzazione. 11
Foto Arch. Dca-Unibo di gemme,risulta di difficile realizzazione in suoli poco fertili, caratterizzati da scarsa disponibilità di acqua, soprattutto in considerazione del precario equilibrio fisiologico e nutrizionale che contraddistingue le viti coltivate in tali ambienti. Un’ulteriore opzione agronomica per controllare il processo di maturazione è rappresentata dagli interventi in verde, in particolare dalla cimatura, come spiega anche il precedente articolo di questa pubblicazione. UN ESPERIMENTO CONDOTTO SUL SANGIOVESE Un esperimento di durata biennale (2008- 2009) è stato condotto sulla cultivar Sangiovese (Rombolà et al.,2010).Viti allevate a cordone speronato sono state sottoposte a due diverse intensità di cimatura, lieve e severa, mantenendo rispettivamente 10 e 14 nodi sul germoglio principale, e confrontate con piante di controllo non cimate (foto 4). L’intervento è stato effettuato quando le bacche avevano raggiunto 15 °Brix (prima decade di agosto, 45 giorni prima della presunta data di raccolta). I parametri qualitativi (peso medio,solidi solubili, pH, acidità totale e APA - Azoto prontamente assimilabile dai lieviti delle bacche, concentrazione di antociani nelle bucce) hanno messo in evidenza un ritardo nella maturazione delle bacche provenienti dalle viti cimate, che hanno anche presentato valori di APA più bassi (grafico1).Tuttavia,nelle piante cimate il livello degli antociani alla vendemmia non è risultato statisticamente 12 diverso dal controllo.La cimatura intensa ha determinato una riduzione del peso medio del grappolo e della produttività dei ceppi. Tali risultati indicano che la cimatura tardiva, opportunamente realizzata, può costituire una valida strategia per ridurre lo sfasamento tra maturità tecnologica e fenolica. Occorre considerare ulteriori vantaggi agronomici ed economici che potrebbero derivare da questo tipo di cimatura: ottenimento di grappoli meno compatti e quindi Foto 4. Esempi di intensità di cimatura su viti allevate a cordone speronato. meno soggetti ai patogeni fungini; significativa riduzione di consumo idrico conseguente alla rimozione di porzione della parte area (parte distale dei germogli) caratterizzata da intensa traspirazione; risparmio di manodopera richiesta dalle operazioni di stralcio durante il periodo invernale. ■ Graf. 1 – Maturazione delle bacche in relazione all’epoca e all’intensità di cimatura.
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