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Linee guida - Le Buone Pratiche di cura nei Disturbi del ...

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76 <strong>Linee</strong> <strong>guida</strong> REGIONALI per la <strong>di</strong>agnosi ed il trattamento dei <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> comportamento alimentare<br />

4.1.2. Valutazione nutrizionale<br />

La valutazione <strong>del</strong>lo stato nutrizionale comprende inizialmente il calcolo <strong>del</strong> BMI, la<br />

rilevazione <strong>del</strong>le misure antropometriche e un esame bio-impedenziometrico nonché la<br />

rilevazione <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong> peso corporeo (livello <strong>di</strong> evidenza Ib).<br />

È inoltre necessaria una valutazione <strong>del</strong>la condotta alimentare e un’attenta anamnesi<br />

nutrizionale quali–quantitativa attraverso:<br />

−−<br />

descrizione <strong>del</strong>le abitu<strong>di</strong>ni alimentari con particolare riguardo agli eventi<br />

antecedenti (stato emotivo, punteggio <strong>di</strong> fame);<br />

−−<br />

−−<br />

strutturazione quantitativa e qualitativa <strong>del</strong> pasto;<br />

indagine riguardo all’uso <strong>di</strong> comportamenti <strong>di</strong>sfunzionali quali: la <strong>di</strong>eta ferrea,<br />

l’attività fisica eccessiva, le abbuffate, le condotte <strong>di</strong>psomani che (eccessiva<br />

assunzione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> finalizzata a facilitare il vomito o a simulare un aumento <strong>di</strong><br />

peso), le condotte <strong>di</strong> compenso (vomito autoindotto, lassativi, <strong>di</strong>uretici, farmaci<br />

vari), ossessione per il cibo e le forme corporee, insufficiente assunzione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong><br />

con semi-<strong>di</strong>giuno.<br />

4.1.3. Valutazione psicopatologica e psico<strong>di</strong>agnostica<br />

In considerazione <strong>del</strong>le particolari caratteristiche psicopatologiche e <strong>di</strong> complessità <strong>del</strong><br />

<strong>di</strong>sturbo appare fondamentale l’importanza <strong>del</strong> primo contatto con il paziente e <strong>di</strong> tutta la<br />

fase <strong>di</strong> assessment per stabilire una buona relazione terapeutica, per cui il terapeuta deve<br />

modulare il suo intervento con la cautela e la sensibilità necessarie.<br />

I primi incontri con un paziente affetto da DCA sono determinanti in quanto non<br />

solo si effettua la valutazione psicopatologica ma si pongono le basi per un rapporto <strong>di</strong><br />

collaborazione e <strong>di</strong> fiducia.<br />

Infatti, la costruzione <strong>del</strong>la motivazione alla terapia costituisce, come per tutte le<br />

patologie psichiatriche gravi, una componente importante <strong>del</strong>la terapia stessa, nel senso<br />

che quando la paziente giunge ad accettare il trattamento e, quin<strong>di</strong>, alla consapevolezza<br />

<strong>di</strong> essere ammalata, possiamo affermare che ha percorso già una parte <strong>del</strong> cammino<br />

terapeutico e che questa consapevolezza, che consente la costruzione <strong>del</strong>l’alleanza<br />

terapeutica, costituisce senz’altro un fattore un prognostico positivo.<br />

Il primo colloquio dovrebbe prevedere una fase libera e una fase più strutturata.<br />

Nella fase libera (come in ogni colloquio psichiatrico) l’iniziativa su come condurre<br />

il <strong>di</strong>scorso è lasciata al paziente cui il terapeuta chiede <strong>di</strong> esprimere spontaneamente<br />

il <strong>di</strong>sagio psichico che sperimenta e il vissuto soggettivo che ha dei propri problemi. La<br />

necessità <strong>di</strong> indagare con ac<strong>cura</strong>tezza i sintomi psicologici e le abitu<strong>di</strong>ni alimentari <strong>del</strong>la<br />

paziente che tende a negare il suo problema, può richiedere una parte <strong>del</strong> colloquio più<br />

strutturata attraverso l’utilizzazione <strong>di</strong> interviste strutturate o semistrutturate.<br />

I questionari più accre<strong>di</strong>tati sono:<br />

1. EAT–40 –Eating Attitudes Test (Garner &Garfinkel, 1979) (versione italiana validata<br />

da M. Cuzzolaro e A. Petrilli nel 1988);<br />

2. EDE 12.OD –Eating Disorders Examination (Fairburn &Cooper, 1993) (versione<br />

italiana validata da V. Ricca e E. Mannucci);

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