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Linee guida - Le Buone Pratiche di cura nei Disturbi del ...

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26 <strong>Linee</strong> <strong>guida</strong> REGIONALI per la <strong>di</strong>agnosi ed il trattamento dei <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> comportamento alimentare<br />

presenti anche in questa fascia <strong>di</strong> età e, sebbene i comportamenti bulimici e i meccanismi <strong>di</strong><br />

eliminazione in genere abbiano una prevalenza molto ridotta (Gowers et al., 1991; Fisher<br />

et al., 2001; Boyer et al., 2006), esiste anche in questi giovani pazienti un “continuum” tra<br />

Bulimia e Anoressia e la frequente transizione da un <strong>di</strong>sturbo all’altro (Tanofsky–Kraff et<br />

al., 2009).<br />

Alcuni autori (Lask, 1993; Rosen, 2003; Peebles et al.,2006), concordano nel riportare,<br />

tra i bambini affetti da DCA, un’aumentata incidenza <strong>di</strong> altre affezioni psichiatriche come<br />

la depressione o il <strong>di</strong>sturbo ossessivo compulsivo. Gli stessi autori sostengono che la<br />

percentuale <strong>di</strong> bambini maschi affetti sia maggiore rispetto ai pazienti adulti.<br />

Anche l’obesità infantile costituisce un fenomeno attuale e in espansione: oggi un bambino<br />

italiano su tre è in sovrappeso ed uno su sette francamente obeso (Maffeis, 1997; Glasofer<br />

et al., 2007). L’aumento <strong>del</strong>l’obesità infantile costituisce esso stesso un fattore <strong>di</strong> rischio per<br />

lo sviluppo precoce <strong>di</strong> un DCA (Ruocco et al., 2002; Neumark–Sztainer et al., 2006); inoltre<br />

molte preadolescenti femmine seguono <strong>di</strong>ete <strong>di</strong>magranti (Ricciar<strong>del</strong>li, 2001) comportamento<br />

ritenuto, sulla base <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> scientifici (Marchi, 1990), facilitante lo sviluppo <strong>di</strong> patologie<br />

alimentari. Altri fattori <strong>di</strong> rischio sono riconducibili ai cambiamenti socio–antropologici<br />

<strong>del</strong>la nostra epoca storica in cui contemporaneamente il cibo e la magrezza hanno acquisito<br />

un valore fondamentale nella costituzione <strong>del</strong>la propria identità personale, mentre si vanno<br />

sempre più riducendo i tempi de<strong>di</strong>cati a pasti regolari e alle attività familiari in genere: il cibo<br />

<strong>di</strong>viene, per il bambino incapace <strong>di</strong> comprendere i propri bisogni, una maniera più reperibile<br />

<strong>del</strong>la relazione con l’Altro per affrontare le proprie emozioni (Montecchi, 1994).<br />

Altri <strong>di</strong>sturbi alimentari presenti nell’infanzia sono il “Disturbo emotivo <strong>di</strong> evitamento<br />

<strong>del</strong> cibo” o FAED, l’Alimentazione Selettiva o Selective Eating, la Disfagia Funzionale e la<br />

Sindrome da Rifiuto Pervasivo, tutti caratterizzati da comportamenti alimentari <strong>di</strong>sturbati,<br />

in assenza però <strong>di</strong> alterazioni percettive <strong>del</strong>la propria immagine corporea e preoccupazioni<br />

per peso e forme corporee (Dalla Ragione, 2005).<br />

Con una presentazione clinica molto simile all’Anoressia Nervosa per gravità <strong>del</strong>la per<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> peso e <strong>del</strong>le conseguenze me<strong>di</strong>che, il “Disturbo Emotivo <strong>di</strong> Evitamento <strong>del</strong> Cibo” o FAED<br />

(Food Avoidance Emotional Disorder) si caratterizza per l’evitamento marcato <strong>del</strong> cibo e<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso. L’attitu<strong>di</strong>ne a non mangiare può essere dovuta a vere e proprie fobie od<br />

ossessioni o a quadri <strong>di</strong> depressione.<br />

Un altro <strong>di</strong>sturbo abbastanza <strong>di</strong>ffuso è quello <strong>del</strong>l’“Alimentazione Selettiva”, o Selective<br />

Eating, in cui il bambino ha un’altezza ed un peso normali e non presenta preoccupazioni<br />

per il peso o le forme corporee ma sceglie in maniera molto selettiva i cibi che assume,<br />

spesso limitati a quattro–cinque categorie alimentari, pre<strong>di</strong>ligendo soprattutto i carboidrati.<br />

Il problema più manifesto <strong>di</strong> questi bambini, spesso fisicamente sani, è rappresentato dal<br />

<strong>di</strong>sagio sociale e da vissuti <strong>di</strong> vergogna, che <strong>di</strong>ventano ancora più evidenti quando, durante<br />

l’adolescenza, aumentano le occasioni <strong>di</strong> convivialità e le relazioni affettive, amicali e sociali<br />

in genere. Solo allora potrà essere formulata da parte loro una domanda d’aiuto terapeutica,<br />

mentre il bambino in genere rifiuta il trattamento me<strong>di</strong>ato dai genitori.<br />

La Disfagia Funzionale comporta <strong>di</strong>f ficoltà <strong>di</strong> deglutizione e paura <strong>di</strong> vomitare o <strong>di</strong><br />

soffocare, in assenza <strong>di</strong> cause organiche: spesso questi bambini hanno visto qualcuno<br />

vomitare, fare fatica a de glutire o quasi soffocare, cosa che ha prodotto in loro ansie e paure<br />

profonde molto <strong>di</strong>verse da quelle alla base <strong>del</strong>l’Anoressia Nervosa, ma altrettanto <strong>di</strong>fficili da<br />

trattare.

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