Linee guida - Le Buone Pratiche di cura nei Disturbi del ...
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62 <strong>Linee</strong> <strong>guida</strong> REGIONALI per la <strong>di</strong>agnosi ed il trattamento dei <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> comportamento alimentare<br />
maggior parte degli italiani non riuscirono a capire il razionale <strong>di</strong> questa rivoluzione e la<br />
considerarono solamente come una provocazione <strong>di</strong> un movimento in continua sfida con<br />
il gusto corrente, lontana dai gusti, dalle abitu<strong>di</strong>ni e dalle necessità <strong>del</strong> popolo. Per questi<br />
motivi non ebbe successo e la pasta, introdotta nella cucina dei nobili siciliani da servitori<br />
arabi nel tardo Me<strong>di</strong>oevo, ha continuato ad essere una meravigliosa protagonista <strong>del</strong>la<br />
cucina me<strong>di</strong>terranea in genere, ed italiana in particolare.<br />
3.7.5. Il peso <strong>del</strong> rapporto piacere – peccato – donna – identità<br />
Possiamo affermare che il piacere legato all’atto alimentare è evento complesso, che<br />
racchiude elementi qualitativi legati al cibo, sensoriali legati al gusto <strong>del</strong> singolo, identitari<br />
legati alla cultura <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> appartenenza e psicologici legati al vissuto soggettivo.<br />
Il rapporto alimentazione–piacere è imme<strong>di</strong>ato: qualunque immagine fotografica che<br />
rappresenti una madre nell’atto <strong>di</strong> allattare il proprio bambino è dominata dalla sguardo<br />
felice <strong>del</strong>la madre che dona e da quello felice <strong>del</strong> bambino che riceve. La gratitu<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> figlio<br />
è pari alla sod<strong>di</strong>sfazione <strong>del</strong>la madre. In quello sguardo, complice e intenso, c’è il senso <strong>del</strong>la<br />
vita che è felicità compiuta. Il piacere è in<strong>di</strong>ssolubilmente legato al gusto, comunemente<br />
descritto come il senso che permette la definizione qualitativa <strong>di</strong> una sostanza in base al<br />
sapore, ovvero il senso per mezzo <strong>del</strong> quale si percepiscono i sapori. Nel vocabolario dei<br />
sinonimi, alla voce gusto troviamo: sapore, piacere, compiacimento, eleganza, armonia,<br />
moda, stile. Tutti i sinonimi elencati possono essere riferiti, ad esempio, al gelato. Il gelato<br />
ha un suo sapore particolare ed è un piacere consumarlo. I rapporti tra gelato, gusto e<br />
piacere sono magistralmente descritti in un bel volume dal titolo “Alla tavola <strong>di</strong> Yasmina” <strong>di</strong><br />
Maruzza Loria e Serge Quadruppani che narra la storia <strong>del</strong>la sfida mortale tra una bellissima<br />
principessa araba e Ruggero d’Altavilla, conte <strong>di</strong> Sicilia e futuro re (sec. XI). La sfida, che ha<br />
come premio la vita <strong>di</strong> Omar, fratello <strong>di</strong> Yasmina, accusato <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>mento, è condotta dalla<br />
principessa utilizzando racconti e sapori <strong>di</strong> Sicilia che portano Ruggero ad innamorarsi e a<br />
ricercare l’amore perfetto. Ogni pasto inizia con un sorbetto o meglio con un charbat o granita<br />
che <strong>di</strong>r si voglia e la descrizione <strong>del</strong>le sensazioni che il normanno prova è magistrale: “Prima<br />
provò una sensazione <strong>di</strong> refrigerio: la neve dorata fu per il palato secco <strong>di</strong> Ruggero come la<br />
bene<strong>di</strong>zione <strong>del</strong>la pioggia sulla campagna arida. In seguito venne la dolcezza come quella <strong>di</strong><br />
un miele leggero che non ha nulla <strong>di</strong> colloso ma che al contrario, va giù come acqua fresca.<br />
Una dolcezza soave che scivolava lungo la lingua e provocava in gola un’emozione, come<br />
una voglia <strong>di</strong> tenerezze. Infine arrivò il sapore. Piccante e fine come una pelle che si scopre;<br />
arricchito da olii profumati come una pelle che si odora. Inebriante ma appena, come una<br />
pelle che fugge”. Significativo, a tal proposito, è anche uno tra i più gustosi impegni letterari<br />
<strong>di</strong> Isabel Allende: Afro<strong>di</strong>ta, un volume in cui la scrittrice cilena si <strong>di</strong>verte a mescolare racconti<br />
e ricor<strong>di</strong> personali, aneddoti e ricette afro<strong>di</strong>siache. Nelle prime righe <strong>del</strong>la introduzione si<br />
trova la spiegazione logica <strong>di</strong> un’osservazione oggettiva: dopo i cinquanta anni le donne<br />
tendono ad ingrassare e <strong>di</strong>mostrano un’aggressività oro–alimentare, una ricerca inconsueta<br />
<strong>di</strong> cibi gratificanti e una de-sincronizzazione <strong>del</strong> ritmo fame/sazietà. Si legge testualmente:<br />
“I cinquant’anni sono come l’ultima ora <strong>del</strong> pomeriggio quando il sole tramontato ci <strong>di</strong>spone<br />
spontaneamente alla riflessione. Nel mio caso tuttavia il crepuscolo mi induce al peccato.<br />
Forse per questo, arrivata alla cinquantina, me<strong>di</strong>to sul mio rapporto con il cibo e l’erotismo,<br />
le debolezze <strong>del</strong>la carne che più mi tentano, anche se, a ben guardare non sono quelle che più