Apriti cielo: fecero opposizione sia <strong>il</strong> debitore Ministerodell’Interno che <strong>il</strong> terzo Banca d’Italia, adducendo, con toniasprissimi l’impignorab<strong>il</strong>ità delle somme.Le opposizioni furono rimesse al Giudice del Lavoro di Napoli,competente per materia e, dopo credo un anno e mezzo,una mattina, in udienza, Pier Luigi Lorenti, un gent<strong>il</strong>uomo,avvocato capo dell’Avvocatura della Banca d’Italia, mi disse:«Gino, dovresti farmi un favore». «Certo..» risposi. E lui: «Dovrestirinunziare a queste cause..»«Per Bacco, caro Pier Luigi!» esclamai. «E perché? ..Lo sai: probab<strong>il</strong>mentele vincerò!» E Pier Luigi: «Appunto.. devi rinunziareperché, se no, ci fai fare una figura di merda..»Io allora ci pensai un attimo, e poi gli feci: «E va bene, caroPier Luigi, rinunzio! Ma tu devi prendere l’impegno che, ovunqueda ora io vada a fare uno di questi pignoramenti, e vienefuori <strong>il</strong> sapientino di turno ad eccepire l’impignorab<strong>il</strong>ità, te lochiami e gli dici: “bada che già una volta Gino Marra, per nonfarci fare una figura di merda, ci ha rimesso 200, 300 m<strong>il</strong>ionidi lire di spese, sicché, togliti dai piedi, e lascia che pignori quelche gli pare”». E così fu.Poi però nel paio di anni successivi le mie procedure divennerotroppe, e si creò una situazione in cui l’accordo con PierLuigi non poteva più bastare.Ricominciarono le opposizioni; lo scontro con <strong>il</strong> Ministero ela Banca d’Italia divenne odioso; e, per di più, ..avevano praticamenteragione loro..Da un lato avevo infatti interrotto quel molto proficuo trafficodegli arretrati mandando ‘in mezzo ad una strada’ gli‘investitori’ e creando una crisi generale dell’‘economia interna’della Prefettura, dove, salvo gli immancab<strong>il</strong>i ‘onesti’ (edi certo anche gli onesti veri), molti raccoglievano i proventidell’estorsione degli arretrati, e moltissimi ne beneficiavanoin un modo o nell’altro. Perché si sa che senza l’assenso diun’ampia maggioranza e <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio di più o meno tutti questecose non possono funzionare.122
Dall’altro, quel che era peggio, stavo ‘distogliendo’ quantitatividi denaro sempre più grandi dal ‘conto calderone’, chealimentava quella perniciosa corte dei miracoli (e dei crimini)che era la PA a Napoli.L’altra cosa ancora più grave era che <strong>il</strong> mio sforzo di far sì chealtri colleghi iniziassero a seguire le mie orme stava dandofrutti, e di nuovo la moralizzazione causata dai grandi fenomenigiudiziari che innescavo rischiava di deflagrare lasciandoa mal partito un numero industriale di soggetti di ognigenere, perché dall’enorme piatto dei pubblici imbrogli mangianoa m<strong>il</strong>ioni.Eccetto gli avvocati dell’Avvocatura dello Stato e della Bancad’Italia, e i funzionari del Ministero, l’apparato non mi eranemmeno poi così ost<strong>il</strong>e, perché in fondo capiva che avevoragione.Creavo però oggettivamente troppi danni all’economia dellafrode: ero diventato un problema nazionale; e sorse così lostesso imperativo categorico di oggi: fermarmi.Modo per fermarmi che doveva essere la legge 460/1994,scritta apposta per me (la prima ‘legge Marra’), come mi harecentemente ricordato Fulvio Martusciello.Solo che la sbagliarono, perché dichiararono impignorab<strong>il</strong>etutto fuorché quello che pignoravo io, sicché, dopo quattrocinque mesi di scontri furiosi, ebbi di nuovo ragione.Anche se, successivamente, le pressioni della cosca governativo/giudiziariasui giudici furono così forti da causare <strong>il</strong>solito cambiamento di orientamento, tant’è che quella leggeappesta ancor oggi i tribunali.La cosca prefettizia e ministeriale si disperò: che cavolo dovevanodunque fare per fermarmi?Scrissi: «.. Avevo di nuovo chiuso in un angolo <strong>il</strong> mostro degliapparati e delle burocrazie, ogni cui cellula era un uomo o unadonna in carne e ossa punto nel vivo dei suoi interessi di fondo»:era inevitab<strong>il</strong>e che ora mi aggredisse: avevo esagerato,l’avevo messo troppo alle strette.123
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