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Carlyle Group - Valori

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| economiaetica | Corruzione in Europa/1 |<br />

C’è del marcio<br />

in Germania<br />

Tangenti a sindacalisti e politici, turismo sessuale, riciclaggio di denaro. Le grandi società tedesche sono nell’occhio<br />

del ciclone. E con lo scandalo Volkswagen la cogestione sindacato-impresa subisce un nuovo duro colpo.<br />

Secondo uno studio di Kpmg, i vertici delle aziende tendono a insabbiare fatti relativi ai casi di corruzione.<br />

TUTTO HA INIZIO NELL'ESTATE DEL 2005. MANCANO POCHI MESI ALLE ELEZIONI POLITICHE e la Volkswagen finisce nella bufera. Parcelle<br />

pagate a politici per fantomatici servizi di consulenza, tangenti ai vertici sindacali e poi viaggi di lavoro in mezzo<br />

mondo con visite speciali a bordelli di lusso. Il tutto a spese dell'azienda. I settimanali scandalistici ci sguazzano e<br />

Peter Hartz, superconsulente di Schröder per le riforme del lavoro e responsabile del personale di VW, comincia a sudare<br />

freddo. L'estate si fa più calda quando cade nella rete degli investigatori di Monaco Andreas von Zitzwewitz, uno<br />

dei manager più importanti di Infineon, produttore tedesco di microchip. È accusato di aver intascato oltre 250.000<br />

euro per sponsorizzare gare automobilistiche. Una settimana dopo finisce in manette un manager BMW per aver favorito<br />

un fornitore in cambio di 100.000 euro. Niente in confronto alle accuse di riciclaggio di denaro in Russia che,<br />

quasi contemporaneamente, fioccano sulla Commerzbank, uno dei colossi bancari di Francoforte. “Skandalen im Wochentakt”,<br />

apre con sorpresa “Die Zeit”, prestigioso settimanale tedesco. Scandali con cadenza settimanale. Che vengono<br />

alla luce dopo mesi di silenzi con i vertici che vedono, ma si ostinano a nascondere la polvere sotto al tappeto.<br />

E di polvere se n'è trovata a palate, poche settimane fa, nei conti di Siemens, il gigante dell'elettronica: oltre 450 milioni<br />

di euro di fondi neri per pagare tangenti in tutto il mondo. Un'al-<br />

di Mauro Meggiolaro<br />

tra pugnalata nel cuore del capitalismo tedesco. Ma cosa succede al<br />

motore dell'economia europea? Cosa sta minacciando il Vertrauen, la<br />

fiducia che da sempre regge il sistema? Per capirlo torniamo all'estate<br />

calda del 2005. Quando scoppia il caso Volkswagen.<br />

Oltre 450 milioni di euro<br />

di fondi neri per pagare tangenti<br />

in tutto il mondo. Il caso<br />

Volkswagen è solo uno<br />

dei tanti. Corruzione e frode<br />

sono in costante aumento.<br />

| 38 | valori | ANNO 7 N.50 | GIUGNO 2007 |<br />

Da sinistra a destra,<br />

sopra, Hans<br />

Joachim Gebauer<br />

e Klaus Volkert;<br />

sotto, Peter Hartz<br />

e Helmuth Schuster.<br />

Nella pagina<br />

a fianco, Francoforte.<br />

L’area fumatori alla<br />

Eurotower (European<br />

Monetary Bank).<br />

Germania, 2006<br />

Una miscela esplosiva<br />

Tra le grandi case automobilistiche VW è a dir poco un'anomalia. Nel<br />

2005 il suo maggiore azionista è il Land della Bassa Sassonia. Nell'Aufsichtsrat<br />

(Consiglio di Sorveglianza) siedono, come in molte altre imprese<br />

tedesche, rappresentanti dei lavoratori che sono chiamati a votare a<br />

favore o contro le scelte strategiche dell'impresa. In tedesco si chiama<br />

“Mitbestimmung”, cogestione. Una forma di governo aziendale introdotta<br />

nel dopoguerra per promuovere la democrazia economica.<br />

Capitale, sindacato e governo. Tutte e tre le forze hanno i loro rappresentanti<br />

nell'organo di controllo del quarto produttore di automobili<br />

al mondo. Una miscela che, nel 2005, diventa esplosiva e dà origine<br />

ai tre capitoli che compongono la saga Volkswagen: il crimine<br />

aziendale, lo scandalo sindacale e la corruzione politica. Il primo capitolo<br />

ha come protagonista Helmuth Schuster, il boss di _koda, la controllata<br />

ceca di VW. A Praga lo chiamano “Lambo-Schuster” per la sua<br />

mania di girare la città di notte a bordo di una Lamborghini in compagnia<br />

di donne bellissime. Nel centro della capitale ceca “Lambo”<br />

apre l'ufficio di “F-Bel”. Un paio di stanze, niente di più. Una facciata<br />

dietro alla quale si nasconde una giungla di società per far girare meglio<br />

pagamenti particolari. Come un acconto di 2 milioni di euro in ar-<br />

rivo dalla provincia indiana dell'Andhra Pradesh che vuole assicurarsi<br />

la costruzione di uno stabilimento Volkswagen. I soldi scompaiono<br />

nel nulla assieme al progetto per la nuova fabbrica.<br />

Nella giungla di “F-Bel” si muovono con disinvoltura Klaus Volkert,<br />

sindacalista e direttore del Consiglio Aziendale (Betriebsrat) e Klaus Joachim<br />

Gebauer, manager VW, l'animatore delle notti e dei viaggi aziendali.<br />

Ma qui si apre il secondo capitolo. Quello sindacale. Gebauer è infatti<br />

incaricato di procurare prostitute e divertimento ai dirigenti<br />

sindacali nei viaggi di lavoro. “Il mondo in cui vivevamo non aveva<br />

più niente a che fare con la vita normale”, ha dichiarato. “I soldi non<br />

mancavano mai e nemmeno le donne”. In un viaggio in Cina viene<br />

distribuito agli uomini Volkswagen un tubetto con tre pillole: “aspirina<br />

per la mattina, un calmante per il pomeriggio e viagra per la sera”.<br />

Un cocktail perfetto. Ma ai sindacati viene girato anche denaro fresco,<br />

sempre dalle casse aziendali. Peter Hartz, ex direttore del personale che<br />

ha dato il nome alle riforme del lavoro del governo Schröder, ha recentemente<br />

ammesso di aver pagato 1,9 milioni di euro come bonus<br />

proprio a Volkert, in cambio del consenso sulle strategie aziendali.<br />

Nel pasticciaccio VW manca a questo punto solo il terzo capitolo.<br />

Quello politico. Anche se, come dimostra Hartz, la politica, il sindacato<br />

e il capitale si intrecciano inesorabilmente in tutte le storie. L'affaire<br />

politico riguarda una serie di consiglieri regionali della Bassa Sassonia<br />

in quota SPD (partito socialdemocratico). Ex dipendenti<br />

Volkswagen, da politici avrebbero continuato a percepire lo stipendio<br />

dall'impresa anche dopo aver terminato il loro contratto di lavoro. Ai<br />

consiglieri regionali SPD Hans-Hermann Wendhausen e Ingolf Viereck<br />

è stato chiesto di restituire al Land più di 750.000 euro. Pochi sono convinti<br />

che lo faranno.<br />

Ma come se la sono cavata i protagonisti dello scandalo Volkswagen?<br />

Volkert è stato arrestato lo scorso novembre per poi essere rilasciato<br />

in dicembre. Hartz, dopo aver confessato, se la caverà con una<br />

multa di 576.000 euro. Helmuth Schuster è indagato per frode e malversazione.<br />

Intanto la Bassa Sassonia non è più il maggior azionista della<br />

casa automobilistica. Il controllo, alla fine di marzo, è passato nelle<br />

mani di Porsche. Ora ha il 31% delle azioni che, dall'estate del 2005 ad<br />

oggi (9 maggio 2007, NdR), hanno raddoppiato il loro valore.<br />

Corruzione in crescita<br />

Il caso Volkswagen è emblematico della crisi del modello tedesco, ma<br />

anche gli altri casi piccoli e grandi sono il sintomo che forse qualcosa<br />

sta cambiando nella terra dei miracoli economici. Nell'ultimo rapporto<br />

annuale sulla criminalità finanziaria, pubblicato nell'agosto del<br />

2006, la polizia criminale federale (BKA) ha riscontrato un aumento del<br />

15% dei casi di frode. La corruzione aziendale è in crescita e, secondo<br />

uno studio della società di revisione KPMG, i vertici delle imprese tenderebbero<br />

a insabbiare i fatti di cui vengono a conoscenza: «meno del<br />

60% dei casi si traducono in azioni legali”, si legge nel rapporto. In effetti,<br />

secondo Wolfgang Schaupensteiner, procuratore capo a Francoforte,<br />

“il 95% dei crimini economici non viene scoperto e la corruzione,<br />

alla fine, paga». Anche in Germania. . 1- continua<br />

| ANNO 7 N.50 | GIUGNO 2007 | valori | 39 |<br />

HARRY GRUYAERT / MAGNUM PHOTOS

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