Iprogressi nella qualità dell'uva e del vino in ... - Ermes Agricoltura
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gico adottato. Dalla figura 2 si evidenzia che<br />
nessuna differenza significativa fra tesi (enzimata<br />
e testimone) è stata riscontrata nel corso<br />
<strong>del</strong>la fermentazione per quanto riguarda la<br />
metabolizzazione <strong>del</strong>l’acido malico, anche<br />
grazie all’efficace contenimento <strong>del</strong>la flora<br />
batterica operato dal lisozima. Nel corso di<br />
prove di laboratorio si è potuto confermare<br />
che i componenti <strong>del</strong> mosto sono <strong>in</strong> grado di<br />
complessare una parte <strong>del</strong> lisozima ad esso<br />
aggiunto, provocandone la precipitazione. A<br />
causa di ciò, già dopo due giorni dall’aggiunta<br />
è stata riscontrata un’importante riduzione<br />
<strong>del</strong> lisozima <strong>in</strong> sospensione,rendendo necessario<br />
il ricorso ad una seconda aggiunta di enzima<br />
per <strong>in</strong>nalzare il tenore di prote<strong>in</strong>a libera<br />
nel mosto.<br />
La frazione di lisozima complessata alla<br />
componente solida dei mosti, comunque,<br />
sembrerebbe mantenere parte <strong>del</strong>la propria<br />
attività enzimatica. Nel corso di alcune<br />
prove è stato riscontrato che i sedimenti ottenuti<br />
per centrifugazione dei mosti <strong>in</strong> corso<br />
di fermentazione conservavano un’attività<br />
litica anche dopo venti giorni dall’aggiunta.<br />
È ragionevole supporre, dunque, che anche<br />
la porzione di lisozima complessata dai solidi<br />
sospesi nel mosto <strong>in</strong> fermentazione possa<br />
contribuire al contenimento <strong>del</strong>lo sviluppo<br />
<strong>del</strong>le popolazioni lattiche (almeno f<strong>in</strong>o al<br />
term<strong>in</strong>e <strong>del</strong>la fermentazione) e che la movimentazione<br />
di tali solidi, attuata nei primi<br />
giorni successivi all’<strong>in</strong>oculo,abbia un effetto<br />
positivo sulla parziale ridissoluzione <strong>del</strong>la<br />
prote<strong>in</strong>a complessata.<br />
Al term<strong>in</strong>e <strong>del</strong>la fermentazione alcolica le<br />
tesi enzimate avevano conservato quasi <strong>in</strong>alterata<br />
la quantità di acido malico orig<strong>in</strong>ariamente<br />
presente, a conferma <strong>del</strong>l’efficacia<br />
<strong>del</strong> lisozima, nel controllo <strong>del</strong>la flora<br />
malolattica. Nella tabella 1 sono riportati i<br />
dati relativi ad alcune prove condotte <strong>in</strong> tre<br />
annate successive, nelle quali si evidenzia<br />
l’efficacia <strong>del</strong> trattamento. Le piccole quantità<br />
di anidride solforosa presenti nei v<strong>in</strong>i<br />
enzimati sono da attribuirsi al solo metabolismo<br />
dei lieviti.<br />
La situazione compositiva dei v<strong>in</strong>i, dopo sei<br />
mesi di conservazione sotto battente <strong>in</strong>erte,<br />
è evidenziata <strong>nella</strong> tabella 2. Per le prove<br />
<strong>del</strong> 1° e 2° anno il patrimonio acidico è paragonabile<br />
fra le tesi, tutte soggette al completamento<br />
<strong>del</strong>la fermentazione malolatti-<br />
I PROGRESSI NELLA QUALITÀ DELL’UVA E DEL VINO IN EMILIA-ROMAGNA<br />
Fig. 3 - Schema s<strong>in</strong>tetico <strong>del</strong> protocollo di v<strong>in</strong>ificazione<br />
per i v<strong>in</strong>i rossi.<br />
ca. La colonna relativa ai v<strong>in</strong>i <strong>del</strong> 3° anno, <strong>in</strong>vece,<br />
dimostra che per tale annata ed <strong>in</strong> entrambe<br />
le tesi il controllo <strong>del</strong>la stabilità batterica<br />
si è protratto per almeno sei mesi,<br />
senza significative variazioni <strong>del</strong> quadro acidico<br />
complessivo.Vale la pena notare che<br />
la tesi testimone mostra un <strong>in</strong>cremento <strong>del</strong><br />
Tesi<br />
Acido malico (g/l)<br />
Acido lattico (g/l)<br />
SO2 totale (mg/l)<br />
SO2 libera (mg/l)<br />
Lisozima (mg/l)<br />
valore di acidità volatile, conseguenza <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>nalzato<br />
livello di popolazione acetica<br />
presente nei v<strong>in</strong>i.<br />
I risultati ottenuti suggeriscono che il controllo<br />
<strong>del</strong>la fermentazione lattica può presentarsi<br />
problematico, <strong>in</strong> funzione <strong>del</strong>l’annata<br />
e <strong>del</strong>le condizioni di conservazione. In<br />
alcuni casi neanche la presenza di buoni livelli<br />
di anidride solforosa (tesi testimone) o<br />
lisozima è sufficiente a garantire la preserva-<br />
zione <strong>del</strong> livello di acido malico orig<strong>in</strong>ario oltre<br />
il terzo mese di conservazione (vedi 1° e<br />
2° anno). In condizioni ed annate favorevoli,<br />
d’altro canto, le quantità proposte di lisozima,<br />
aggiunte s<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio <strong>del</strong> processo fermentativo,<br />
sono <strong>in</strong> grado di contrastare efficacemente<br />
la crescita batterica fornendo ri-<br />
Tab. 1 - Parametri compositivi dei v<strong>in</strong>i<br />
al term<strong>in</strong>e <strong>del</strong>la fermentazione alcolica.<br />
Primo anno<br />
Liso Test<br />
0,94 1,03<br />
0,04 0,04<br />
2,6 104<br />
--- 43,3<br />
80<br />
---<br />
Secondo anno<br />
Liso Test<br />
1,40 1,40<br />
0,02 0,03<br />
7.2 115<br />
0,10 58,7<br />
251 ---<br />
Terzo anno<br />
Liso Test<br />
1,29 1,25<br />
0,03 0,05<br />
4,9 99<br />
---<br />
38<br />
135 ---<br />
sultati non diversi dalle prove aggiunte di anidride<br />
solforosa. Come testimoniato dalle<br />
densità ottiche a 420 nm, <strong>in</strong>oltre, l’<strong>in</strong>tervento<br />
di aggiunta di tann<strong>in</strong>i <strong>in</strong> fase prefermentativa<br />
ha permesso la protezione dai fenomeni<br />
di carattere ossidativo.<br />
Seguendo l’ipotesi che il tann<strong>in</strong>o possa <strong>in</strong>teragire<br />
con gli <strong>in</strong>termedi radicalici generati<br />
dall’ossigeno molecolare, ossidandosi a sua<br />
volta, sarebbe <strong>in</strong>teressante valutare l’effetto<br />
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