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Mostra/Apri - Facoltà di Architettura - Repository - Sapienza

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stu<strong>di</strong> che egli aveva modo <strong>di</strong> sperimentare attraverso la sua attività professionale. Tu, CarloAymonino, nel 1948 affronti il corso <strong>di</strong> Nervi; probabilmente egli non era ancora consideratoun grande architetto, ma certamente era noto come un gran<strong>di</strong>ssimo ingegnere. Ciò cherisulta sia dal primo capitolo <strong>di</strong> questo libretto che dagli appunti delle lezioni raccolte da Einau<strong>di</strong>è che Nervi avesse un’insopprimibile esigenza <strong>di</strong> basare l’arte e la scienza del costruiresullo stu<strong>di</strong>o dell’antico.CA: si, era il primo incarico <strong>di</strong> docenza a Roma per Pier Luigi Nervi. Egli in Facoltà era consideratoun bravissimo ingegnere che tentava attraverso paragoni, paradossi e invenzioni <strong>di</strong> farsiapprezzare come architetto; allora non aveva fatto ancora molto come “architetto”. Mi ricordoche i docenti a Valle Giulia durante le lezioni <strong>di</strong> solito camminavano fra i tavoli, su e giù, ancheNervi lo faceva e, durante la lezione sulle volte sottili, considerate una grande novità all’epoca,si fermava e ci <strong>di</strong>ceva “chissà come si reggono”. La cosa mi è rimasta sempre molto impressa.LVB: anche tu, come altri ex allievi <strong>di</strong> Nervi, mi hai raccontato <strong>di</strong> una lezione in cui egli esprimeil suo stupore per il fatto che i rosoni delle antiche cattedrali si mantenessero in pie<strong>di</strong>.CA: e in effetti Nervi ha ragione ... i rosoni sono fatti <strong>di</strong> vetro e pochi elementiin pietra. Quella sui rosoni era una delle lezioni <strong>di</strong> Nervi “col punto interrogativo”;sollecitare la curiosità, evidentemente, era un suo metodo <strong>di</strong>dattico, perché ponendoquesti <strong>di</strong>lemmi trasferiva l’interrogativo su <strong>di</strong> noi. Il ricordo che ho è quello<strong>di</strong> una persona molto molto decisa, che sapeva bene quello che faceva e che avevasoprattutto la capacità <strong>di</strong> inventare ed elaborare la soluzione <strong>di</strong> un problema.LVB: Aldo Rossi, infatti, nell’introduzione alla ristampa del libro <strong>di</strong> Nervi scrive: “ ... io amoNervi perché il grande progresso delle scienze matematiche applicate alla progettazionestrutturale ha creato il <strong>di</strong>stacco fra la progettazione strutturale e la libera intuizione dellospazio”. E forse anche per questo, in qualità <strong>di</strong> docente, vi proponeva degli interrogativi.CA: “chissà come si regge!”....Intervista a Mario Manieri Elia (febbraio 2010)Lucio V. Barbera: Mario Manieri Elia, tu avevi 25 anni nel 1954, gli ultimi anni della tuacarriera da studente, ti laureasti..Mario Manieri Elia: .. nel ‘54.LVB:... quando uscì un prezioso volume dal titolo: La Facoltà <strong>di</strong> <strong>Architettura</strong> <strong>di</strong> Roma nel suotrentacinquesimo anno <strong>di</strong> vita, in quanto la Facoltà <strong>di</strong> <strong>Architettura</strong> <strong>di</strong> Roma, come tutti noi179

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