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il_complotto

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ignara dei meccanismi attraverso i quali <strong>il</strong> suo pensiero siforma, solo se li decifra può organizzare gli effetti, altrimentispesso devastanti, delle sue pulsioni fondamentali: la volontàdi sopravvivere, sv<strong>il</strong>upparsi, riconoscere, essere riconosciutie raggiungere <strong>il</strong> massimo del risultato con <strong>il</strong> minimo dell’impegno.Perché cambiare, scrivevo ancora in quella prefazione: «implicala necessità di infrangere la barriera del proprio inconscio fittizio,dietro la quale si dimenano riprovevoli i mostri di cartapestadel disimpegno di ognuno di noi».Comprensione del modo di formazione del pensiero che,appena avvenuta, causerà che i sette m<strong>il</strong>iardi di uomini delpianeta continueranno sì a lottare tra loro (tutto è rapportodi forza, sicché la lotta è ineludib<strong>il</strong>e), ma in maniera leale,civ<strong>il</strong>e, intelligente, anziché furbesca, e diverranno talmentesolidali nell’affrontare i problemi comuni da riuscire, in tempirapidissimi, a creare soluzioni oggi inimmaginab<strong>il</strong>i, perchéoggi, a causa dell’abietto stadio dello strategismo vigente, lacrescita della democrazia causa solo la crescita della capacitàdi ostacolarsi reciprocamente.Soluzioni che – se non si verificherà troppo repentinamenteun eccessivo aumento delle temperature – ci salveranno.Narrazione del <strong>complotto</strong> che è importante anche per nonfare come i Papi, i cui inviti all’amore non producono effettida due m<strong>il</strong>lenni perché dire solo i peccati ma non i peccatori,e soprattutto trascurare le ragioni dell’odio – sovente irrinunciab<strong>il</strong>ie condivisib<strong>il</strong>i proprio come quelle dell’amore – è soloun modo per favorire la conservazione.E questo non per ost<strong>il</strong>ità verso i colpevoli, perché anzi, dopoun po’ di espiazione, li si dovrà perdonare (magari sperandoconquistino dei meriti), ma perché per riparare ad un dannogiova capirne le cause.Ma veniamo ora ad un documento sul clima di dodici annifa su temi analoghi a quelli a cui accennai, tra gli sguardi disufficienza degli astanti, forse nel 1987, dinanzi credo a novem<strong>il</strong>ioni di telespettatori, al Costanzo Show, quando dissi: «Cista cadendo <strong>il</strong> cielo sul capo.. e ancora non basta?»9

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