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Carlyle Group - Valori

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| dossier | private equity |<br />

FONTE: HFR<br />

dei cavi alla banca d’affari Goldman Sachs. Valutata all’epoca 1,3<br />

miliardi di euro ora viene collocata in Borsa, con il nome di Prysmian,<br />

ad oltre 3 miliardi.<br />

Ma i fondi di questa natura non fanno soldi solo comprando e<br />

rivendendo. Si fanno anche pagare lautamente per commissioni e<br />

consulenze.<br />

Fino ad arrivare a degli incredibili paradossi: quando il fondo<br />

Blackstone acquisì il gruppo Celanese, offrì al gruppo stesso la sua<br />

consulenza per sopravvivere dopo l’acquisizione. Così avvenne e la<br />

Celanese pagò nel 2004 alla Blackstone, che la stava inesorabilmente<br />

inglobando, 45 milioni di dollari di consulenza, più del doppio<br />

di quanto pagò nella stessa occasione alla Goldman Sachs, che<br />

si accontentò di 18 milioni. Per non essere scavalcate, le maggiori<br />

NUMERO DI HEDGE FUND / PATRIMONI GESTITI DAL 1990 AL 2005<br />

10.000<br />

9.000<br />

8.000<br />

7.000<br />

6.000<br />

5.000<br />

4.000<br />

3.000<br />

2.000<br />

1.000<br />

0<br />

1990<br />

1991<br />

1993<br />

| 20 | valori | ANNO 7 N.50 | GIUGNO 2007 |<br />

1994<br />

banche d’investimento hanno capito che devono entrare nel business.<br />

Così l’ultima vague è quella del private equity direttamente<br />

collegato con le maggiori finanziarie di Wall Street. Sono state riluttanti<br />

all’inizio, ma ormai tutte le investment bank hanno fra le<br />

loro partecipazioni qualche fondo di questo tipo. Il quale, visto che<br />

è emanazione di una centrale così potente, è diventato rapidamente<br />

forte e potente a sua volta. Però l’establishment finanziario<br />

più ortodosso questa non l’ha digerita e comincia a dare segni di insofferenza.<br />

«Hanno imparato a trarre subito il massimo dei profitti<br />

dalle acquisizioni - scrive Business Week - ricorrendo alle forme più<br />

sofisticate di ingegneria finanziaria, e a volte forzando le leggi sulla<br />

bancarotta, pur di acquisire il controllo delle società: nel loro insieme<br />

i fondi di private equity sono entrati in un momento storico<br />

1.200<br />

1.000<br />

ON ESISTE UNA PRECISA DEFINIZIONE GIURIDICA del termine<br />

hedge fund: letteralmente, nei dizionari di inglese dedicati<br />

ai temi della finanza, sono «fondi di investimento<br />

che utilizzano tecniche di copertura».<br />

Una definizione appropriata potrebbe essere:<br />

«qualsiasi fondo che non sia un convenzionale fondo<br />

d’investimento», ossia qualsiasi fondo dove si usino<br />

una serie di strategie diverse dal semplice acquisto di<br />

obbligazioni, azioni e titoli di credito. Gli hedge fund<br />

vengono di volta in volta indicati come strumenti di<br />

investimento alternativi, fondi altamente speculativi,<br />

fondi di fondi, sempre in contrapposizione con le forme<br />

di gestione del risparmio di tipo tradizionale, regolate<br />

da leggi e regolamenti specifici che ne limitano<br />

l’operatività e il rischio.<br />

La nascita degli hedge funds risale al lontano 1949<br />

quando il giornalista americano A.W. Jones fondò il<br />

suo Fondo privato di investimento ottenuto dalla combinazione<br />

di due tecniche speculative: una posizione<br />

lunga in alcuni titoli e una corta in altri. Questi ultimi<br />

venivano venduti allo scoperto, ovvero acquistati con<br />

danaro preso a debito e venduti per puntare su un loro<br />

ribasso. Successivamente Jones cominciò a far en-<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

trare altri gestori trasformando così il primo hedge<br />

fund nel primo fondo multi-manager della storia.<br />

L’innovazione risiedeva anche nell’introduzione di<br />

una retribuzione dei managers legata a incentivi (performance<br />

fees, ovvero la retrocessione di parte delle performance<br />

positive realizzate dal gestore). La strategia di Alfred<br />

Winslow Jones, malgrado i suoi brillanti risultati,<br />

non sembrò trovare molto seguito a Wall Street. L’interesse<br />

degli operatori si destò solo dopo la pubblicazione<br />

di un articolo che riportava le ottime performance di<br />

questi strumenti nel periodo 1956-1965.<br />

Nei due anni successivi furono lanciati più di 100<br />

hedge fund, di cui tuttavia solo due sopravvissero ai<br />

crack del 1969-1970 e del 1973-1974: il Quantum<br />

Fund di George Soros e lo Steinhardt Partners di Michael<br />

Steinhardt. Soros, che speculava principalmente<br />

su valute, raggiunse una potenza tale che il suo fondo<br />

fu ritenuto corresponsabile sia della marcata<br />

correzione della sterlina britannica nel 1992 (-15 per<br />

cento circa contro il marco tedesco in pochi giorni) sia<br />

del collasso del ringitt malese nel 1997 (crisi asiatica).<br />

Sempre nel ‘92 il fondo hedge di Soros fu alla base della<br />

svalutazione della lira italiana del 30% e della di-<br />

di eccessi». È un po’ come accadde con il venture capital<br />

degli anni ‘90, scrive il settimanale, «quando l’eccesso<br />

di denaro e la facilità di ottenerlo alla fine causò<br />

il crollo di tutto». Il Financial Times ha recentemente dato<br />

notizia che la Financial Services Authority, la Consob<br />

inglese, ha iniziato un’indagine «sulla sospetta creatività<br />

di finanziamento» utilizzata da alcuni fondi e sui «potenziali<br />

conflitti di interessi» di altri. E l’Economist ha scritto: «Se si facesse<br />

un remake cinematografico di Wall Street, Michael Douglas anziché<br />

Gordon Gekko dovrebbe stavolta interpretare Steve Schwarzman,<br />

il presidente del fondo Blackstone». Non piacciono a nessuno, insomma,<br />

ma continuano a dettare legge. .<br />

Hedge fund, speculazione assoluta<br />

Senza una definizione precisa, demonizzati anche dalle Banche centrali ora sono stati sdoganati su iniziativa del Governatore Mario Draghi ma continuano a fare paura.<br />

LA LEVA<br />

NUMERO DI HEDGE FUND<br />

1992<br />

N<br />

IL MECCANISMO<br />

DEL LEVERAGE,<br />

della leva finanziaria,<br />

è abbastanza<br />

semplice: una società<br />

si offre di comprare<br />

le azioni di una<br />

società, per acquisirne<br />

il controllo, ad un<br />

prezzo molto più alto<br />

di quello corrente.<br />

Il capitale viene preso<br />

a prestito da banche<br />

o raccolto sul mercato<br />

con obbligazioni<br />

ad alto rischio<br />

e rendimento.<br />

Per pagare i debiti,<br />

infine, si utilizzano<br />

i profitti della società<br />

acquisita. Esattamente<br />

come è successo<br />

con Telecom Italia.<br />

1995<br />

1996<br />

1997<br />

1998<br />

PATRIMONI GESTITI IN MILIARDI DI USD<br />

1999<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

1.200.000<br />

1.000.000<br />

800.000<br />

600.000<br />

400.000<br />

200.000<br />

0<br />

FONTE: HFR DATI AGGIORNATI AL SECONDO TRIM. 2005<br />

QUANTO GESTISCONO GLI HEDGE FUND NEL MONDO [IN MLD DI DOLLARI]<br />

375<br />

1998<br />

456<br />

1999<br />

488<br />

2000<br />

536<br />

2001<br />

622<br />

2002<br />

817<br />

2003<br />

973<br />

2004<br />

1.025<br />

2005<br />

QUOTA INVESTIMENTI IN % DEGLI HEDGE FUNDS[31 GENNAIO 2005]<br />

MULTY STRATEGY<br />

11,5%<br />

FUTURES<br />

5,2%<br />

AZIONI<br />

A BREVE\LUNGO<br />

28,0%<br />

ARBITRAGGI<br />

2,2%<br />

MERCATI AZIONARI STABILI<br />

4,2%<br />

MERCATI EMERGENTI<br />

5,4%<br />

PRODOTTI A BREVE<br />

0,6%<br />

struzione di ricchezza da parte della Banca d’Italia nel<br />

vano tentativo di difendere la divisa nazionale.<br />

I clamorosi crolli<br />

La storia degli hedge fund è anche caratterizzata da rumorosi<br />

crolli. Il caso più noto è certamente il collasso<br />

del Long Term Capital Management Fund (LTCM) nel<br />

quadro della crisi russa del 1998. Questo fondo, costituito<br />

nel 1994 da John Meriwether, poteva valersi nello<br />

staff di gestione anche di due premi Nobel, Myron<br />

Scholes e Robert Merton. Le buone performance dei<br />

primi anni e i contatti con molte banche internazionali<br />

gli aprirono facilmente l’accesso ai crediti: all’inizio<br />

del 1998, LTCM controllava un portafoglio di circa<br />

100 miliardi di dollari americani a fronte di un valore<br />

reale di soli 4 miliardi, con una leva finanziaria pari a<br />

25 volte il capitale investito. Il fondo era focalizzato su<br />

tre ambiti: volatilità degli indici, prestiti su pegno e<br />

mercati emergenti. Quando nell’agosto dello stesso anno<br />

la Russia svalutò il rublo e richiese una moratoria<br />

per i suoi debiti, i mercati si diressero in massa verso investimenti<br />

di qualità scatenando una crisi di liquidità<br />

negli strumenti finanziari in cui era investito il fondo.<br />

EVENTI EMERGENTI<br />

23,6%<br />

ARBITRAGGI<br />

SUI TASSI<br />

7,7%<br />

GLOBAL MACRO<br />

11,6%<br />

Michael<br />

Moritz.<br />

UNA SEQUOIA<br />

MOLTO HI-TECH<br />

| dossier | private equity |<br />

NEL VARIOPINTO MONDO DEL PRIVATE EQUITY<br />

non ci sono solo i barbari. Alcune delle più grandi aziende<br />

dell’hi-tech devono la loro sopravvivenza proprio ai capitali<br />

messi a disposizione da fondi, prevalentemente della Silicon<br />

Valley. Somme spesso piccole rispetto a quelle astronomiche<br />

del grande giro della finanza.<br />

Uno dei nomi che hanno segnato la storia delle nuove<br />

tecnologie è quello di Sequoia. Fondata nel 1972 da Donald<br />

Valentine, detto Don, ex capo della National Semiconductor,<br />

Sequoia è stata il motore di Apple, Cisco, Oracle Yahoo!, PayPal,<br />

Google sino all’ultimo caso di YouTube. Artefice di queste<br />

operazioni Michael Moritz.<br />

Nato a Cardiff, nel Galles, 51 anni fa, studi di storia a Oxford,<br />

un master in business administration alla Wharton School<br />

dell’università di Pennsylvania, Moritz ha cominciato a lavorare<br />

come giornalista. Negli anni ‘80 era capo dell’ufficio di San<br />

Francisco del settimanale Time e in quel periodo scrisse un libro<br />

sulla Apple intitolato The Little Kingdom (Il piccolo regno). Poi<br />

si mise in proprio, creando la Technological Partners, una società<br />

per la pubblicazione di newsletters e l’organizzazione di convegni.<br />

Conobbe Valentine, che era stato uno dei primi finanziatori di Steve<br />

Jobs, e nel 1986 passò a Sequoia, diventandone da quel momento<br />

il vero protagonista. Secondo Forbes, Moritz, che vive a San<br />

Francisco con la moglie scrittrice, Harriet Heyman, e due figli<br />

maschi, e che ha un patrimonio personale di circa un miliardo<br />

di dollari, ha avuto un ruolo essenziale nel lanciare alcune società<br />

della Silicon Valley che ora rappresentano il 10% della<br />

capitalizzazione del Nasdaq. Moritz intuì la novità di Google,<br />

il motore di ricerca messo in piedi dai due giovani studenti, e versò<br />

nel 1999 12,5 milioni di dollari in cambio del 10% della società.<br />

Adesso quel 10% di Google vale almeno 14 miliardi di dollari.<br />

Moritz, che gode di un prestigio quasi senza pari nella Silicon<br />

Valley, siede nel consiglio di amministrazione della Google<br />

a Mountain view. E grazie anche a questa posizione ha appoggiato<br />

e favorito l’affare YouTube. I giornali di tutto il mondo hanno<br />

raccontato la storia di Chad Hurley e Steve Chen, i due giovanissimi<br />

fondatori di YouTube (29 anni il primo, 28 il secondo),<br />

paragonando la loro avventura imprenditoriale e la loro improvvisa<br />

ricchezza all’ascesa di Sergey Brin e Larry Page, i due fondatori<br />

di Google. Ma in realtà dietro al passaggio di mano di YouTube<br />

c’è stato soprattutto il ruolo della Sequoia e del suo uomo di punta:<br />

Michael Moritz. È stata infatti la società di venture capital di Sand<br />

Hill road a credere per prima in YouTube. Grazie a un minuscolo<br />

investimento di appena 11,5 milioni di dollari, nell’autunno 2005,<br />

Sequoia aveva circa il 30% del capitale di YouTube e quindi,<br />

con il passaggio a Google, incasserà quasi mezzo miliardo<br />

di dollari, cioè 43 volte l’investimento iniziale.<br />

| ANNO 7 N.50 | GIUGNO 2007 | valori | 21 |

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