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Linee guida - Le Buone Pratiche di cura nei Disturbi del ...

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44 <strong>Linee</strong> <strong>guida</strong> REGIONALI per la <strong>di</strong>agnosi ed il trattamento dei <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> comportamento alimentare<br />

attraverso la quale un malessere più profondo, grave, strutturale si esprime e cerca una<br />

sua risoluzione. La forma che una patologia può assumere in un dato periodo storico è<br />

si<strong>cura</strong>mente sottoposta alle trasformazioni che questa epoca esprime. La declinazione<br />

<strong>del</strong>la sofferenza è dettata da trasformazioni culturali ed è intimamente collegata alle nuove<br />

forme <strong>del</strong> <strong>di</strong>sagio e alla loro evoluzione.<br />

3.2.1. La cultura <strong>del</strong>la magrezza<br />

I <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>l’alimentazione sono considerate patologie complesse ad eziologia<br />

multifattoriale (Kraemer et al., 1997) che coinvolgono fattori <strong>di</strong> rischio genetici e ambientali<br />

(Striegel–Moore & Bulik, 2007).<br />

Stu<strong>di</strong> longitu<strong>di</strong>nali, tipologia <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> che permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere i fattori antecedenti<br />

dalle conseguenze <strong>del</strong> <strong>di</strong>sturbo (Stice, et al., 2010), hanno evidenziato come potenziali<br />

fattori <strong>di</strong> rischio ambientali la pressione percepita per la magrezza, l’interiorizzazione<br />

<strong>del</strong>l’ideale <strong>di</strong> magrezza, l’insod<strong>di</strong>sfazione corporea, la restrizione <strong>di</strong>etetica e gli stati emotivi<br />

negativi (Stice et al, 2011; Stice et al., 2010).<br />

I mo<strong>del</strong>li estetici femminili contempora<strong>nei</strong> che esaltano la magrezza sembrano avere<br />

quin<strong>di</strong> un ruolo sia come fattori <strong>di</strong> rischio generali (contesto socio–culturale), sia come<br />

fattori <strong>di</strong> rischio specifici (precipitanti e/o perpetuanti) dei DCA attraverso l’influenza<br />

negativa sull’autostima e la conseguente induzione <strong>di</strong> regimi <strong>di</strong>etetici esasperati.<br />

Alcuni stu<strong>di</strong> hanno chiaramente <strong>di</strong>mostrato che negli ultimi 50 anni le mo<strong>del</strong>le e le<br />

miss hanno progressivamente <strong>di</strong>minuito il BMI. Uno stu<strong>di</strong>o ha preso in esame le mo<strong>del</strong>le<br />

<strong>di</strong> Playboy dal 1953 al 2001 (Voracek & Fisher, 2002), <strong>di</strong>mostrando una <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong><br />

BMI me<strong>di</strong>o da 20, negli anni 50, a 18 nel 2001. Un secondo stu<strong>di</strong>o (Speck et al., 2004) ha<br />

evidenziato una <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>la taglia <strong>del</strong>le mo<strong>del</strong>le <strong>di</strong> alcune riviste femminili quali<br />

Vogue e Cosmopolitan tra il 1959 e il 1999.<br />

Un terzo stu<strong>di</strong>o (Monacelli et al., 2006) ha rilevato che anche in Italia, nel periodo 1990–<br />

2006, oltre il 70% <strong>del</strong>le miss <strong>di</strong> un noto concorso <strong>di</strong> bellezza erano in sottopeso. A conferma<br />

<strong>di</strong> questi dati un recente lavoro (Farnetti, 2012) ha <strong>di</strong>mostrato che solo il 17.2% <strong>del</strong>le<br />

aspiranti miss è in normopeso. Un ulteriore stu<strong>di</strong>o ha rilevato una maggiore prevalenza<br />

<strong>di</strong> sottopeso e <strong>di</strong> DCA parziali nelle mo<strong>del</strong>le professioniste, rispetto ai controlli <strong>di</strong> pari età<br />

(Preti et al., 2008). Non è però ancora chiaro se sia la professione <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>la ad aumentare<br />

il rischio <strong>di</strong> sviluppare un DCA o se le persone più a rischio siano selezionate con maggiore<br />

frequenza da questa professione.<br />

Nello stesso periodo è stato <strong>di</strong>mostrato (Monacelli et al., 2009) che le adolescenti sono<br />

sod<strong>di</strong>sfatte <strong>del</strong> proprio peso su valori che corrispondono a livelli patologici <strong>di</strong> BMI.<br />

In parallelo alcuni stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrano una correlazione fra lettura <strong>di</strong> giornali <strong>di</strong> moda,<br />

esposizione ai me<strong>di</strong>a ed aumento dei fenomeni <strong>di</strong>sfunzionali <strong>di</strong> controllo <strong>del</strong> peso (Thomsen<br />

et al., 2002), insod<strong>di</strong>sfazione corporea (Stice, 2002), preoccupazioni per l’alimentazione<br />

e per il peso (Low et al., 2003). Si può anche notare che negli ultimi 50 anni le mo<strong>del</strong>le<br />

hanno progressivamente <strong>di</strong>minuito il loro peso, e che, in questo periodo, si è osservato un<br />

aumento <strong>del</strong>l’incidenza <strong>del</strong>l’AN (Hoek, 2006).<br />

La conseguenza <strong>di</strong> questa continua e insistente pressione sul corpo e verso la magrezza è<br />

innanzitutto una <strong>di</strong>ffusa insod<strong>di</strong>sfazione rispetto alla propria fisicità che pervade l’universo<br />

femminile e sta sempre più invadendo anche quello maschile. Chi si ammala <strong>di</strong> DCA quin<strong>di</strong>

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