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Mostra/Apri - Facoltà di Architettura - Repository - Sapienza

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quello <strong>di</strong> chiedermi: “questa cosa è veramente in<strong>di</strong>spensabile?”. Naturalmente per Nervi“in<strong>di</strong>spensabile” significava un elemento architettonico che è necessario per reggere une<strong>di</strong>ficio, che avesse un valore costruttivo; per me il <strong>di</strong>scorso è più complesso, si tratta <strong>di</strong>vedere se è in<strong>di</strong>spensabile per comunicare una certa idea attraverso l’architettura. Questa èuna delle cose che ho conservato dentro <strong>di</strong> me e <strong>di</strong> cui gli sono grato. Egli era un personaggiomolto simpatico, poco loquace devo <strong>di</strong>re, da buon genovese parlava pochissimo, ma aveval’autorità della modestia, che è una cosa molto rara. Non <strong>di</strong>ceva nulla che desse l’impressioneche egli fosse una persona con un grande concetto <strong>di</strong> sé, anzi, spesso raccontava cose cheerano in lode dell’umiltà. Quando io l’ho conosciuto il suo lavoro era desiderato in tutte leparti del mondo e tutti cercavano in ogni modo <strong>di</strong> avere “un Nervi” da mettere in una cittàche avesse bisogno <strong>di</strong> buona qualità architettonica. Aveva già realizzato i progetti <strong>di</strong> Roma,stava lavorando a Italia ‘61, al suo straor<strong>di</strong>nario “tempio greco”. Per me era affascinantevedere il suo rapporto con la tra<strong>di</strong>zione, un rapporto soli<strong>di</strong>ssimo. Se mai si può pensare ad unarchitetto classico che ha attraversato la modernità, occorre considerare Nervi che, insieme aPerret, è uno dei maggiori.LVB: nell’analizzare l’insegnamento <strong>di</strong> Nervi ci si sorprende per il suo rapporto costantecon i monumenti architettonici della storia, che per lui sono costantemente presenti e fonte<strong>di</strong> ispirazione non tanto <strong>di</strong> forme quanto <strong>di</strong> metodo; credo che ciascuno <strong>di</strong> noi, <strong>di</strong> voi, hamemoria <strong>di</strong> qualche elemento <strong>di</strong> metodo che Nervi traeva dall’esame delle architettureantiche.Paolo Marconi: Nervi è stato grande perché anziché parlare <strong>di</strong> numeri, cifre, calcoli, parlava<strong>di</strong> storia dell’architettura in chiave costruttiva. Io ricorderò ancora per molto una sua lezionesui rosoni delle cattedrali gotiche nella quale afferma, con la maggiore umiltà intellettualeche abbia percepito in vita mia, che egli, da impresario e costruttore, non avrebbe saputocostruire un rosone <strong>di</strong> una cattedrale gotica. Egli ci mostrava con dei <strong>di</strong>segni alla lavagnacome, dopo aver impostato le colonnine basse, sarebbe stato <strong>di</strong>fficile collocare le colonninealte, do<strong>di</strong>ci colonnine in un cerchio che sovente arriva a 6 m <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, con oggetti chepotevano essere manovrati solo con le mani a partire da ponteggi <strong>di</strong> legno pensili e neancheeccessivamente stabili. Questa fu una lezione <strong>di</strong> umiltà intellettuale veramente unica nellamateria <strong>di</strong> Tecnica dell’architettura, alla quale in Facoltà, devo ricordare, negli anni ‘50, siaccompagnava l’insegnamento <strong>di</strong> Minnucci che insegnava come si tiene in mano un mattonee ci portava in cantiere, e l’insegnamento <strong>di</strong> Saverio Muratori, un grande insegnamento, lacui autorevolezza fu messa in dubbio dagli architetti modernisti per il progetto del Palazzodella Democrazia Cristiana all’EUR, che visitammo in costruzione, e che ci sconvolse dopo leesperienze bolognesi muratoriane. Con Gianfranco Caniggia e Paolo Portoghesi costituimmo,ad un certo punto, una sorta <strong>di</strong> curioso terzetto, del quale Gianfranco era il perno; infattiaveva una struttura fisica maggiore della nostra, e noi quasi metaforicamente gli giravamointorno. è stata una esperienza intellettuale straor<strong>di</strong>naria. La lezione <strong>di</strong> Nervi, che parlava<strong>di</strong> architettura in temini <strong>di</strong> firmitas, affermava che la firmitas è garantita innanzitutto dallasimmetria bilaterale, cosa che gli antichi conoscevano, basti guardare il Partenone, SanPietro... una lezione che <strong>di</strong>sdetta il Modernismo.PP: questa è la ragione per cui Benevolo ne parlava malissimo, definendo Nervi un architettolegato al classicismo.PM: quello stesso Benevolo che, d’altronde, scappò perché poco gra<strong>di</strong>to agli allievi, neglianni tra il ‘63 e il ‘68. Nervi, poi, aveva un suo straor<strong>di</strong>nario assistente, giovane, una trentinad’anni meno <strong>di</strong> lui, Toto Michetti, col quale abbiamo fatto interessantissime esercitazioni. Si185

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