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i nostri recapiti utili - Campo de'fiori

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<strong>Campo</strong> de’ fiori 11solitudine che rende così amara e vuota lavecchiaia.La vera chiave di lettura della satira di Trilussala si può ritrovare nelle favole e, comemolti altri favolisti, egli insegnò la morale,ma la sua morale non fu mai generica, mapiuttosto legata ai commenti dei fatti dellavita ideando un linguaggio più prossimo all’italianonel tentativo di portare il vernacolodel Belli verso l’alto. Alla Roma popolana delpoeta di Roma, sostituì quella borghese,alla satira storica, l’umorismo scaturentedalla cronaca quotidiana.Recentemente Rai 1 ha mandato in ondauno sceneggiato dal titolo: Trilussa - Storiad’amore e di poesia con la partecipazione didue straordinari attori quali sono MichelePlacido, nel ruolo del protagonista e MonicaGuerritore in quello di Rosa Tomei la governanteche gli è rimasta accanto per quarant’anni;uno sceneggiato il cui compitodichiarato è quello di far conoscere algrande pubblico un uomo dall’anima complessa,un cantore di una amara filosofia divita, ma in grado di conquistare il cuoredella gente.La vicenda televisiva inizia nel 1937 alla vigiliadella persecuzione ebraica e della secondaguerra mondiale e si riferisce agliultimi anni di vita del poeta quando, ormaisessantaseienne, vive in una casa - studio,nel ghetto ebraico di Roma, assistito dall’inseparabilegovernante e, con i suoi versi ele sue fiabe per l’infanzia, è divenuto unavera e propria gloria per i romani; il raccontosi concluderà nel 1950 con la mortedel poeta.Di Trilussa, Michele Placido ha detto: “ … E’stato un uomo libero e irriverente, semprea corto di soldi che non si è mai piegato alpotere. È riuscito a districarsi tra il Papa eMussolini, gli uomini più potenti, senza maiallinearsi e preferendo vivere in ristrettezzepiuttosto che accettare compromessi … “ eMonica Guerritore: “ … Raramente ho vistonella storia del cinema, un amore cosìgrande e potente. Rosa è stata la salvezzadi Trilussa, la custode di tutta la sua intimità,lo salvava dai creditori e da se stesso,accudendolo amorevolmente comeun’amante, una badante, una madre,un’amica, una sorella, per consentirgli discrivere in serenità. Nei momenti economicamentepiù duri, si privava lei stessa delcibo … “.Lo sceneggiato è stato girato interamente aRoma tra i vicoli incantevoli del centro, lepiazze e i quartieri storici della capitale, daGalleria Sciarra a Trastevere, dall’Arco de’Cenci all’Isola Tiberina, al Teatro dell’Opera,passando per Villa Borghese e il Campidoglio;luoghi di straordinaria bellezza che ciriportano in quei luoghi e in quegli angoli diRoma, molto amati da chi scrive, dove Trilussaha trascorso la sua movimentata vita.Un giorno, in teatro, alla presenza del Ducee delle più alte Autorità, Trilussa recita: L’uccellettouna delle sue composizioni più note.Era d’agosto e il povero uccelletto,ferito dallo sparo di un moschetto,andò, per riparare l’ala offesa,a finire all’interno di una chiesa.Dalla tendina del confessionaleil parroco intravvide l’animalementre i fedeli stavano a sedererecitando sommessi le preghiere.Una donna che vide l’uccellettolo prese e se lo mise dentro il petto.Ad un tratto si sentì un pigolio:“pio pio, pio pio, pio pio.”Qualcuno rise a sto cantar d’uccellie il parroco, seccato urlò: “Fratelli!Chi ha l’uccello mi faccia il favoredi lasciare la casa del Signore!”I maschi un po’ sorpresi a tal parolelenti e perplessi alzarono le suole,ma il parroco lasciò il confessionalee: “Fermi, disse, mi sono espresso male!”Tornate indietro e statemi a sentire:Solo chi ha preso l’uccello deve uscire!”A testa bassa e la corona in mano,le donne tutte usciron pian piano.Ma mentre andavan fuori gridò il prete:“Ma dove andate, stolte che voi siete!Restate qui, che ognuno ascolti e sieda,io mi rivolgo a chi l’ha preso in chiesa!”Ubbidienti in quello stesso istantele monache si alzarono tutte quantee con il volto invaso dal rossorelasciarono la casa del Signore.“Per tutti i santi” , gridò il prete,sorelle rientrate e state quiete,convien finire, fratelli peccatori,l’equivoco e la serie degli errori:esca solo chi è così villanoda stare in chiesa con l’uccello in mano.Ben celata in un angolo appartatouna ragazza col suo fidanzato,in una cappelletta laterale,ci mancò poco si sentisse malee con il volto di un pallore smortodisse: “Che ti dicevo? Se n’è accorto!”Il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi,il 1° Dicembre 1950, venti giorni prima chemorisse, nomina Carlo Alberto Salustri - Trilussa,Senatore a vita. Uno dei primi numeridel settimanale “Epoca”, dedicato alla notiziadel suo decesso, riporta che il poeta, datempo malato e, probabilmente, preparatoalla fine imminente, con immutata ironia, hacommentato: “M’hanno nominato Senatorea morte”.Al momento del trapasso, benché settantanovenne,Trilussa, con civetteria d’altritempi, si ostina a dichiarare di averne, soltanto,si fa per dire, settantatre.

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