28<strong>Campo</strong> de’ fioriAssociazione Artistica IvnaEQUILIBRI E FORME NELL’IMMEDIATEZZA DEL COLORENELL’ARTE DI MARCO DE SANTIS.della Prof.ssaMaria CristinaBigarelliFin da bambinoMarco de Santisfrequenta lo studiodel pittore escultore spagnoloFranciso Palma Burgos dacui apprende i primi elementidella pittura per acquisirela conoscenzatecnica e fare eserciziodella manualità in modo ein tono del tutto graduale.Acquisisce tutto ciò che riguarda le tecnichepittoriche a cominciare dalla semplice matitain bianco e nero alla sanguigna, dall’acquerelloalle tempere, dagli acrilici all’olio.L’approccio con la scultura è curato altrettantobene e, in virtù di questo, dà un’efficaciadi rara bellezza elaborando unplasticismo anche pittorico, creando profondità.In alternativa come pittore proponeun’ efficace costruzione scultorea.Gli studi d’arte danno una chance educativanel profilo teorico di De Santis, che cominciaproprio con la conoscenza della teoria applicabileal materiale, rendendo necessarioe utile conoscere non solo i materiali, maanche la loro connessione con letecniche.Tutto è stato per lui l’unicomodo per entrare in manieracorretta nell’ ambiente, quellodella produzione artistica, per ilquale non basta, secondo la suaesperienza, lo studio alla ScuolaSuperiore e all’Accademia delleBelle Arti…… “per diventare unbuon pittore…… se non c’è allabase una lezione “a livello dibottega”, come erano chiamatigli studi pittorici di una volta,non si riesce a raggiungere un livelloottimale di pittura.”Nel ’90 termina l’Accademia di belle Arti diRoma con la specializzazione in pittura:fatto che per lui colmerà un sogno e unapromessa di testa e di cuore fatta al suoMaestro.La passione di dipingere è così intensa cheper Marco De Santis l’Opera non è mai “terminata”,poiché per opera finita si intende ilquadro concepito in quell’attimo in cui il pittoreraggiunge l’appagamento interiore,anche se tutto dipende dallo stato d’animodell’artista.Lo stile figurativo è elargito con forme basatesu immagini, con colore non stesocompletamente, quasi sempre lavoratoprima sulla tavolozza, applicato sulla tela amo’ di impressione, di macchia…un tocco immediato di colore.Quel tocco che rimarrà, stigmatizzandol’attimo nel quale l’artistaDe Santis tocca la tela,creando una genuina cromaticità.Ecco che allora l’Artista incarnacolui che rende omaggioalle forme e al colore, colui cheè garante dell’ispirazione concretizzatasu supporto pittoricoo scultoreo.L’Olio su Tela, gli dà la possibilitàdi gestire bene sia l’attimo, sia iltempo……in una scelta dei soggettiche spazia senza limiti “toccando” il ritrattismo,la natura morta, gli scorci internidi paesaggi in un gioco di luce importante,coinvolgente, efficace e messaggero di serenitàinteriore, di colloquio equilibrato conla natura, con l’ambiente circostante unitoda un unico slancio vitale in un intimo dialogo,che fa intravedere la solitudine dell’Artista,il quale vive e sperimenta pur sempreamore, palesandolo attraverso una lucerappresentante qualcosa di particolare, volutamentein cammino oltre la tecnica.Per lui la luce è importantissima, determinantecon l’azione del colore, con l’effettocromatico, <strong>utili</strong>zzando il disegno prospettico,appreso nei tre anni in facoltà di architetturaanche se….non si tratta di undisegno sulla tela o sul foglio, sulla basedove si dovrà intervenire con il colore… DeSantis interviene immediatamente con il colore…cioènon ha una base di disegno, noninterviene né con la matita, né con il carboncino,né con altri materiali similari……direttamente con il colore crea delle linee,che grazie all’esperienza riesce ad individuarecon un punto di fuga prospettico.L’Ispirazione risiede dietro le emozioni già oappena vissute…che vivono nell’inconscio.L’Ispirazione concepisce ogni opera vivace,brillante, luminosa…comunque dinamicanel suo mutare secondo l’emozione che alimentala sua ispirazione……in un tono popolarein quanto presupposto di chiarezzadi comunicazione comprensibile per i proprisimili. Conoscendo l’Opera di Marco De Santis,possiamo dire che con i suoi paesaggi ei suoi scorci emergenti dai contrasti di lucee di ombra, rappresenta un “plein air” contemporaneoin una percezione nella sua immediatezza,stringendo gli assunti e iproblemi espressivi della pittura intorno adun motivo fondamentale e dominante,quello dell’eccellente percezione, qualedono dello spirito nel mondo. Nella sua artesi diradano le tempestose e fugaci esperienzedella tecnologia contemporanea perlasciare il posto al sereno guardare alla vitacon “occhio” gioioso, entusiasta di un ritrovatocontatto con la natura: il paesaggio ruraleo del piccolo centro arricchiscono lemeravigliose conquiste interiori, ripercorrendoattentamente le vibrazioni dello spettacolonaturale, fissando come in variopinteistantanee i suoi mutevoli aspetti e i suoimutevoli tempi evolutivi verso una contemporaneitàtotale dei sensi . La malinconianon manca perché gemella della gioia edella serenità, quale sinonimo di equilibrioe morbidezza di tocco di pennello…….sostanzialinovità artistiche che donano ancorasignificato all’esistenza non incontrapposizione, ma in risposta agli usi ealle abitudini di una società particolarmenteincline e immersa nella tecnologia, e nelmondo virtuale, dove le emozioni sono anch’essevirtuali o “virtualizzate”……Il sensodella Pittura di Marco De Santis è proprioquello di mantenere in “pole position” il sentiredel mondo, nell’attualità immediata epacata dei suoi valori, perseguendo il“sogno” in un atteggiamento interiormentecoerente e artisticamente evasivo e sublime!
<strong>Campo</strong> de’ fiori 29Isa Pola: STORIA D’UN MITODA MALIARDA DEL CINEMA MUTO A SHOWGIRL DI PUNTO ZERONon credevoche Isa Polaavesse avutoun passatocosì denso disuccessi, quando la vedevoa Civita Castellanadi Secondiano agli inizi degli anni ’80,Zerolinegli studi televisivi diTele Radio Punto Zero. Lasalutavo con deferenza , come si fa con unasignora d’una certa età ( aveva già superatoi 70) ma difficilmente seguivo il suo programma,il suo show del sabato sera, chelei voleva fosse fatto tassativamente in diretta.Presentava canzoni traboccanti dibuoni sentimenti, facendosi accompagnareal pianoforte da suo marito, il maestro DiMatteo, che spesso appariva su Canale 5,nel programma di Maurizio Costanzo al TeatroParioli, alternandosi al maestro Bracardi.Ora, a distanza di così tanti anni, la ritrovosul settimanale del Corriere della Sera: “IoDonna” e così presentata: “ Famosa per iruoli di maliarda nel cinema muto, neglianni trenta incantava per gli atteggiamentida diva. Come quello di mettere le cigliafinte per proteggere gli occhi dal sole “. Nelservizio viene messo in risalto il “ caratterino”non proprio mansueto di Isa Pola, cheiniziò a sedici anni a subire una rescissionedel contratto da attrice, a causa delle sueintemperanze. All’apice della carriera, sulset del film “I bambini ci guardano” di DeSica, fece cacciare un operatore e a quelloche lo sostituì disse: “ Ho ventisei anni, sevuole che la illumini con il mio ingegno deveattenersi a ciò che le dirò”. Interpretò ilruolo d’un’operaia delle acciaierie di Terninel film di Mario Soldati “Acciaio” e promosseper la FIAT, nel 1929, un nuovo modellodi Balilla tra il fumo degli ingranaggimetallici e i lampi delle saldatrici. Di lei sidice anche che avesse la capacità di parlareun italiano corretto e di apprendere e pronunciarequalsiasi lingua o dialetto, tantoche, avendo debuttato in teatro con la Compagniadel Teatro di Venezia, a lungo il pubblicocredette che fosse veneziana mentreIsa Pola era nata a Bologna nel 1909.Quando, ormai a fine carriera, approdò aPunto Zero, grazie alla tenace perseveranzadi Stefano Principalli, la sua voce aveva inparte perduto il suo carattere sensuale, mala capacità di dominare la scena con la suafemminilità era rimasta nelle sue corde.Anche allora però palesò alcune “bizze”come quella, ad esempio, di non gradire neisuoi spettacoli giovani e belle donne…preferivacircondarsi di uomini freschi e galanti,perché il suo ego continuava ad accompagnarlanelle sue esibizioni. Isa Pola morì il17 dicembre 1984, poche settimane dopoaver presentato il suo ultimo show neglistudi di Punto Zero. “Io Donna” questo nonlo ricorda (e nemmeno l’ Enciclopedia Treccani), forse perché la cosa non reca ulteriorelustro alla sua carriera, ma noi lofacciamo volentieri, se non altro per concedereil giusto riconoscimento ad una veradiva, che noi, all’epoca, non sapemmocompiutamente apprezzare nella sua grandezza.La pubblicità della tua aziendanon può mancare sulle paginadella rivista più letta ed amata!<strong>Campo</strong> de’ fioriarriva e porta bene!Tel. 0761.513117 - info@campodefiori.biz