Linee guida - Le Buone Pratiche di cura nei Disturbi del ...
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Capitolo 3 - L’eziopatogenesi<br />
53<br />
uno stile cognitivo finalizzato a moderare l’assunzione alimentare. Laddove si introduce<br />
un controllo, però, automaticamente si presenta il rischio <strong>del</strong>la possibilità <strong>di</strong> perdere il<br />
controllo stesso (Marucci & Dalla Ragione, 2007), con il risultato <strong>di</strong> un overeating <strong>di</strong>sinibito,<br />
una maggiore vulnerabilità alla compulsione verso il cibo ed all’eccesso alimentare,<br />
con conseguente aggravamento <strong>del</strong>l’obesità, favorito anche dal fatto che la restrizione<br />
<strong>del</strong>l’intake calorico determina un’alterazione <strong>del</strong> metabolismo, tale che i soggetti a <strong>di</strong>eta,<br />
dopo un certo lasso <strong>di</strong> tempo, richiedono meno calorie per mantenere o aumentare il loro<br />
peso. Pur essendo presente una grande variabilità <strong>di</strong> comportamento riferibile a ciò che gli<br />
adolescenti chiamano “<strong>di</strong>eta”, tuttavia la maggior parte degli in<strong>di</strong>vidui con DCA riferiscono<br />
che avevano intrapreso una restrizione alimentare prima <strong>di</strong> iniziare il loro comportamento<br />
alimentare <strong>di</strong>sfunzionale.<br />
La restrizione <strong>di</strong>etetica risulta, <strong>di</strong> conseguenza, maggiormente coinvolta come fattore <strong>di</strong><br />
rischio per lo sviluppo <strong>di</strong> DAI e BN, soprattutto quando combinata con sintomi depressivi,<br />
caratterizzati da un umore eccessivamente negativo (Chen, 2009), specialmente in in<strong>di</strong>vidui<br />
<strong>di</strong> sesso femminile.<br />
3.5.3. Essere accettati ed accettarsi<br />
Questi dati suggeriscono <strong>di</strong> non sottovalutare mai gli aspetti psicologici e psichiatrici<br />
<strong>del</strong>l’obesità, soprattutto in considerazione <strong>del</strong>la stigmatizzazione che bambini ed<br />
adolescenti obesi subiscono, dalle semplici prese in giro al bullismo vero e proprio, che<br />
possono influenzare il benessere mentale ad uno sta<strong>di</strong>o precoce <strong>del</strong>la vita. Da sottolineare<br />
che le ragazze obese risultano 4 volte più a rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare vittime <strong>di</strong> aggressioni <strong>di</strong> pari,<br />
in confronto ai ragazzi obesi o alle ragazze non obese (Wiegand, 2007). L’abuso, a sua volta,<br />
espone ad un più elevato rischio <strong>di</strong> problematiche alimentari, ed esiste un’associazione<br />
<strong>di</strong>retta tra abuso nell’infanzia, obesità e gestione problematica <strong>del</strong> peso <strong>nei</strong> giovani adulti<br />
(Fuemmelar et al., 2009).<br />
Sperimentare emozioni negative, a sua volta, può favorire una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> controllo rispetto<br />
al cibo, fino ad un vero e proprio Disturbo da Alimentazione Incontrollata, che finisce per<br />
<strong>di</strong>ventare una strategia per sfuggire ad insod<strong>di</strong>sfazione e <strong>di</strong> stress emozionale, soprattutto<br />
in presenza <strong>di</strong> alexitimia, intesa come una incapacità <strong>di</strong> identificare ed esprimere emozioni<br />
ed affetti, con evitamento dei conflitti.<br />
Numerosi parallelismi esistono tra obesità e comportamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza, sempre<br />
motivati da una tendenza alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> controllo, risultante da un coping inadeguato <strong>nei</strong><br />
confronti <strong>di</strong> emozioni negative, ansia, problemi psicosociali associati (Acosta, 2008). Giovani<br />
sovrappeso, con forti emozioni e bassa autoregolazione, possono essere particolarmente<br />
sensibili ad un negativo feedback da parte <strong>di</strong> genitori e coeta<strong>nei</strong>, sperimentando un eccesso<br />
<strong>di</strong> stati affettivi avversi (Tanofsky–Kraff, 2007).<br />
Utilizzando dati prenatali, familiari, biome<strong>di</strong>ci, demografici e psicosociali, si riesce ad<br />
identificare alcuni pre<strong>di</strong>ttori prospettici <strong>di</strong> DCA in un certo campione <strong>di</strong> popolazione.<br />
Stu<strong>di</strong> in tal senso hanno rilevato che, essere <strong>di</strong> sesso femminile ed essere percepita<br />
come sovrappeso dal proprio genitore, è il pre<strong>di</strong>ttore più preciso <strong>di</strong> DCA, come pure<br />
sono importanti il BMI materno, problemi sociali, bassa efficacia sociale, <strong>di</strong>fficoltà neuro<br />
cognitive. I risultati <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> suggeriscono che la percezione dei genitori <strong>del</strong> peso dei<br />
loro figli è più potente <strong>del</strong> peso corporeo oggettivo <strong>del</strong> bambino nel pre<strong>di</strong>re lo sviluppo <strong>di</strong>