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Acs 30 giorni - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria

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AMBIENTECAVE: “LA REGIONE SI ATTIVI IN TEMPIRAPIDI CON MODIFICHE NORMATIVE E RE-GOLAMENTARI EFFICACI” - NOTA DI ROSI(PDL)Perugia, 1 marzo 2011 - “È necessario che la<strong>Regione</strong> si attivi quanto prima, intervenendo intempi rapidi, con modifiche normative e regolamentariefficaci che facciano fronte alla crisi cherischia di investire le attività estrattive”. Lo affermail consigliere regionale del Pdl Maria Rosi,dopo aver appreso “con estrema preoccupazionee urgenza i timori espressi dal presidente di AssoCave <strong>Umbria</strong>, Roberto Biagioli, in merito ai rischiincontro ai quali rischia di andare l'intero settoreestrattivo entro la metà di marzo”. L'esponentedel Popolo della Libertà si rivolge “al presidentedella Seconda Commissione, Gianfranco Chiacchieronie all'assessore regionale Silvano Romettiaffinché il problema venga affrontato già dallaprossima settimana. Noi assicuriamo massimacollaborazione perché abbiamo a cuore imprese elavoratori di un settore in profonda crisi”.CAVE: “REGIONE E ASSOCIAZIONI DI CA-TEGORIA CONDIVIDANO GLI INTERVENTIDA METTERE IN CAMPO PER FRONTEGGIA-RE LA CRISI DEL SETTORE” - NOTA DISMACCHI (PD)Il consigliere del Partito democratico AndreaSmacchi sostiene la necessità di un confronto tra<strong>Regione</strong> e associazioni di categoria per condivideregli interventi da poter mettere in campo perfar fronte alla crisi del settore estrattivo. Smacchiinforma che il 2011 fa registrare un calodell’attività che potrebbe attestarsi “fino al 35per cento che, per un comparto già provato daun quadriennio con il segno meno costante sututti gli indicatori, potrebbe significarel’approssimarsi del collasso”.Perugia, 1 marzo 2012 – Il consigliere regionaleAndrea Smacchi (Pd) analizza la situazione relativaalle attività estrattive con le stime più aggiornatesul settore: “L'anno 2011 è stato difficilissimoper il settore estrattivo in <strong>Umbria</strong> – sottolineaSmacchi – con un calo dell’attività che potrebbeattestarsi fino al 35 per cento che, per uncomparto già provato da un quadriennio con ilsegno meno costante su tutti gli indicatori, potrebbesignificare l’approssimarsi del collasso,con relative ricadute negative sul terrenodell’occupazione e dei risvolti economici”. “Infatti– spiega – nel 2011 in <strong>Umbria</strong> le quantità estrattesono state pari a 4 milioni 519mila 352 metricubi, per un volume d’affari da attività estrattivacon prezzi di produzione pari a 3milioni 220mila529 euro e con prezzi di vendita pari a 6milioni838mila 737 euro (fonte Rapporto annuale cavenazionale). “Stante l’entità di tali numeri – continua- ritengo necessaria una sede di confrontoistituzionale che con le associazioni di categoriaal fine di condividere un quadro d’insieme piùrispondente alla attuale fase di forte crisi. Adoggi infatti la materia è regolata dalla legge regionale‘2/2000’ e dai successivi regolamentiregionali ‘3/2005’ (Direttive della Giunta regionalesulle modalità di pagamento) e ‘8/2008’ (regolamentoattuativo dell’articolo 12 della medesimalegge)”. “Alla luce dell’attuale quadro normativodi riferimento – informa Smacchi -, si stannostudiando modifiche del regolamento ‘8/2008’,soprattutto per quanto riguarda il pagamento deicontributi (articolo 3). In particolare si sta ragionandosulla possibile introduzione di un unicoacconto, pari al 50 per cento, da versare ad ottobree la posticipazione del saldo al mese dimarzo dell’anno successivo inoltre, potrebbeessere prevista la possibilità del pagamento rateizzatoper chi non fosse in regola, senza sospensivadell’attività (sospensiva che decorrerebbecomunque in caso di mancato pagamentodelle rate). Il tutto – conclude - dovrà essereaffrontato in un quadro di rispetto delle prerogativetecnico -ambientali previste dalle normativevigenti, in quanto nella nostra <strong>Regione</strong> attualmenteinsistono ben 103 cave attive e 77 dismesse,numeri anche questi che vanno letti edapprofonditi molto attentamente”.ACQUA: “RISPETTO DELLA VOLONTA' PO-POLARE ESPRESSA NEL REFERENDUM DEL12 E 13 GIUGNO 2011 RELATIVAMENTE ALSERVIZIO IDRICO NELLA REGIONE UM-BRIA” - INTERROGAZIONE DI STUFARA(PRC-FDS)Interrogazione a risposta immediata del capogruppodi Rifondazione comunista-Federazionedella sinistra, Damiano Stufara, per sapere “se laGiunta regionale è a conoscenza delle recentidecisioni degli Ati 1, 2 e 4 <strong>dell'<strong>Umbria</strong></strong>, che comportanoaumenti tariffari e contratti di serviziocon i gestori che non rispettano gli esiti del referendumsull'acqua”. Tali atti, spiega Stufara,sono difformi rispetto a quanto deciso dall'Ati 3di “non riconoscere la remunerazione del capitaletra i costi del gestore”, presentando una tariffainferiore rispetto alle previsioni del Piano d'Ambito.Perugia, 6 marzo 2012 – Il capogruppo regionaledel Partito della Rifondazione comunista-Federazione della sinistra Damiano Stufara hapresentato un'interrogazione a risposta immediata(question time) per “sapere se la Giunta regionaleè a conoscenza delle recenti decisionidegli Ati 1, 2 e 4 <strong>dell'<strong>Umbria</strong></strong> riguardanti pianitariffari e contratti di servizio con i gestori, e perconoscere le iniziative che si intendono assumerenel rispetto del risultato referendario del 12 e 13giugno 2011 che, anche in <strong>Umbria</strong>, ha visto e-sprimersi favorevolmente la stragrande maggioranzadella popolazione e che finora risulta rispettatonel solo Ambito territoriale n. 3”. Nell'atto,Stufara ricorda che nella deliberazionedell'assemblea d'Ambito dell'ATI 1 e 2 del 15PAG 16

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