Iprogressi nella qualità dell'uva e del vino in ... - Ermes Agricoltura

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I PROGRESSI NELLA QUALITÀ DELL’UVA E DEL VINO IN EMILIA-ROMAGNA Fig. 1 - Produzione di Cabernet Sauvignon alla vendemmia,19 marzo 2002. PACCHETTI SOFTWARE SUGGERISCONO LE VARIAZIONI DA EFFETTUARE Oggi esistono anche pacchetti software in grado di individuare con maggior precisione le cause di determinati risultati colturali e,tramite simulazione,di suggerire possibili variazioni da introdurre per migliorare il raggiungimento degli obiettivi (qualità,salvaguardia dell’ambiente di coltura, ecc..). Questi pacchetti, sulla base di scenari passati ed input appropriati,valutano simultaneamente le influenze dinamiche e reciproche del terreno, del clima,della genetica e delle pratiche agri- Rilevazione in un’area di 3,3 ettari in Australia nelle diverse aree di densità vegeto-produttiva individuate (Bramley, 2005). cole che compongono un determinato agrosistema. Si possono citare in proposito le esperienze australiane di VineLogic, ideato dall’Università di Adelaide - Csiro in Australia (figura1),e il modello Salus del Centro italiano per l’agricoltura di precisione Cirap. LE QUATTRO FASI DEL “PROTOCOLLO” Le fasi in cui si può articolare un protocollo di viticoltura di precisione sono così definibili: 1. individuazione delle variabili più significative (in relazione al vitigno, alla zona e agli obiettivi colturali) per la descrizione del vigore vegeto-produttivo, delle prestazioni qualitative e,quindi,anche delle necessità colturali delle viti; 2. misura delle variabili individuate (raccolta dei dati) all’interno del vigneto in modo puntuale, mantenendone memoria sufficientemente precisa della posizione (georeferenzazione GPS); 3. sottoporre le misure geo-referenziate ad analisi efficaci a definire le aree degli appezzamenti ragionevolmente omogenee per vigore vegetativo e produttività (quanti-qualitativa),come pure per necessità colturali e,di conseguenza,disegnare le mappe di diversa prescrizione colturale ed eventualmente per la differente destinazione delle uve prodotte; 4. se le possibilità tecnologiche e le conoscenze lo consentono è inoltre possibile condurre,in modo altrettanto preciso,l’applicazione di alcune o di molte tecniche colturali con modalità a “rateo variabile”, cioè in modo quanti-qualitativo differente nelle varie aree omogenee individuate,in funzione delle diverse esigenze che le viti presentano. INDIVIDUAZIONE E RACCOLTA DEI DATI I dati che si possono rilevare nel vigneto, significativi per la definizione di una corretta gestione colturale,possono variare con l’ambiente di coltura (ad esempio climi differenti in vigneti di pianura o collinari,profondi o sottili,pesanti o leggeri),con la varietà di vite coltivata e gli obiettivi enologici prefissati (vini giovani o invecchiati, rossi o bianchi, spumanti) (Vercesi et al.,2003).È quindi opportuno, in base alla situazione produttiva esaminata, definire le variabili più importanti; più frequentemente appaiono buoni indicatori, anche se talvolta considerati diversamente nelle elaborazioni tematiche, le misure di vigore vegeto-produttivo dei ceppi. Ovviamente è importante disporre di modalità di rilievo veloci,non distruttive ed esaustive,così come appaiono importanti le prestazioni produttive e le caratteristiche del suolo nelle diverse parti dei vigneti. La raccolta dei dati vegeto-produttivi delle viti dell’appezzamento può essere condotta in modi concettualmente differenti: si parla di 19
proximal sensing quando lo strumento rilevatore lavora in prossimità delle piante nell’appezzamento e di remote sensing quando, invece,lo strumento (aereo,UAV,satellite,pallone frenato,dirigibile) è lontano dal luogo oggetto di analisi e anche dall’operatore che esegue il rilievo. LA RILEVAZIONE DA VICINO (PROXIMAL SENSING)… Nel primo caso, il proximal sensing, con strumentazioni che vengono montate sulle macchine operatrici (trattori, vendemmiatrici meccaniche ecc..) si possono condurre rilievi relativi a: � capacità vegetativa delle viti,intesa come superficie fogliare dispiegata dalle piante in determinati momenti dell’accrescimento vegetativo stagionale, misurabile con barre verticali ad ultrasuoni o a funzionamento ottico, che corrono in parallelo alla parete del filare e, quindi, esprimendo misure del vigore vegetativo dei ceppi nei vari punti del vigneto (Branca- 20 Fig. 2 - Schema generale della decisione/applicazione dell’azione (Tecnica) colturale. doro et al., 2008).Il modo “ottico”di misurare il vigore vegetativo si basa sul diverso assorbimento/riflessione della luce da parte delle chiome e consente di “leggere”la loro espansione/attività fogliare. Più precisamente, è stato possibile trovare positive correlazioni significative fra il LAI (area fogliare per unità di superficie) delle diverse zone del vigneto con l'indice NDVI (figura 4) (Normalized difference vegetation index),inteso come il rapporto tra la radianza della vegetazione rilevata nelle bande del rosso e del vicino infrarosso,secondo la formula:(NIR-RED)/(NIR + RED), che considera i riscontri delle riprese nel rosso e nel vicino infrarosso (Mabruk et al., 1998; Nemani et al., 2001); � caratteristiche, soprattutto fisiche, del terreno (stima della variazione della profondità esplorabile dalle radici nel suolo e della presenza di acqua disponibile alla nutrizione delle piante) per la costruzione di un modello DTM (Digital terrain model) del suolo, impiegando appropriati geo-radar o tecniche ARP (Automatic resistivity profiling).I metodi elettrici, vale a dire i metodi di induzione a corrente continua o galvanica (CC) ed elettromagnetica (EMI) (Dabas e Tabbagh, 2003) misurano la resistività elettrica (ER) per i metodi di CC o il suo inverso, conducibilità elettrica 1 (EC) per i metodi di EMI.Una stretta relazione è stata osservata fra parametri agronomici (quali argilla, contenuto idrico, sostanza orga- Fig. 3 - Uno schema di viticoltura di precisione.
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