ci presentava dal vero, faceva in modo che il <strong>di</strong>scorso della forma non rimanesse solo un<strong>di</strong>segno e questo per noi studenti era una cosa straor<strong>di</strong>naria. Il suo corso era alla fine delquinquennio e appariva quasi come un premio; dopo tutte le fatiche e la pesantezza dei altriinsegnamenti si respirava un po’ d’aria nuova, prima <strong>di</strong> uscire dal chiuso della scuola.LVB: mi sembra molto interessante il fatto che tutti coloro che hanno frequentato il corso<strong>di</strong> Nervi riportano <strong>di</strong> essere stati sollecitati a concepire il progetto come intuizione globale,quin<strong>di</strong> anche statica e strutturale e ad immaginare che, integrato al <strong>di</strong>segno, c’è anche labase <strong>di</strong> calcolo che serve a renderlo realizzabile. Ho visto alcuni vostri antichi <strong>di</strong>segni in cuiquesto insegnamento è stato applicato. Sono <strong>di</strong>segni elaborati per il corso <strong>di</strong> Nervi, forsesotto la sua stessa guida. Voi in particolare elaboraste un progetto abbastanza importante frai progetti degli studenti quasi memorabile, certamente ben valutato da Nervi stesso. Forsevale la pena osservarlo da vicino.EM: organizzammo le tavole in modo da avere la possibilità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care sia la forma dellacostruzione che il calcolo strutturale. Questo modo <strong>di</strong> presentare il progetto aveva unsignificato. Significava avere compreso uno degli insegnamenti fondamentali <strong>di</strong> Nervi; laforma architettonica nasce dalle caratteristiche costruttive e strutturali, <strong>di</strong>segnarla significaanche valutarne i significati statici. Quin<strong>di</strong>, riportare sulla stessa tavola sia il calcolo statico chela forma architettonica significava rispondere al suo insegnamento.VQ: non mi ricordo se il pilastro del Viadotto del Villaggio Olimpico era già stato costruito altempo del nostro esame, se lo avevamo visto in cantiere e lo avevamo ripreso per il nostroprogetto, visto che era uno dei brevetti <strong>di</strong> Nervi, o se era frutto <strong>di</strong> una sua lezione, cioè, <strong>di</strong>una <strong>di</strong>mostrazione.EM: il Viadotto <strong>di</strong> corso Francia era in corso <strong>di</strong> costruzione, ma le caratteristiche <strong>di</strong> questopilastro, che è praticamente una superficie rigata – c’è una rotazione della sezione dallasommità alla base – erano state descritte da Nervi stesso durante una lezione del corso.Noi abbiamo deciso <strong>di</strong> adottare questo sistema <strong>di</strong> pilastri perché ci era stato presentato nelquadro <strong>di</strong> un metodo <strong>di</strong> insegnamento molto concreto. Ai pilastri rigati abbiamo aggiuntoaltri elementi su in<strong>di</strong>cazione dello stesso Nervi: la forma nasceva da elementi costruttivi estatici. La nostra soluzione progettuale, a partire da un solaio che cambiava posizione rispettoalle travi, permetteva <strong>di</strong> avere una fonte <strong>di</strong> illuminazione che veniva dall’alto all’interno delcapannone. Era la fusione <strong>di</strong> due elementi, uno funzionale e uno statico, che contribuivanoa realizzare una specifica forma. Tutto questo scaturiva dall’insegnamento <strong>di</strong> Nervi: lacostruzione non poteva nascere da una sola in<strong>di</strong>cazione, ma da più fattori, il contrario ècausa <strong>di</strong> puro formalismo.VQ: l’episo<strong>di</strong>o dell’esame fu interessante. Nervi seguì molto attentamente la nostrapresentazione del progetto, non fece commenti, poi fece una domanda finale;successivamente scoprimmo che era una domanda a trabocchetto, egli <strong>di</strong>sse: “se arrivaun terremoto da che parte casca il vostro capannone?”, perché evidentemente c’era unproblema <strong>di</strong> irrigi<strong>di</strong>mento della struttura. Noi con una domanda così imme<strong>di</strong>ata rimanemmoimbarazzati; quin<strong>di</strong> Nervi si voltò subito verso i suoi assistenti, 4 o 5 almeno, e fece la stessadomanda a loro. Essi iniziarono a consultarsi e non riuscirono a trovare una risposta unica,uno <strong>di</strong>ceva una cosa, uno l’altra. Nervi chiuse il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>cendo “no, non si può sapere<strong>di</strong>pende dal tipo <strong>di</strong> terremoto”. Comunque ci <strong>di</strong>ede trenta come voto.LVB: e la lode?VQ: quella era la domanda per la lode, ma era un po’ <strong>di</strong>fficile, era una domanda a tra<strong>di</strong>mento.Io vorrei tornare un attimo a quello <strong>di</strong> cui parlavamo prima. Il cantiere, effettivamente, era197
Pier Luigi Nervi e l'architettura strutturalela cosa fondamentale per Nervi, ed era un argomento <strong>di</strong>dattico. Vorrei ricordare che Nerviha lavorato sia con Libera che con Piacentini; in particolare con Libera per l’arco in cementoarmato – in realtà poco armato – previsto dal progetto dell’E42. Poi, con Piacentini, realizzail Palazzo dello Sport all’EUR alla fine degli anni ‘50. Questo <strong>di</strong>mostra che Nervi, da grandecostruttore, poteva lavorare sia con l’avanguar<strong>di</strong>a che con un rappresentate della tra<strong>di</strong>zioneclassicista. Questo fa pensare molto. Da una parte, appunto, va detto che per l’avanguar<strong>di</strong>aogni progetto è un manifesto, ed ha un valore come tale. Il progetto per l’avanguar<strong>di</strong>a èuna cosa gridata; per Nervi, invece, quello che conta è il brevetto. Quin<strong>di</strong>, da una parte ilmanifesto, dall’altra il brevetto. Questa è una <strong>di</strong>fferenza sostanziale e fa pensare a Nervi comead un personaggio che non è fuori dalla Storia, ma appartiene ad una <strong>di</strong>mensione molto più<strong>di</strong>latata. Le gran<strong>di</strong> strutture che ci faceva progettare erano l’attualità <strong>di</strong> quegli anni. Questeopere adesso, dopo tanti anni, sono prima <strong>di</strong> tutto gran<strong>di</strong> strutture...EM:... sono passati cinquant’anni.VQ: guardare le opere <strong>di</strong> Nervi è come guardare architetture antiche, non nel senso dellavecchiezza della struttura ma nel senso <strong>di</strong> come si guardano le gran<strong>di</strong> strutture monumentali,come si guarda un tempio egizio, insomma, come qualcosa che è fuori dal tempo.L’avanguar<strong>di</strong>a, invece, è tutta dentro il tempo, è immersa nell’attualità. L’importanza delbrevetto <strong>di</strong> Nervi e il fatto che egli inventi, depositi e realizzi il progetto fino in fondo, fanno<strong>di</strong> lui una personalità che non possiamo accostare né a Libera, né a Piacentini. Ma quelloche ha pesato su Nervi è il fatto <strong>di</strong> essere stato considerato un grande ingegnere ma non ungrande architetto, che era quello che si <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> lui in quel periodo.LVB: quello che <strong>di</strong>ci è interessante perché una gran parte, almeno un terzo del suo corso,per quello che mi risulta, era de<strong>di</strong>cato proprio all’esame e all’analisi <strong>di</strong> alcuni monumentifatali dell’architettura storica: l’antico Egitto, le cattedrali gotiche, il Pantheon, e<strong>di</strong>fici su cuiinnesta la modernità, l’innovazione, come il suo “brevetto”. Quin<strong>di</strong> appartenere alla Storia,ad un livello non contingente....VQ: Nervi deposita il suo brevetto con l’idea <strong>di</strong> affidarlo ai tempi lunghi.EM: nella sue lezioni sull’architettura classica gli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> tutte le età potevano <strong>di</strong>ventaremoderni. Nervi ci faceva comprendere come l’architettura e la costruzione fossero unaconseguente all’altra poteva rendere “moderne” anche costruzioni molto antiche.198